L’Italia entra nel Consorzio di sviluppo e ricerca dell’OIV

L’Italia è il sesto Paese ad entrare nel consorzio tecnico legato all’OIV con il gruppo Masi: Intervista al Presidente Sandro Boscaini

L’Italia nel Consorzio che svolgerà la funzione tecnica all’interno di OIV, il cui accordo è stato firmato nel 2021 tra Viña Concha y Toro (Cile), Moët-Hennessy (Francia), Sogrape (Portogallo), Familia Torres (Spagna) e Yalumba Family Winemakers (Australia), dà il benvenuto al nuovo membro, MASI Agricola. Le 6 aziende svolgono un lavoro di ricerca e sviluppo molto importante a livello internazionale grazie ai loro centri di ricerca. Hanno l’obiettivo di contribuire a promuovere e sostenere la diffusione tecnica e scientifica dell’Organizzazione.

Le aziende del consorzio continuano a interagire tra loro per identificare aree di ricerca che vengono riconosciute consensualmente come priorità per il settore dell’uva e del vino. Nel seguito e nell’ambito dei finanziamenti dell’OIV, il consorzio:

• Proporre soggetti per finanziamenti di ricerca
• Consigliare durante il processo di selezione
• Quando applicabile, ospitare i beneficiari dei finanziamenti
• Sviluppare azioni di comunicazione congiunte.

La nostra intervista al Presidente del gruppo Masi, Sandro Boscaini

“Non sono molte le aziende in Italia, e poche nel mondo, che sono strutturate internamente per la ricerca e lo sviluppo in vigna e in cantina. Masi, il cui Gruppo Tecnico ha quattro decenni di impegno alle spalle, si sente onorata di far parte di questo gruppo prestigioso e selezionato ed è orgogliosa di rappresentare l’Italia, contribuendo con i suoi punti di forza: il patrimonio di biodiversità nelle varietà di uve che non ha eguali, la ricchezza dei territori e le conseguenti espressioni enologiche”, ha dichiarato Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola.

Presidente, avete già dei piani per l’esordio dell’Italia nell’OIV?

“Ci sono già delle iniziative in atto in quanto l’Italia ha aderito successivamente rispetto agli altri Paesi, per cui è ancora prematuro parlare di proposte al momento ma noi sappiamo già ora cosa portiamo come contributo e mi ha fatto molto piacere che sia stato capito molto bene dal direttore generale Pau Roca, il quale dice che la Masi nel consorzio arricchisce la qualità della ricerca e ampia l’obiettivo internazionale dell’OIV. Ciò vuol dire due cose sostanzialmente: Apertura da parte della OIV e bisogno di unione tra Paesi produttori”.

Qual’è il contributo maggiore dell’Italia?

“Ciò che noi portiamo come italiani, come veneti in particolare, è una conoscenza dell’autoctonia incredibile. Parliamo di centinaia di varietà autoctone, presenti nel nord est italiano e nell’Italia tutta, che rappresentano grossomodo il 50% di tutte le varietà del vino presenti nel mondo. Riconoscendo al sistema francese un ruolo chiave, storico e importante nella creazione di un modello che ha dato strumenti importanti al mondo del vino sotto tanti punti di vista, non ci dobbiamo fermare solo lì perché ci sono tantissime varietà, metodi ed elaborazioni di vino in tutto il mondo, che costituiscono questa grande biodiversità, che deve essere sinonimo di patrimonio dell’umanità. Ecco, credo che la voce dell’Italia e la voce di Masi possa essere determinante in questo senso. Cioè di far capire che il patrimonio del vino, pur nel rispetto di chi lo ha saputo per primo interpretare internazionalmente, è qualcosa di più ed è qualcosa appunto che dà atto di culture diverse, di ambienti diversi di sensibilità diverse nel fare il vino e nel consumarlo”.

Vi è anche una visione comune per quanto riguarda il tema vino e salute?

“E’ indispensabile mostrarsi tutti uniti, perché dobbiamo difenderci contro questa sbagliata operazione di sabotaggio sconsiderato nei confronti delle bevande alcoliche, tutte, senza mettere filtri. I filtri che dobbiamo porre noi sono quelli che derivano da tutta la storia che si racconta dietro alla bottiglia di vino, dalla cultura del bere, dal patrimonio di cui si parlava prima e tutto questo non può essere liquidato superficialmente perché è alcolico. Si parli di abuso piuttosto e si diffonda la cultura della moderazione e della piacevolezza che questo prodotto può regalare. L’uso proprio e culturalmente avanzato del vino è quello che noi dobbiamo proporre anche all’interno dell’OIV, che è autorizzato a diffondere questo messaggio, svilupparlo e portare avanti con responsabilità gli interessi di tutti”.

“Ci sono quindi tre punti importanti che verranno portati avanti: continuare con le ricerche già in atto, fare di tutto affinché il vino non sia oggetto di vessazione, scandali o tradimenti, terzo punto il vino non è qualcosa di conducibile a un solo Paese ma è un patrimonio dell’umanità, ricco di autoctonia e di biodiversità. Questo è il progetto con cui noi vorremmo presentarci alla prossima sezione dei lavori. Non occorre che nasconda il nostro compiacimento perché è stato un grande onore essere stati considerati in questo contesto di grandissime aziende, grandi anche di dimensioni, dove siamo rientrati per aver dimostrato la cura che mettiamo nella ricerca e il valore che diamo al prodotto vino. Sappiamo di avere le carte in regola perché facciamo ricerca da quarant’anni in maniera molto meticolosa e precisa del patrimonio vitivinicolo”.


“Avere MASI Agricola nel Consorzio arricchisce la qualità della ricerca e amplia l’obiettivo internazionale dell’OIV. Il gruppo non era completo finché non si è unita un’azienda italiana così rilevante. L’Italia è una delle pietre angolari del mondo del vino e doveva essere rappresentata. Condivideremo tutti la sua conoscenza e esperienza”, ha dichiarato il DG dell’OIV, Pau Roca.

Dopo tre anni di coordinamento del Consorzio, Antonio Graça di Sogrape passa il testimone a Marc Brevot, Direttore R&D del Robert Jean de Vogüé Research Center. Il Direttore Generale dell’OIV desidera ringraziare Antonio per il suo lavoro e augura al Signor Brevot molto successo nel suo nuovo ruolo.

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