Si è tenuto mercoledì 11 maggio 2022 l’incontro organizzato da Assodistil “Bioetanolo: la mobilità sostenibile è ora”, dedicato al bioetanolo ponendo al centro il ruolo fondamentale delle distillerie.
All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, stakeholder e operatori del settore per discutere delle imminenti prospettive regolatorie, anche alla luce delle recenti disposizioni che obbligano, per la prima volta e finalmente in Italia- l’immissione in consumo di bioetanolo sostenibile in Italia a partire dal 2023, con lo scopo di ridurre le emissioni dei trasporti e contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti dal PNIEC e dalla Direttiva RED al 2030.
Facciamo il punto con il direttore di Assodistil Sandro Cobror.

A che punto siamo anche rispetto alla crisi dei costi energetici esplosa con il conflitto in corso?
“E’ una fase storica molto complessa per l’intera economia e finanza globale e per tutti i settori industriali, ed in particolare per il nostro settore distillatorio.
Dopo due anni di crisi legata alla pandemia di Covid-19 che hanno impattato pesantemente sui consumi di alcole e di bevande spiritose, e che ancora non possiamo affermare essersi conclusa, da alcuni mesi siamo molto preoccupati, innanzitutto umanamente, per quanto sta avvenendo in Ucraina.
Il settore distillatorio è un settore fortemente energivoro per sua natura e quindi la crisi energetica, originatasi ancora prima della crisi in Ucraina ma che con la guerra sta acuendo i suoi effetti, sta mettendo seriamente a rischio imprese e un settore che vedono i costi energetici aumentare a vista d’occhio, il metano è più che quadruplicato rispetto allo scorso anno.
Tali aumenti solo se temporanei potranno essere assorbiti dai produttori che non possono ribaltare interamente l’extracosto sul consumatore.
A questo si aggiunga l’aumento di prezzi e la scarsità di offerta delle materie prime, come i cereali, o i materiali di consumo come il vetro e tutte le materie e materiali che risentono fortemente della situazione di crisi.
Come Associazione nelle scorse settimane abbiamo inviato una lettera al Ministro Giorgetti sottolineando la gravità della situazione, argomentando le ragioni della nostra istanza e chiedendo esplicitamente che il Governo si faccia promotore di una proposta per porre un tetto al prezzo del gas. Siamo ancora in attesa di una risposta”.
Quali sono le proposte per far guadagnare autonomia energetica al Paese?
“Le distillerie possono contribuire a mitigare almeno la domanda di import energetico del nostro Paese: le distillerie, oltre a produrre alcole e distillati, producono bioetanolo (il biocarburante più diffuso al mondo), biogas, biometano ed energia da biomasse. Tutte bioenergie prodotte in Italia che riducono enormemente l’impatto ambientale rispetto ai prodotti fossili.
Purtroppo da un lato l’Italia è in ritardo con l’introduzione del bioetanolo da utilizzare in sostituzione della benzina e dall’altro nei prossimi due anni arriveranno a scadenza gli incentivi per gli impianti a biomasse che costringeranno gli operatori ad interrompere la produzione energetica, e per questo abbiamo già da tempo sollecitato il Governo ad intervenire almeno per prorogare la scadenza fissata per gli incentivi previsti dalla normativa vigente. Ahimè anche in questo caso con scarso riscontro.
Perchè la scelta di esportare all’estero quasi tutto il bioetanolo prodotto dalle distillerie (e non solo)?
“La vendita del bioetanolo prodotto in Italia oggi al di fuori dei confini nazionali non è stata e non è una scelta degli operatori italiani, ma dipende dalla domanda praticamente assente nel nostro Paese per questo tipo di biocarburante: per ragioni diverse e che sarebbe lungo descrivere in poche righe, il nostro Paese ha storicamente privilegiato la promozione del biodiesel (sostituto del gasolio) rispetto al bioetanolo (sostituto della benzina). Uno dei motivi negli anni scorsi è stata la predominanza di vendite di auto a gasolio rispetto a quelle a benzina. Tale scenario, tuttavia, è profondamente mutato negli ultimi anni ed oggi assistiamo ad una larga maggioranza di vendite di auto a benzina (o ibride benzina/elettrico), cosa che ha costretto il legislatore ad optare per una recente disposizione che prevede appunto, a partire dal 2023, quote obbligatorie crescenti di immissione in consumo di bioetanolo in sostituzione parziale della benzina. Per ora si tratta di quote percentualmente basse ma che almeno rappresentano quel segnale che da anni, come associazione, invocavamo. Possiamo quindi affermare che, a partire dal 2023, almeno una parte del bioetanolo prodotto in Italia resterà nel nostro Paese”.
Il bioetanolo può essere la soluzione per la mobilità sostenibile?
“La direttiva sulle fonti rinnovabili REDII prevede per i fornitori di benzina, diesel e metano entro il 2030 l’introduzione di una quota pari al 16% di fonti rinnovabili sul totale di carburanti immessi a consumo.
Non esiste un’unica soluzione per raggiungere questo obiettivo, serve invece un mix energetico di cui il bioetanolo sostenibile è un componente imprescindibile. Il bioetanolo è un biocarburante già disponibile in Italia, 100% rinnovabile, che non necessita di nuove infrastrutture, che riduce le emissioni del 75% rispetto alla benzina e che pone le basi per lo sviluppo di una nuova industry, rispettosa dei criteri di sostenibilità e circolarità. Proprio questi temi sono stati trattati nel corso della 2 edizione del nostro workshop “Bioetanolo: la mobilità sostenibile è ora!” – organizzato dall’associazione lo scorso maggio per sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica su questa importante risorsa.
Attendiamo ora l’introduzione nel mercato domestico a partire dal 2023 di una prima quota obbligatoria di bioetanolo in sostituzione della benzina così da iniziare un percorso virtuoso di riduzione reale delle emissioni delle nostre auto”.