Salgono i prezzi, scendono i consumi nella Grande Distribuzione Italiana

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea su base NielsenIQ, nel primo trimestre del 2023 salgono i prezzi e scendono i consumi nella GDO italiana.

Rispetto al periodo pre-Covid, da gennaio a marzo si sono registrati i livelli più bassi di vendite allo scaffale. I volumi di vino acquistati hanno subito un calo tendenziale del 6.1%, con valori a +2% (673 milioni di euro), a causa dell’inflazione.

Questa partenza a rilento si riflette anche nei volumi commercializzati di vino fermo (-7,3%) e ancora di più per i prodotti Dop (-9,2%) e con i rossi (-10,5%).

Questi dati confermano quanto il rialzo dei valori non sia legato a una domanda maggiormente orientata verso il segmento premium (i vini comuni perdono la metà rispetto alla media) ma a un surplus di costi produttivi che ha generato un rincaro medio dei prezzi allo scaffale del +8,7%.

Crescono gli spumanti low cost

In controtendenza con il resto del comparto, la categoria degli spumanti cresce in volume del 3,9% (+9,8% i valori), ma l’incremento è interamente generato dall’exploit degli spumanti low cost (+15,6%), segmento che presenta un prezzo medio allo scaffale di appena 4,47 euro/litro e che oggi vale quasi il 40% dei volumi venduti in GdO tra le bollicine italiane. Giù il Prosecco (-2,8% volume) e lo Champagne (-5,8%), mentre salgono l’Asti Spumante (+11,8%) e i Metodo classico (+4% volume), da confrontare però con il -35% registrato nell’omologo periodo del 2022.

Unione italiana vini: non sarà un anno facile per il vino italiano

“Come previsto – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – non sarà un anno facile per il vino italiano, che anche nelle esportazioni registra a gennaio un calo del 4,3% su pari periodo del 2022, con variazioni fortemente negative nella domanda extra-Ue. Il limitato potere di acquisto in Italia e nel mondo, assieme a un surplus dei costi delle materie prime secche, impongono la massima attenzione e concertazione da parte di una filiera le cui imprese stanno assorbendo direttamente parte dei rincari alla produzione. Ma evidentemente non basta”.

I dati nel dettaglio: crollo dell’e-commerce

In generale, la dinamica più sfavorevole coinvolge – oltre i vini fermi a denominazione – anche gli Igp (volumi a -8,4%), mentre i vini comuni si fermano a -4,6%. Più pesanti le perdite per i vini rossi, che cedono l’8,2% di volume contro il -5,6% dei bianchi e il -11,2% dei rosati. Sopra la media la contrazione dei vini bio (-8,6%). A livello di canali, i più in sofferenza sui volumi risultano i discount (-10%), a fronte di iper e super che chiudono il trimestre rispettivamente a -4% e -5%. Profondo rosso per l’e-commerce: nonostante il sostanzioso taglio dei prezzi, le vendite online segnano a marzo -19,6%.

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Elaborazioni Osservatorio Uiv-Ismea su base NielsenIQ – Gdo Italia, gennaio – marzo 2023.

I dati nel dettaglio: picchi negativi per rossi e rosati

Andando nel dettaglio dei vini IG più venduti in Gdo, troviamo picchi negativi del -9% per il Chianti, -14% per il Montepulciano d’Abruzzo, -20% per la tipologia Salento, -18% per il Nero d’Avola Sicilia, -20% per la Bonarda oltrepadana, -13% per la Barbera piemontese e -9% per il Lambrusco Emilia e il Cannonau di Sardegna. Stabili – tra i top seller – le Igt Terre siciliane e Puglia, in leggera contrazione Valpolicella e Dolcetto piemontese (-5%), mentre l’unico tra i big che si conferma in buona salute, anzi in costante crescita è il Vermentino di Sardegna, con +1% in volume. Molte le denominazioni che registrano aumenti di listino sopra la media nazionale: Montepulciano +13%, Barbera piemontese +11%, Nero d’Avola a +13%, Bonarda a +12%, Verdicchio a +20%.

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Elaborazioni Osservatorio Uiv-Ismea su base NielsenIQ-Gdo Italia gennaio – marzo 2023.

Gli ultimi dati confermano quelli emersi nel corso del 2022, secondo i quali il calo è generalizzato e va a impattare anche su quelle categorie che generalmente non conoscono depressione delle vendite, ovvero le bollicine. Già alla fine dello scorso anno, Fabio Del Bravo, Responsabile servizi per lo sviluppo rurale di Ismea aveva dichiarato “I dati sulle vendite ci dicono che la reattività degli acquisti di vino al prezzo si è fatta elevata, mentre il sentiment rilevato dall’Ismea nell’ambito dell’indagine trimestrale sul clima di fiducia tra gli operatori della filiera vitivinicola evidenzia un peggioramento dei giudizi sull’evoluzione futura dell’economia e anche sulla tenuta degli ordinativi futuri. Se la pressione lato costi non dovesse allentarsi, nell’impossibilità di trasferire a valle i rincari, la filiera potrebbe per la prima volta dopo anni entrare in difficoltà sul fronte domestico”.

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