Il genome editing del vino riscrive il DNA delle piante

Arriva la correzione mirata della sequenza del DNA delle piante per innovare la viticoltura italiana in termini ambientali, economici e sociali

Si è svolto oggi a Firenze dell’annuale forum nazionale vitivinicolo organizzato da Cia-Agricoltori italiani che ha avuto come tema principale le possibili applicazioni del genome editing. Molte le possibili applicazioni ma anche le perplessità.
Ecco alcune dichiarazioni.
Il presidente nazionale Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino, ha così commentato: “l’avanzamento della ricerca scientifica è non utile, è indispensabile, ma l’applicazione su larga scala di quello che è stato prodotto fino ad oggi è problematico, nel senso che non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo per noi fondamentale di rendere resistenti i vitigni autoctoni che impieghiamo nelle nostre denominazioni di origine. Quindi, è un passo avanti, è un avanzamento continuo verso un obiettivo che speriamo di raggiungere presto”.
Luca Brunelli presidente Cia Toscana ha aggiunto che “noi partiamo dall’esperienza che ci hanno tramandato i nostri agricoltori, abbiamo bisogno di valorizzare quell’esperienza, quelle peculiarità e quelle qualità organolettiche che ci permettono di essere primi sui mercati mondiali. Dobbiamo con serenità affrontare le nuove sfide – conclude Brunelli – e utilizzare quell’innovazione necessaria per mantenere le stesse caratteristiche, ma abbiamo bisogno che tutto quello che la scienza ci mette a disposizione sia comprovato, che ci sia la ripetibilità dei risultati perché non possiamo percorrere strade senza conoscerle”.
Le potenzialità dell’innovazione per il settore vitivinicolo sono state spiegate dal presidente dei Georgofili, Massimo Vincenzini: “Grande è l’interesse verso vitigni resistenti a malattie non solo come mezzo per ridurre l’impatto ambientale dei trattamenti fitosanitari, ma anche come strumento utile a mantenere le produzioni di qualità”.
Per l’assessore regionale all’agricoltura, Marco Remaschi, intervenuto alla tavola rotonda del forum, “è una discussione molto interessante e appassionante che credo potrebbe portare nel corso dei prossimi anni anche a cambiamenti radicali, dobbiamo approfondire tutta una serie di temi scientifici che stamattina sono stati trattati e su questo credo che ci voglia maggior coraggio da parte del mondo della viticoltura toscana”.

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