La digitalizzazione in cantina si fa largo grazie alla transizione 4.0

Dal controllo della temperatura di fermentazione alla regolazione dell’umidità nella barricaia, cresce la digitalizzazione in cantina e il numero di software customizzati adatti anche ad aziende medio-piccole

L’automazione e la digitalizzazione stanno entrando prepotentemente anche nelle cantine vinicole. Non solo in quelle più grandi, ma anche nelle strutture di medie e piccole dimensioni.

L’adozione di tecnologie 4.0 da parte delle cantine ha inoltre favorito l’accumulo di una mole importante di dati che però, se non armonizzati, rischiano di risultare inutilizzabili ai fini del raggiungimento degli obiettivi aziendali. Ne parliamo con Paolo Sartirano, presidente della sezione vini e liquori di Confindustria Cuneo.

Paolo Sartirano

Quali tipologie di software vengono utilizzate dalle aziende vitivinicole?

“Si può distinguere tra due tipologie di software gestionali: quelli più generici, che aiutano nella gestione dell’azienda e dei dipendenti, che possono essere utilizzati da qualsiasi impresa, e quelli specifici per le aziende vitivinicole. I sistemi di digitalizzazione della gestione e della programmazione del lavoro in cantina hanno preso sempre più piede negli ultimi tempi. Soprattutto negli ultimi due o tre anni, l’avvento dell’industria 4.0 ha fatto sì che molti processi all’interno delle cantine possano beneficiare di sistemi di digitalizzazione customizzati per ogni azienda”.

Quanto sono diffusi i sistemi industria 4.0 all’interno delle aziende vitivinicole italiane?

“Ovviamente, le prime ad utilizzarli sono le cantine più grandi e strutturate, quelle che producono dal milione di bottiglie in su. Già da qualche anno, queste cantine utilizzano sistemi e macchinari digitalizzati e sistemi per mettere in dialogo la macchina e il software gestionale. La digitalizzazione consente di organizzare meglio il lavoro e di renderlo più fluido, di avere sempre sotto controllo quello che sta succedendo e di intervenire anche in maniera remota”.

Possiamo fare alcuni esempi?

“La temperatura delle vasche di fermentazione può essere controllata costantemente sia dalla cantina sia da remoto. Nel caso dell’imbottigliamento, ci sono sistemi che eseguono il lavaggio e la sterilizzazione degli impianti in notturna, quindi in assenza di personale, per rendere la linea pronta per lavorare al mattino, rendendo così più efficace il lavoro e permettendo un risparmio di tempo e di manodopera”.

Quali sono le ultime novità?

“La tecnologia e l’elettronica stanno evolvendo velocemente e ci sono software sempre più complessi e più aderenti alle esigenze delle aziende. Ormai, il controllo in remoto dei macchinari da parte del costruttore è dato per assodato. Il MES (acronimo di Manufacturing Execution System) è un sistema che consente il dialogo tra i diversi sistemi. Io collego tutte le macchine al MES e il MES dialoga con il software. Questo sistema serve a gestire i dati per migliorare la produzione, traducendosi in una riduzione dei tempi di produzione e in un efficientamento dei processi. A queste macchine possono essere collegati anche tutti i sistemi di controllo qualità”.

E l’ERP?

“L’ERP (acronimo di Enterprise Resource Planning) è invece un sistema gestionale più avanzato che raccoglie i dati del MES al fine di renderli fruibili. Ad esempio, l’etichettatrice mi dice quante bottiglie ha etichettato. Se io quel numero lo collego a un ordine, posso verificare quando l’ordine è pronto. Oppure il sistema può segnalarmi che l’ordine non è stato evaso in maniera corretta. Questa tipologia di software serve a programmare l’intera giornata di lavorazione. Dando gli input alle macchine, l’operatore va a selezionare gli ordini in base a quello che richiede la macchina”.
Esistono soluzioni dedicate alle cantine più piccole?
“Ci sono software che permettono, ad esempio, di controllare e gestire la temperatura e l’umidità nella fase di invecchiamento, oppure nella fase di fermentazione. Tramite questi software, io da remoto posso vedere se la barricaia ha mantenuto l’85% di umidità e posso intervenire nel caso in cui ciò non avvenga”.

(Andrea Venturini)

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