Oggetto spesso di design, sulla tavola si vede di rado e suscita grande curiosità: ecco a cosa serve il decanter
Il decanter ha una lunga storia alle spalle e sul mercato si trova delle forme più disparate. Il suo utilizzo è controverso: c’è chi lo trova completamente inutile e chi lo considera fondamentale in alcune situazioni.
Ne abbiamo parlato con Antonella d’Isanto, etiquette coach, formatrice e docente a corsi di galateo e accoglienza per valorizzare relazioni e business. Da lei abbiamo già accolto i consigli circa l’utilizzo della coppa di champagne e dei calici migliori per il vino.
Antonella, come nasce il decanter e qual è il suo utilizzo?
Il decanter è un contenitore speciale di cristallo o di vetro, usualmente a forma di ampolla, ma può avere forme variegate. Il mercato dei produttori ha dato il meglio di sè in forme fantasiose, suggestive, eclettiche, ce ne sono per tutti i gusti anche come oggetto di arredo per la tavola.
La sua funzione è decantare, cioè ossigenare velocemente il vino in modo controllato in quanto, a contatto con l’aria, la reazione delle molecole è di unirsi rapidamente con l’ossigeno in modo che il vino sviluppi al meglio il proprio bouquet aromatico.
Per i vini rossi invecchiati è utile per separare gli eventuali sedimenti, infatti la formazione di residui all’interno della bottiglia potrebbero alterare l’assaggio e comprometterne il gusto.
E’ preferibile un decanter in cristallo, è più costoso ma pregiato; il cristallo è il materiale perfetto, leggero, resistente e, a differenza del vetro, non poroso e non foriero di effetti sul vino e sulle sue caratteristiche organolettiche.
Perchè il decanter ha questa fama di oggetto assolutamente snob?
In effetti ci sono estimatori e detrattori di questo oggetto. Li vediamo alcune volte sulle tavole dei ristoranti dove il sommelier o il cameriere si cimentano in un rito di grande suggestione.
Decantare il vino è un’arte e ha una bella scenografia.
Per i vini vecchi, mentre si versa il vino nel decanter, dietro la bottiglia si usa mettere una fonte di luce, magari una candela che serve a far vedere gli eventuali depositi che si avvicinano al collo della bottiglia.
E’ un oggetto particolarmente amato dagli americani e dagli asiatici, che spesso nei nostri ristoranti si fanno decantare anche dei vini che forse non meriterebbero tali cure.
Averlo a tavola fa chic e il vino che c’è dentro acquista improvvisamente regalità!
Questo però non autorizza a ritenere il decanter un oggetto superato o scenografico, ci sono situazioni dalle quale non si può prescindere dal suo utilizzo.
Quali sono le situazioni in cui non si può prescindere dall’utilizzo del decanter?
Io lo uso in maniera parsimoniosa in quanto non tutti i vini necessitano di essere decantati. Pertanto, se decido di servire un vino maturo, curo di portare la bottiglia dalla cantina in casa già dal giorno prima, la pongo in posizione in verticale per far depositare eventuali sedimenti sul fondo.
In questo caso, se ci fossero, non è proprio possibile farne a meno del decanter: se il vino ha dei sedimenti, dovuti al tempo, questi possono alterarne la limpidezza. Durante il servizio succede, ad alzare varie volte la bottiglia, che questi si muovano, si disperdano in tutto il liquido e finiscano nel bicchiere.
Un altro caso nel quale si consiglia vivamente l’uso del decanter è quando si decide improvvisamente di aprire una importante bottiglia di vino: quando vuoi gratificare i tuoi amici con una rarità d’annata gelosamente custodita in cantina, decidi allora di immolare questa chicca, sull’altare dell’amicizia e, per accelerare il processo di ossigenazione, mettere il nettare di Bacco in un decanter, ampolla, caraffa, aiuta a ossigenarlo velocemente per esprimersi al meglio.
Come si versa il vino?
Al momento del servizio si toglie la capsula, si pulisce la baga del collo della bottiglia, si stappa con molta cura, preferibilmente usando un tiratappi professionale (a doppia leva con la spirale sottile teflonata).
Per i vini rossi maturi si versa il vino nel decanter, senza fare movimenti bruschi, senza farlo gorgogliare e ponendo dietro la bottiglia una fonte di luce in modo da poter vedere in controluce, l’eventuale arrivo sul finale dei sedimenti e quindi smettere di versare.
Diversa è la decantazione di un grande vino rosso giovane, ancora molto molto tannico: si consiglia di decantarlo senza molta cura, versarlo nel contenitore a scroscio, così si implementa l’ossigenazione, i tannini si ammorbidiranno e il vostro palato vi ringrazierà.
Ricordate: non si decantano i vini bianchi né gli spumanti, rosati, i rossi giovani, con la sola eccezione di un grande vino rosso giovane.

Chi è Antonella D’Isanto
Cuore siciliano, ironia toscana, animo inquieto. Antonella d’Isanto è nata in Sicilia e non ha mai dimenticato la sua terra e la rigida educazione della nonna che le ha insegnato il piacere per la lettura, la cucina, la bella biancheria ricamata, l’ospitalità, il gioco delle carte e a bere il vino del suo piccolo vigneto. Laureata in Sociologia a Urbino, vive a Firenze e il suo animo inquieto, appassionato e ricco di interessi, l’ha trasformata da consulente del lavoro a proprietaria dell’azienda vitivinicola I Balzini, l’azienda familiare fondata dal marito e adesso condotta dalla figlia Diana. Antonella oggi è etiquette coach, formatrice e docente a corsi di galateo e accoglienza per valorizzare relazioni e business. Cura il blog www.tempidirecupero.eu