Metodo classico Alta Langa e le opportunità di una crisi

Mauro Mattei, ex sommelier di Piazza Duomo, indica come il metodo classico Alta Langa del Piemonte sia in rampa di lancio

Oggi in Alta Langa si producono spumanti metodo classico molto apprezzati, benché la storia della Docg Alta Langa è molto recente. Per comprendere la sua natura ci siamo rivolti a Mauro Mattei, ex sommelier di Piazza Duomo ad Alba e Fine Wine Specialist.

La zona di produzione Alta Langa docg

Ci troviamo nella fascia collinare compresa tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo situata alla destra del fiume Tanaro. Nel terreno troviamo delle condizioni che sono estremamente favorevoli alla produzione di spumante di qualità. Infatti nelle colline che caratterizzano questa area sfilano numerosi vigneti coltivati a Pinot Nero e Chardonnay su suoli marnosi, calcareo-argillosi, con una fertilità moderata.

Di norma i vigneti si trovano in collina ad una altezza minima di 250 metri slm e sono vietati i terreni di fondovalle e umidi. Il Disciplinare poi prevede che ogni vigneto sia composto da almeno 4.000 ceppi ad ettaro (10.000 mq).

I vigneti sono allevati a spalliera con un sesto di impianto che ne limita l’altezza del cordone e la potatura preferita è il Guyot tradizionale o il cordone speronato.

La produzione delle uve non può superare le 11 tonnellate per ettaro e la resa in mosto di tutte le frazioni della pressatura deve essere inferiore al 65% così da ricavare esclusivamente la parte derivante dalla polpa.

La testimonianza del sommelier Mauro Mattei sugli spumanti metodo classico dell’Alta Langa

Come si evidenziano e differenziano questi spumanti dagli altri italiani?

“Il progetto dell’Alta Langa, da disciplinare, prevede l’esclusiva produzione di spumanti millesimati e il tempo minimo di permanenza sui lieviti è di 30 mesi. Questo fa sì che l’offerta si distacchi dagli spumanti da “alta rotazione”, ritagliandosi un ruolo di lusso. La combo tra regole produttive e terroir fornisce una gamma di prodotti interessanti, con punte di eccellenza, grazie all’utilizzo consapevole dei legni e del dosaggio”.

Quali sono le caratteristiche del vino e l’abbinamento ideale con il cibo?

“Le chances in ambito gastronomico sono molteplici. Il perlage, la struttura e la complessità sono le caratteristiche di spicco. Sono l’ideale per accompagnare aperitivi, ma anche piatti complessi: frutti di mare poco sapidi, crudi e cotti, crostacei, salumi di pesce; primi piatti saporiti, con sughi di mare o delicati di carne; pesci nobili, grassi, la vitella piemontese e le carni di cortile”.

Quali sono le tendenze del mercato, specie in questo periodo estivo?

“Stiamo vivendo un millesimo particolare, in termini di consumi. Il mercato mostra una diffusione elevata di vini di buon profilo, confermando le impressioni nate dopo il 2021 e i lockdown. La mancanza sulle tavole e sugli scaffali di prodotti leader ha creato un buco nelle cantine di ristoratori e clienti, ma anche nuove possibilità commerciali. L’Alta Langa è una delle realtà che più ha giovato di questo e oggi può sedere allo stesso piano di Trentodoc e Franciacorta, con soddisfazione di produttori e consumatori”.

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