Caldo, siccità e barbatelle: come si risolve la questione?

Barbatelle: l’assenza di piogge primaverili, il grande caldo e la siccità provocheranno perdite fino al 10% sulle rese finali degli innesti

Le barbatelle dei nuovi impianti in moria, quelle radici che non riescono ad attecchire mangiate dal grande caldo e dalla siccità: il futuro è un bel punto di domanda per i vivaisti viticoltori alle prese con la siccità.

E mentre si studiano portainnesti che possano resistere al caldo (abbiamo parlato pochi giorni fa dei portainnesti M) e prodotti da utilizzare in caso di grande caldo e di stress idrico, la siccità che ha interessato il paese sta provocando effetti devastanti su tutta l’agricoltura in generale, il comparto del vino non è escluso.

L’intervista a Emanuele Marchi del Consorzio Italiano Vivaisti Viticoli Ampelos

La conseguenza più significativa si riversa nelle basse rese degli innesti e sulla messa in commercio di barbatelle di seconda scelta, le soluzioni? Il vivaista è alle strette: “Sul settore vivaistico non ci sono particolari tecniche risolutive alla mancanza di acqua – dice Emanuele Marchi, socio del Consorzio Italiano Vivaisti Viticoli Ampelos e vice presidente della Miva (Moltiplicatori Italiani Viticoli Associati) – forse l’unica alternativa è il posizionamento degli appezzamenti di vivaio vicini ai corsi d’acqua”. Le barbatelle resistenti alla siccità potrebbero essere una direzione.

“In molte zone del nord Italia, sono molti i clienti che già stanno chiedendo varietà tipo il Glera, lo Chardonney e il Pinot Nero su portainnesti resistenti alla siccità, in grado di intercettare l’acqua più in profondità”.

Ormai è sempre più evidente, la crisi climatica è tangibile e pone i vivaisti di fronte a sfide sempre più complesse. L’assenza di neve in montagna e soprattutto di piogge durante il periodo invernale e primaverile sono le principali cause delle basse rese che si registrano. “Questo è stato un anno da dimenticare, troppe le problematiche a cui far fronte. Anche le aree coperte dal Consorzio di Bonifica hanno registrato alcune difficoltà per l’approvvigionamento di acqua. E’ vero, rispetto al passato quando l’irrigazione con impianti a pioggia era un must, adesso con i gocciolanti c’è meno richiesta di acqua che dunque viene meglio gestita.

Discorso diverso invece per le aziende con i pozzi artesiani che inevitabilmente sono a secco e soffrono più di tutte la scarsità idrica”. Stando alle stime per Marchi: “Si perderanno tra i 5 e i 10 punti percentuali sulle rese finali degli innesti”. Sulla scarsità delle rese spiega: “Più che il grande caldo di questi giorni, sono state le alte temperature di maggio e giugno a far soffrire le barbatelle, periodo in cui appena messe in vivaio non possiedono ancora un apparato radicale ed hanno dunque bisogno di acqua in abbondanza per svilupparsi. Come conseguenza del periodo torrido – aggiunge Marchi – hanno fatto fatica a radicarsi”. Anche il prodotto messo allora in commercio ne risente: “In annate particolarmente calde come questa avremo barbatelle in prevalenza di seconda scelta”. Per ora il futuro è un’immagine lontana e sfocata, lo stesso presente è incerto. “Chi lo sa come sarà – dice – ormai più passano i giorni più ci rendiamo conto che si sta andando verso periodo caldi e siccitosi. Il nostro futuro è un bel punto di domanda – conclude – Speriamo non siano tutte annate come questa perché i problemi sarebbero devastanti per tutta l’agricoltura, non solo per il settore del vino”.

 

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