Secondo l’immunologa Antonella Viola, professoressa di Patologia Generale a Scienze Biomediche all’Università di Padova, non è vero che “due bicchieri di vino al giorno fanno bene alla salute”, anzi: “Dire che un paio di bicchieri di vino al giorno non fanno male è falso e pericoloso. L’etanolo – spiega – l’alcol che si utilizza in tutti i tipi di bevande alcoliche, è cancerogeno”.
Il digiuno intermittente per preservare l’invecchiamento cellulare
Per motivare e sostenere le sue dichiarazioni, Antonella Viola ha deciso di raccontare la sua storia personale nel libro “La via dell’equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità”, edito da Feltrinelli. Tra le pagine narra: “Ho 53 anni e sto invecchiando. Non me lo dice solo il calendario, ma anche e soprattutto il mio corpo che cambia. Dentro e fuori. Da qualche giorno ho un paio di occhiali nuovi – sottolinea – e mi accorgo di non poterne più fare a meno per lavorare al computer. Non possiamo combattere contro il tempo. È una guerra persa in partenza. Però possiamo imparare ad abitare meglio il nostro corpo… il punto non è fare di tutto per allungare gli anni di vita, ma invecchiare in modo sano”.

Il suo racconto parte dalla storia della persona più longeva mai esistita al mondo, la francese Jeanne Calment, morta alla veneranda età di 122 anni. L’immunologa ha analizzato la sua vita, i meccanismi dell’invecchiamento e tutti i vari fattori che possono incidere. A suo dire, “quando si tratta di capire perché invecchiamo e come possiamo tutelare la nostra salute, l’unica voce affidabile che abbiamo a disposizione è quella della scienza”. E sottolinea l’importanza di questo aspetto in diverse interviste rilasciate, in primis al Corriere della Sera, in occasione delle quali ha parlato anche della sua vita personale e di tutti gli accorgimenti che ha messo in atto per preservare la sua salute e l’invecchiamento cellulare.
In particolare, fa riferimento al digiuno intermittente, una pratica adottata da un gran numero di persone soprattutto negli ultimi anni: “Da un paio di anni ho iniziato a inserire nella mia routine alimentare ore di digiuno – rivela – e questa è diventata un’abitudine che seguo almeno 4 giorni a settimana – per poi allungare ogni tanto a 20 o 24. Dopo l’asportazione della tiroide e la successiva menopausa, ho visto, come accade a molte donne, il mio corpo cambiare. La circonferenza della vita ha cominciato a crescere come mai era accaduto prima. Avevo provato diete, mi ero comprata il tapis roulant ma non riuscivo in nessun modo a sentirmi quella di prima. Il mio metabolismo era cambiato. Ed era necessario un approccio nuovo. Conoscevo bene il digiuno intermittente. E così ho iniziato a digiunare 16 ore al giorno, ogni giorno, ma ho anche smesso di bere ogni tipo di bevanda alcolica e modificato la mia alimentazione. Nel giro di 4 mesi avevo perso 11 kg ed ero tornata nella mia solita taglia. Da allora, bevo solo un bicchiere nelle occasioni speciali e cerco di inserire 16 ore di digiuno almeno 4 volte a settimana. E mi sento così in forma che ho ripreso ad allenarmi”.
Perché il vino farebbe male alla salute?
Ed è proprio qui che l’immunologa affronta il tema della tossicità dell’alcool che, nei mesi scorsi, ha suscitato numerose polemiche: “Dire che un paio di bicchieri di vino al giorno non fanno male è falso e pericoloso – ribadisce la professoressa – perché l’etanolo, l’alcol che si utilizza in tutti i tipi di bevande alcoliche, è cancerogeno”.
Le sue affermazioni si fonderebbero su uno studio inglese, secondo cui su 1000 donne e 1000 uomini che consumano in media una bottiglia di vino a settimana, 14 donne e 10 uomini svilupperebbero un tumore causato proprio dall’alcool. “Non a caso – aggiunge – già nel 1988 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno inserito l’etanolo nella lista dei carcinogeni di primo livello”.
Ad avvalorare la sua tesi è subentrato anche il marito, il chimico Marco Cattalini, che ha praticamente rinnegato l’efficacia e l’affidabilità della dieta mediterranea: “Pratico il digiuno intermittente dal 2016, saltando la cena ogni sera – ha detto – l’ultimo pasto lo faccio alle 15. Bevo vino solo in casi eccezionali, perché l’OMS ha dimostrato con studi scientifici che fa male. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire”.
Cosa dice l’OMS?
Cattalini cita, quindi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità; ma cosa afferma, effettivamente, quest’ultimo in merito a una presunta tossicità del vino?
Bisogna precisare che il chimico marito dell’immunologa fa riferimento, in realtà, a una tesi abbastanza controversa basata solo e soltanto su uno studio Lancet che risale a cinque anni fa: si tratta del “Global Burden of Diseases”, che comprende dati parziali e datati escludendo, invece, informazioni fornite dalla stessa OMS in merito alle aspettative di vita di Europa, Svizzera, Spagna, Italia e Francia che, pur essendo tra i principali consumatori di vino, rientrano nella top 5 europea per longevità.
Al contempo, non viene minimamente contemplato il voto dell’Europarlamento, avvenuto nel 2022, sul Cancer Plan proposto dalla Commissione Beca, che ha completamente scagionato il vino da tutte le accuse. La bevanda farebbe male solo se assunta in eccesso, mentre il consumo moderato non causa alcun problema (né, tantomeno, il cancro).
La risposta dell’IRVAS
In merito al dibattito non si è fatta attendere la risposta dell’IRVAS (Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute), che parte da un presupposto non indifferente: sul vino, da diversi anni, incombono teorie proibizionistiche che, alla lunga, potrebbero costringere i produttori a giocare sulla difensiva (come già fatto dall’Irlanda, che ha introdotto gli health warning sulle etichette) e il modo migliore per farlo è basarsi su scienza e ricerca.

