“Non è vero che il vino consumato con attenzione fa male alla salute”. A dirlo con forza è il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Il ministro ha pronunciato queste parole in un videomessaggio inviato in occasione dell’inaugurazione della settima edizione dei Campionati della Cucina Italiana, organizzati dalla Federazione Italiana Cuochi e in corso alla Fiera di Rimini.
La polemica sulla nuova etichettatura dei vini in Irlanda
Il riferimento indiretto di Tajani è alla recente polemica scoppiata in tutta Europa in seguito all’approvazione di una proposta di legge in Irlanda, ratificata dalla Commissione Europea, che prevede l’indicazione sulle bottiglie di vino e, in generale, di bevande alcoliche della pericolosità per la salute e dei rischi di cancro legati al consumo di alcolici. In particolare Italia, Spagna, Francia e Portogallo si sono subito opposti al provvedimento, insistendo sulla distinzione tra abuso e consumo. “Esiste una netta differenza – aveva spiegato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – tra il semplice bere un bicchiere di vino e l’abuso di alcol. Criminalizzare i prodotti alcolici significa aggredire un prodotto di qualità, una vera e propria eccellenza, mettendolo sullo stesso piano di altre sostanze che, invece, sono riconosciute come dannose”.
Concetto ora ribadito da Tajani, che è tornato sulla questione, pur non citandola direttamente. “Difendiamo – ha precisato il ministro del Governo Meloni – la nostra cultura alimentare, evitiamo che ci siano tentativi di escludere dalla nostra alimentazione prodotti come il vino. Non è vero che il vino consumato con attenzione fa male alla salute. Dobbiamo, però, anche informare correttamente i consumatori e combattere gli sprechi, ecco perché siamo contro il Nutriscore ma siamo favorevoli al Nutrinform, ovvero un sistema che informi il consumatore senza però creare finti allarmismi, magari a vantaggio di qualche grande impresa extra europea, a danno delle imprese agroalimentari italiane”.
L’etichetta Nutrinform Battery contro Nutriscore
Il riferimento del ministro Tajani è all’etichetta ideata dalla Francia, Nutriscore, che, utilizzando l’immagine di un semaforo, assegna un colore a ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto. In linea generale, i cibi con semaforo verde sarebbero da preferire rispetto a quelli rossi.
Contro il sistema di etichettatura francese si è schierata l’Italia, sostenendo che le indicazioni a semaforo penalizzano la dieta mediterranea – che è uno stile di vita, più che un semplice elenco di alimenti – e i prodotti Made in Italy. L’alternativa proposta si chiama Nutrinform Battery e valuta non i singoli cibi, quanto piuttosto la loro incidenza nell’ambito della dieta. L’etichetta è raffigurata come una batteria e reca l’indicazione di tutti i valori relativi a una singola porzione consumata. All’interno del simbolo vengono indicate le percentuali di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalle singole porzioni, rispetto alla quantità giornaliera raccomandata. L’obiettivo di questa etichetta è quello di contribuire a definire un metodo per combattere le patologie legate a cattive abitudini alimentari.
Il motivo che ha spinto l’Italia e altri Paesi a presentare una controproposta è soprattutto economico. Infatti, l’adozione dell’etichetta Nutriscore avrebbe un peso che, secondo le stime di Coldiretti e Federalimentare, potrebbe arrivare fino al 50% dell’export.
Il valore del settore enogastronomico italiano
Tornando al discorso di Tajani ai Campionati della Cucina Italiana, il ministro ha portato il suo messaggio di plauso al settore enogastronomico italiano. “Sono lieto – ha affermato Tajani – di portarvi il mio messaggio di sostegno, ribadendo l’impegno del Governo, con il ministero degli Esteri in prima fila, per una diplomazia della crescita che mira a promuovere e tutelare all’estero, con un’azione a 360 gradi, le nostre filiere produttive d’eccellenza, a cominciare dal settore enogastronomico italiano. È un settore fondamentale per il nostro Paese, di cui sostiene la crescita con un volume di esportazione passato da quasi 37 miliardi nel 2015 a 51 miliardi nel 2021, promuovendo l’immagine e i valori dell’Italia e i prodotti del Made in Italy nel mondo”.
Il settore enogastronomico ha continuato a crescere anche nel 2022, con una fine dell’anno da record. Un trend che dimostra come l’agroalimentare italiano sia un settore che può sostenere la ripresa dell’economia del Paese, tanto da raggiungere a fine 2022 il record storico nelle esportazioni a quota 60 miliardi. Il successo dell’export spinge anche il valore complessivo della filiera agroalimentare che, nel 2022, è diventata la prima ricchezza d’Italia, per un valore di 580 miliardi di euro, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, nonostante le difficoltà legate alla situazione internazionale.
“Il ministero – ha concluso Tajani – lavora per diffondere nel mondo la conoscenza delle nostre specialità culinarie. Avviciniamo il grande pubblico alle nostre ricette tradizionali e valorizziamo le innovazioni che rendono sostenibili i nostri processi produttivi, attenti alla tutela della salute, delle persone e dell’ambiente. Facciamo gioco di squadra con imprese e associazioni di categoria per valorizzare la dieta mediterranea”.