Guida agli extravergini 2022: come si muove il settore olivicolo in Italia

La fotografia scattata dalla Guida agli extravergini 2022 racconta di un settore olivicolo in crescita senza perdere di vista l’immenso patrimonio di cultivar e il rispetto per l’ambiente

Slow food restituisce ogni anno al consumatore un importante strumento per orientarsi nel complesso mondo dell’olio buono, pulito e giusto. Francesca Baldereschi, curatrice della Guida agli extravergini 2022, ci aiuta ad analizzare il settore italiano.

Francesca Baldereschi
in foto: Francesca Baldereschi

Qual è la situazione dell’olivicoltura italiana secondo il vostro punto di vista?

“La tendenza di aziende che si dedicano alla produzione e imbottigliamento del proprio olio è in costante aumento. Prova ne sono le 120 novità recensite per la prima volta nella nostra Guida, su 750 aziende totali, segno che il settore è più vivo che mai. Molte le realtà che rompono gli indugi e mandano i loro oli in assaggio, per una valutazione”. 

 

Come sta cambiando la nostra filiera olivicola?

“Gran parte delle aziende sono giovani, con storie di ritorni all’agricoltura, di amore per l’extravergine che spingono a dedicarsi a questa attività. Una bella sfida per un settore che può crescere sia in produzione che in qualità senza stravolgere la coltivazione e valorizzando l’immenso patrimonio di cultivar. La metà degli oli recensiti sono biologici certificati e i 165 olii del Presidio Slow Food seguono un preciso disciplinare in campo e in lavorazione. A questo si somma la tendenza a valorizzare la biodiversità olivicola attraverso la produzione di monocultivar”. 

Quali sono le azioni da adottare per restare competitivi senza rinunciare a biodiversità e sostenibilità?

“Molte aziende hanno sposato la filosofia di Slow Food, attenta alle buone pratiche agronomiche, recuperando impianti abbandonati, valorizzando storie e territori e prestando attenzione all’impatto ambientale. L’avanzamento tecnologico ha dato impulso a questo processo di crescita. Non bisogna trascurare gli aspetti etici e valoriali, ovvero il modo in cui le aziende impattano sul territorio e sull’ambiente. E la narrazione che si deve fare del proprio lavoro deve comunicare proprio questo, superando un’etichettatura troppo anonima”.

Come possono, i valori del Presidio Slow Food favorire il turismo dell’olio?

“La tutela del paesaggio, per un principio di bellezza e per una solida custodia della biodiversità è alla base dei principi del Presidio Slow Food e anche dei nostri progetti legati al turismo. Per questo nella guida tendiamo a mettere in evidenza le caratteristiche delle aziende, la loro ubicazione e i servizi che si possono trovare. Deve essere una narrazione che invita al viaggio, alla scoperta di queste realtà. Perché riteniamo fondamentale, specie in questo settore, il legame con i produttori, la visita alle aziende, l’incontro diretto”. 

(Emanuele Gorelli)



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