L’istituto in questione nasce proprio per questo: si tratta di un ente indipendente, con a capo Luigi Tonino Marsella del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha come obiettivo primario la promozione e la divulgazione delle conoscenze e delle corrette informazioni in merito alla dieta mediterranea e al consumo consapevole di vino.
Lo studio della rivista Nutrients
Il lavoro scientifico più recente effettuato sul consumo moderato di vino è stato pubblicato sulla rivista internazionale Nutrients ed è il frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori indipendenti provenienti da diverse istituzioni accademiche italiane. Questi ultimi hanno evidenziato che esistono grosse differenze tra vino e altre bevande alcoliche e confermano che il primo, se non assunto in quantità elevate, non solo non causa malattie cronico-degenerative, ma apporta numerosi benefici alla salute, se inserito all’interno di un’apposita dieta mediterranea.
Dallo studio, poi, emerge che il vino possiede proprietà uniche per via della sua composizione ad alto contenuto di polifenoli e antiossidanti; se consumato con parsimonia durante i pasti, per esempio, diminuisce gli effetti tossici dell’etanolo e, al contempo, aumenta le difese antiossidanti e disintossicanti grazie alla presenza di componenti biottive in grado di equilibrare le difese dell’organismo e proteggere da eventuali malattie croniche e degenerative.
I principali benefici del vino secondo Attilio Giacosa
All’affermazione dell’immunologa Viola e del marito in merito al fatto che il vino causerebbe il cancro ha risposto Attilio Giacosa, professore al Policlinico di Monza e membro del gruppo di ricercatori dell’IRVAS: “Il bere mediterraneo non influenza in modo apprezzabile il rischio overall di cancro. Se, infatti, vi è assoluto consenso scientifico sul ruolo dell’alcol nell’indurre un aumento correlato alla dose del rischio di vari tumori (in particolare capo e collo, esofago, fegato, mammella, colon e retto) – spiega – tuttavia, molti studi evidenziano come la Dieta Mediterranea, che include un consumo moderato e abituale di vino durante la vita adulta e preferibilmente durante i pasti, si associ a una riduzione del rischio oncologico”.

E non solo: sempre secondo Giacosa, rispetto agli astemi, “chi beve 5-15 g di alcol al giorno manifesta una riduzione del 26% del rischio di malattie cardiovascolari e una riduzione del 51% del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, se il consumo di alcol è preferenzialmente dovuto a vino rosso”.
In poche parole, come accade spesso nella vita, la verità sta in mezzo. Basta solo far parlare la scienza.