In Friuli Venezia Giulia è ancora presto per sapere che vini si avranno per il 2023. Mateja Gravner ci racconta come l’azienda ha affrontato la vendemmia.
“La 2023 è stata un’annata molto faticosa- sottolinea Mateja Gravner, commerciale e responsabile della comunicazione dell’omonima cantina – cominciata con abbondante e frequente pioggia in primavera che è proseguita per tutto giugno. Questo ha richiesto da parte degli operatori in vigna moltissima attenzione e precisione. Le aziende le cui persone sono riuscite a essere molto precise e molto attente nei trattamenti, sia nel convenzionale che ancora di più nel biologico, sono riuscite a mantenere lo stato di salute in vigna. Alcune zone sono state particolarmente difficili da gestire perché le continue piogge non hanno permesso l’ingresso in vigna con i trattori, e questo ha compromesso totalmente la vendemmia. La grandine di fine luglio ha disturbato parecchio, è arrivata però su uve ancora in fase di invaiatura e in fase di vendemmia dovremo procedere con una selezione molto attenta e puntuale alla quale purtroppo siamo però abituati.”

Come si prospetta l’annata 2023?
“Le ultime settimane sono state cruciali per capire che tipo di maturità riusciremo a ottenere e quindi che tipo di vino riusciremo ad avere”.
Quali pratiche sono state adottate in vigna?
“L’azienda Gravner si compone di tre vigneti: Runk a Oslavia, Hum e Dedno in Slovenia, a meno di 3 km dalla cantina. Gli ettari vitati sono 15, quasi interamente dedicati agli autoctoni ribolla e pignolo. I vigneti sono tutti inerbiti e trattati in maniera non invasiva. I sesti di impianto sono 0,80×1,45 m e sono lavorati grazie a trattori costruiti direttamente dall’azienda per essere in grado di entrare fra i filari. Nei vigneti di maggiori dimensioni Joško ha creato alcuni stagni, cercando di ripristinare quell’equilibrio naturale che le coltivazioni intensive e le monocolture distruggono“.
“Grazie all’acqua arrivano nel vigneto piante, insetti e animali a cui è stato sottratto spazio vitale, fondamentali per una buona salute dell’ambiente. Sulle terrazze dei vigneti hanno trovato spazio diversi alberi: olivi, cipressi, meli selvatici, ornelli, sorbi. Sono importanti perché forniscono riparo a molti animali e supportano i nidi artificiali che sono stati appesi per ospitare diverse specie di uccelli. Tutti questi accorgimenti ci hanno permesso di ricreare un ambiente vivo dove coltivare le nostre viti, che reagisce in modo migliore alle variazioni climatiche degli ultimi anni e permette di contenere i disagi”.