Esiti di vendemmia 2023 in Campania

Le sfide e le vittorie della vendemmia 2023 in Campania, resilienza viticola e l’arte di superare le avversità

L’andamento climatico di quest’anno lo ricorderemo per la sua piovosità concentrata nel pieno della ripresa vegetativa. Non c’è stata eccezione durante questo 2023, nemmeno nella Campania, una vendemmia impegnativa caratterizzata un po’ ovunque da cali di produzione e problemi fitosanitari. Ce lo conferma Libero Rillo il titolare della storica azienda Fontanavecchia, un autentico santuario dedicato al vino, al duro impegno dell’uomo e all’incanto dei lenti e delicati riti che da generazioni permeano la vita di una famiglia di vignaioli. Fondate dal capostipite della famiglia Rillo nel XIX secolo, queste cantine sono state successivamente ristrutturate e ampliate nel corso del tempo, emergendo come una realtà vitivinicola di rilievo nel panorama campano. Situata nella contrada di Torrecuso, provincia di Benevento, l’azienda Fontanavecchia si estende su una superficie di 20 ettari, sotto la guida attenta di Libero Rillo, coadiuvato dall’esperienza del padre Orazio e del fratello Giuseppe.

Ci troviamo nel Sannio, terra di Falanghina e di Aglianico del Taburno, una regione generosa e ricca di opportunità per coloro che amano immergersi nella bellezza di paesaggi incontaminati, ancora selvaggi e pronti ad essere scoperti. Numerosi e diversificati sono gli itinerari da esplorare, tra i quali spicca la Dormiente del Sannio, un percorso che attraversa il Massiccio del Taburno-Camposauro, parte dell’Appennino Campano. Questo massiccio è spesso descritto come il profilo di una donna distesa con eleganza, impreziosita da un’aura di mistero.

Virgilio stesso ha parlato di queste terre nelle sue opere, sia nelle Georgiche sia nell’Eneide, raffigurandole come regioni ricche di acqua, vegetazione e una varietà di animali rari. Molte sono le destinazioni da esplorare, come il Parco del Grassano, situato nella suggestiva Valle Telesina. Qui, si possono scoprire castelli medievali, rovine romane e pittoreschi borghi immersi in un incantevole paesaggio incontaminato attraversato dalle acque cristalline del fiume Grassano.

Nel Sannio, ci spiega Rillo, si è contato una riduzione di carico di uva del 30% e oltre. “Il risultato del clima di quest’anno è stato il minor prodotto ma di ottima qualità. Le piogge del periodo primaverile hanno tardato il ciclo vegetativo di circa 15 giorni e il calore di luglio e agosto sono stati determinanti per la crescita del grappolo, che è risultato meno serrato. Rispetto all’anno passato, la siccità non è stato proprio un problema, grazie alle riserve idriche dei mesi precedenti”.

Si è stimato che l’impossibilità di effettuare i trattamenti in vigna durante i mesi primaverili abbia compromesso il raccolto

“Ci sono stati problemi fitosanitari, ma in cantina si sono portate uve sane. La vendemmia selettiva è stata più che mai utile a questo scopo”.

Un biennio difficile per il vino?

“Tra giacenze e cali produttivi sembrerebbe così. I mercati stessi sono stati poco stabili ed è difficile in queste condizioni di crisi economica prendere delle decisioni. La situazione del Sannio è meglio della media, lo vediamo dal numero di contrassegni di stato che sono in crescita, dai prezzi dell’uva che aumentano, anche se un po’ troppo velocemente”.

Si parla di ciclicità, qual è la sua opinione?

“Credo che sia appurato ormai che questa alternanza di stagioni piovose e siccitose non è più un’emergenza. Ciò che rende tutto allarmante è la velocità di questi cambiamenti. Credo che si debba guardare al futuro con uno sguardo concreto alla sostenibilità, ad una viticoltura moderna, negli impianti e nelle varietà. Oggi disponiamo di un bagaglio di conoscenze importante anche per quanto riguarda i vitigni resistenti e le Tea, che ritengo molto importanti per la viticoltura del futuro”.

Quali varietà hanno resistito oppure sono state più colpite?

“In generale posso dire che le uve a bacca rossa hanno sofferto di piu delle bianche. Nel complesso il fattore determinante è stato il ritardo vegetativo di primavera, a causa delle piogge, e la calura che è sopraggiunta subito dopo. Nel mese di luglio abbiamo avuto temperature di oltre 40°C, e questo ha determinato una chiusura stomatica con conseguente fisiologico ritardo di maturazione, recuperato poi nel mese di agosto, caratterizzato da temperature più fresche”.

Dati di vendemmia 2023 in Campania

Il 2023 è partito da un inverno con temperature miti e minori precipitazioni rispetto alla media stagionale. A marzo e aprile si sono registrati abbassamenti di temperatura che hanno determinato un ritardo nella ripresa vegetativa di 1-2 settimane rispetto agli anni precedenti. In generale il primo quadrimestre ha registrato scarse precipitazioni, mentre dagli inizi di maggio fino alla metà di giugno si è avuto un lungo periodo di piogge, 39 giorni piovosi su 45, risultando così i mesi più piovosi del periodo negli ultimi 15 anni.

Il mese di luglio, invece, è trascorso segnato da ondate di calore, con picchi di temperature sempre crescenti, talvolta superiori a 40°C, che hanno superato i record del passato, e tassi di umidità piuttosto elevati. All’inizio di agosto le temperature sono scese leggermente, e grazie a una buona ventilazione ed escursioni termiche giornaliere, il caldo è diventato più tollerabile per avviare le uve all’invaiatura.

Le condizioni climatiche estreme, avvenute durante la crescita dei germogli, la fioritura e l’allegagione, hanno creato una forte pressione della Peronospora, facendo registrare attacchi consistenti proprio nelle fasi vegetative di massima suscettibilità della vite a questo fungo. Inoltre, i prolungati periodi di pioggia, hanno reso impossibile l’accesso a molti vigneti, determinando la prima ondata di danni da Peronospora su foglie e infiorescenze, proseguita con una seconda ondata di attacchi che ha interessato anche i grappoli. Le piogge infettanti dell’ultima settimana di giugno hanno ulteriormente contribuito allo sviluppo della fitopatia.

L’entità di questa situazione si esprime a macchia di leopardo, in funzione della suscettibilità varietale e della posizione dei siti. Ogni areale ha situazioni diverse, con differenze significative anche nello stesso vigneto. Al momento, in termini generali, si prospetta un calo produttivo a livello regionale.

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