Il vino biodinamico e la terracotta

Il I congresso internazionale dedicato alle esperienze di vinificazione in anfora, nella fornace di Artenova all’Impruneta, (Toscana), il 22 e 23 novembre

Foto di Artenova
Foto di Artenova

Il binomio tra vino e terracotta ha origini antiche, che risalgono alla Magna Grecia, ma la viticoltura contemporanea ha, da diversi anni, ricominciato a sperimentare questo materiale per la vinificazione. Le anfore della Georgia sono le più diffuse ma il distretto del cotto imprunetino, in Toscana, ha trovato il modo di rispondere a un’esigenza evidentemente in crescita, grazie alla fornace di Artenova, azienda a conduzione familiare di Leonardo Parisi, la prima in Italia che ha iniziato a sperimentare la produzione di giare per la vinificazione. I vantaggi nell’usare questo materiale naturale per la vinificazione, sono il controllo delle temperature, soprattutto se le anfore vengono interrate, una migliore ossigenazione e soprattutto una minore caratterizzazione olfattiva rispetto al legno. Inoltre, una scelta di vinificazione che spesso viene fatta in concomitanza all’uso delle anfore, sono le lunghe macerazioni, che permettono un uso inferiore di solforosa. Questi motivi fanno sì che molte delle aziende che si avvicinano a questo tipo di sperimentazione siano biologiche o biodinamiche, in virtù proprio di una ricerca di maggiore naturalità e di maggiore potenzialità espressiva del vitigno.
Grande attenzione alla viticoltura naturale verrà, quindi, data nel corso delle due giornate con una degustazione guidata da Adriano Zago, agronomo ed enologo esperto di biodinamica, sabato 22 alle ore 15. Verranno confrontati gli stili di 4 aziende biodinamiche, ognuna delle quali presenterà 2 vini della stessa annata e della stessa varietà, di cui uno è stato vinificato e conservato in anfora fino all’imbottigliamento.

Per info:

http://giare.terracotta-artenova.com/la-terracotta-e-il-vino-il-programma/

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