Cristina Mercuri: la prossima master of wine italiana?

Ex avvocato ora docente e wine educator: Cristina Mercuri con un linguaggio semplice e puntuale si rivolge ai giovani

Nel 2024 Cristina Mercuri potrebbe essere la prima donna italiana a raggiungere l’importante titolo internazionale. Per trasformare un hobby in lavoro servono passione coraggio e fiducia in se stessi: 3 ingredienti che ritroviamo nella storia di Cristina Mercuri, classe 1982, toscana con origini siciliane che ha abbandonato la carriera forense per dedicarsi al mondo del vino a 360 gradi.

Oggi è docente e wine educator presso l’accademia Wine Club che porta il suo nome e dopo oltre 10 anni di esperienza nel settore ambisce al titolo di Master of Wine che dovrebbe ottenere nel 2024 (dita incrociate!) 

Da avvocato a wine educator aspirante Master of Wine. Come si fa?

“All’infelicità del mio precedente lavoro come avvocato in house in una multinazionale ha prevalso la passione, il coraggio e la fiducia in me stessa. Non è stato semplice: il precedente impegno mi assorbiva gran parte della giornata ma il vino era già presente nella mia vita come hobby. Dopo aver raggiunto il terzo livello nei corsi di vino WSET ho mollato tutto e mi sono buttata: era il 2015, ho continuato ad investire su di me e a fine 2017 ho raggiunto il diploma Level, quello che mi ha dato un’iniezione fondamentale anche per superare qualche altro ostacolo che c’è stato nel frattempo. Nel 2021 è nato ilprogetto Wine Club a mio nome ed in cui metto la faccia: oggi ha 5 sedi in Italia (Milano, Asti, Trento, Roma e Napoli) con una decina di collaboratori ed un migliaio di partecipanti all’anno. Sogno di estendermi anche nelle mie due terre di adozione: la Toscana, dove sono nata, e la Sicilia, da dove arriva mia mamma e la mia adorata nonna”.

Chi si rivolge a te?

“Propongo diversi corsi di formazione, dall’avvicinamento al vino a masterclass di approfondimento e poi i tre livelli WSET. Vengono da me sia chi vorrebbe lavorare in questo mondo che chi ci lavora già; collaboro anche con cantine e ristoranti con servizi B2B taylor made. Quest’ultima è sicuramente la parte più stimolante, perché si può toccare con mano il salto di qualità di una persona. Ovviamente, cambio molto il linguaggio in base a chi ho davanti: leggero ma non superficiale per i primi approcci; più tecnico e specifico se ho professionisti che vogliono accrescere il loro bagaglio. Ad esempio, parlo molto di come il vino si comporta in bocca, tra acidità, tannini e struttura, mentre mi addentro meno in romanticismi su profumi e aromi oppure in dati che hanno poco senso se non spiegati a dovere”.

Incrociando le dita potresti essere la prima donna italiana Master of Wine nel 2024. Quale èsecondo te il ruolo più importante che questa figura può assumere per l’Italia del vino?

“Sono attualmente studente dello stage 3, consegnerò la mia tesi a dicembre e conosceremo il verdetto nel corso del 2024. Il mio percorso è iniziato nell’anno 2018-19. Credo che se tutto andrà bene sarà un grande segnale per tutto il mondo del vino che continua ad essere ancora molto dominato dagli uomini.

Essere Master of Wine significa avere una grande responsabilità per il proprio Paese e dare un importante contributo al miglioramento dell’industria italiana. Personalmente vorrei interpretare questo ruolo facendo emergere molto anche il mio lato di divulgatrice del vino, spingendo su due fronti: smuovere le coscienze verso atteggiamenti più sostenibili, e verso l’inclusività e la diversity”.

Divulgare in modo più leggero la cultura del vino è oggi la sfida fondamentale per avvicinare le nuove generazioni?

“A novembre sarò in Portogallo come speaker a Wine Future, dove l’obiettivo sarà proprio quello di riflettere su come agganciare le nuove generazioni. Ma credo che dobbiamo dare anche il giusto tempo alle nuove generazioni, anche la mia non è partita subito nel bere vini di un certo livello. Di strumenti didialogo, specie con la Gen Z che è molto preparata e seria, ne abbiamo tanti da usare, quindi anche i social giocano un ruolo fondamentale. Penso in particolare a podcast, Instagram e Tik Tok”.

Giacenza in cantina, vendemmia in calo, export che rallenta…tira un’ aria poco fiduciosa. Che opinione hai?

“Credo che dobbiamo lavorare per veicolare sempre di più e meglio il concetto di valore. Si parla troppo di quantità. Se andiamo a vedere i dati attuali, la frenata si registra sui volumi ma la spesa media non si è abbassata così tanto”.

Tre vini non scontati da consigliarci?

“Il Rosato Etna Doc Contrada Volpara di Cantina Maugeri; il Pinot Nero di Maso Cantanghel di Lavis in Trentino e il Metodo Classico di Lini910 di Correggio, Reggio Emilia”.

In bocca al lupo Cristina e speriamo di intervistarti nel 2024 come prima donna italiana Master of Wine!

(Intervista di Giovanni Pellicci)

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