I danni alla viticoltura provocati dalla guerra

 Le guerre attive sono ancora molte e con loro i danni al patrimonio vitivinicolo mondiale

[dropcap]P[/dropcap]ubblico interessato, nei giorni scorsi al castello di Duino, al convegno “Dalla Grande guerra ai Grandi vini”. Tema quantomai attuale visto il grande numero di conflitti ancora presenti sul nostro pianeta. Focus sulla situazione del periodo pre e post bellico e come esso abbia influenzato la viticoltura. Sono stati raccontati i devastanti effetti del conflitto, come essi abbiano stravolto la zona e di conseguenza la viticoltura locale attraverso l’abbandono della forza lavorativa, causa la chiamata alle armi di cittadini dei due rispettivi fronti e la devastazione di parecchi ettari di terreno.

kQpjCeA=--A prendere la parola Stefano Cosma, Roberto Filipaz, Romeo Cuzzit, moderati da Pieparolo Penco del Consorzio doc Fvg. Ampio l’excursus, in particolare Cosma ha accennato alla presenza dei vitigni autoctoni e non, nello specifico le varietà censite negli anni 1891 e nel 1913 che si coltivavano nel lembo di terra carsica. Filipaz ha documentato i parallelismi fra diverse aree mondiali vocate a questa coltivazione e dove esse presentino un’orografia similare a quella triestina, offrono uno straordinario microclima.

Infine Cuzzit, ha relazionato su aspetti normativi della Regione volti a favorire insediamenti viti-vinicoli. Fotografato il pre e post conflitto e la sua successiva rinascita. Si è fatto poi cenno alla valorizzazione del vino a partire proprio dalle terre giuliane.

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