Conoscete il Timorasso, detto anche Barolo Bianco?

Intervista a Mattia Bellinzona, presidente Coldiretti per la Zona di Tortona.

E’ il +20% di ettari di Timorasso in soli 2 anni (da 90 a circa 110 ettari) che sta portando il focus enologico su questo vitigno autoctono a bacca bianca originario di Tortona (Alessandria). Ne abbiamo parlato con Mattia Bellinzona, presidente Coldiretti della zona.

Da dove nasce questo aumento di impianti di Timorasso tra i Colli Tortonesi?
“Dalla richiesta negli ultimi anni di  vini più complessi. Il Timorasso regala un vino asciutto, corposo e più alcolico del Cortese, oltre che essere una coltivazione storica della zona, regredita dopo la Seconda Guerra Mondiale, e tornato in auge negli anni ’90”.

Per quale motivo la sua coltivazione era stata quasi abbandonata?
“È difficile da coltivare a causa della sua produttività discontinua,. E’ un vino che si esprime al meglio dopo 3-4 anni, un bianco longevo che ricorda un rosso, perciò viene definito anche il ‘Barolo Bianco’ e gli stessi produttori delle Langhe stanno investendo in nuovi impianti di Timorasso”.

Oggi quante bottiglie ne vengono prodotte?
“Meno di 500.000, un numero destinato a crescere. Di queste non sappiamo ancora con precisione quante restano in Italia e quante varcano i confini nazionali, pur certi dell’interesse da parte dei mercati esteri”.

Previsioni sul futuro del ‘Barolo Bianco’?
“Stiamo discutendo di una nuova Doc che certifichi un Timorasso 100% Colli Tortonesi, luogo dove questa vite ha il suo habitat, con un terreno unico, il lungo soleggiamento e la posizione al riparo dei venti che dona una produzione di alta qualità”.

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