Grappa: come sarà il mercato nel 2023?

Dopo un 2022 che ha visto il mercato della grappa mantenere una buona fetta di mercato, è ora di guardare al 2023

Il celebre distillato italiano piace, è cosa ormai nota. Non resta che riflettere adesso su quello che sarà il mercato della grappa nel 2023: l’export della grappa nel 2022 ha visto un ottimo incremento, a fronte di un calo delle vendite nella GDO e nell’e-commerce.

In forte ripresa un canale Ho.re.ca. che aveva molto sofferto le chiusure degli anni passati a causa dell’emergenza sanitaria.

Soprattutto negli Stati Uniti, anche grazie al costante lavoro di Assodistil e LC International, l’export del distillato nel 2022 ha continuato la sua crescita costante.

Adesso che anche la grappa ha il suo Consorzio ufficiale, resta da capire cosa potrà succedere al mercato della grappa nel 2023 appena iniziato e qual è il sentiment generale degli attori della filiera.

A restituirci un quadro generale è Nuccio Caffo, presidente del Consorzio Nazionale Grappa

Gennaio è tempo di bilanci: cosa ci si aspetta dal mercato della grappa nel 2023? 

“Facciamo un passo indietro: nel 2022 il mercato ha ben tenuto: all’estero la crescita è stata costante, soprattutto in USA, dove è in atto il progetto di promozione “Hello Grappa” guidato da AssoDistil volto a favorirne la conoscenza e la valorizzazione. Un po’ timore per il 2023 indubbiamente c’è: la crescita dei consumi fuori casa potrebbe essere frenata dall’inflazione e dall’aumento dei costi pro capite. Nell’off trade e nell’online l’attuale sofferenza del mondo beverage potrebbe prolungarsi per assestarsi su valori meno distanti dalla situazione pre-covid. Inoltre, le distillerie si trovano a fronteggiare costi ancora crescenti per le materie prime, in particolare per il packaging, oltre che per l’energia. Ciò ha portato ad un abbassamento della marginalità, dovuto al fatto che nel 2022 tutto è avvenuto in tempi rapidissimi e ciò non ha permesso alle aziende di recuperare con adeguamenti di listino altrettanto veloci”.

Quali le iniziative del Consorzio per questo nuovo anno?

“C’è tanta voglia di fare, di portare nel mondo la grappa e di promuoverne ancora il valore come eccellenza italiana. Per avvicinarci ancora al mondo dei giovani, la voglia di sperimentare non si ferma: vogliamo sdoganare la grappa dalle abituali modalità di consumo all’ambito della mixology senza perdere però di vista i rituali tradizionali del nostro distillato di bandiera, da sempre ottimo fine pasto o spesso utilizzata anche come “correttivo” del caffè.

Sicuramente all’estero la mixology può aiutarci ad approcciarci a culture e abitudini diverse dalla nostra, ma non dobbiamo dimenticare quanto sia amato il Made in Italy; quindi, dobbiamo trasferire le nostre tradizioni autentiche in tutto il mondo spiegandole nel modo corretto e trasferendo appieno la forte identità italiana del nostro prodotto”.

Export grappa: cosa è successo nel 2022?

I dati sono quelli presentati durante la 76esima Assemblea Annuale di AssoDistil e portano con sé buone notizie.

Nel primo semestre del 2022 le esportazioni di grappa hanno fatto registrare 28 milioni di euro, contro i 24 milioni dei primi 6 mesi del 2021. Un segno positivo pari a +17% in valore e +9% in volume.

I Paesi dove si esporta più grappa sono:

  • Germania: (59%)
  • Svizzera (14%)
  • Austria (5%)
  • Stati Uniti(3%)
  • Spagna (2%).

Consorzio Nazionale Grappa

Il Consorzio Nazionale Grappa è stato fondato il 3 marzo 2022 a Roma attraverso la trasformazione dell’Istituto Nazionale Grappa che era stato fondato il 12 settembre 1996, a Pavia.

Dopo lunghi anni di preparazione e grazie alla determinazione del Centro Studi Assaggiatori, si era così concretizzata la volontà dell’Istituto Grappa Piemonte, dell’Istituto Grappa della Valle d’Aosta, dell’Istituto Grappa Lombarda, dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino e dell’Istituto Grappa Veneta, ai quali si sono quasi subito uniti l’Associazione Produttori Grappa dell’Alto Adige e numerosi produttori singoli. 

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