Istituto Grandi Marchi: quale futuro per i fine wines?

I fine wines si ritagliano un loro futuro: ecco i dati emersi dallo studio di Wine Monitor e commissionato da Istituto Grandi Marchi

Il tradizionale appuntamento di fine anno in cui lIstituto Grandi Marchi parla del futuro dei fine wines si è svolto a Roma ed ha posto al centro della discussione il report che IGM ha commissionato a Wine Monitor, l’osservatorio di Nomisma specializzato nelle ricerche sul mercato del vino.

Come anticipato qualche giorno fa nella nostra intervista a Gabriele Gorelliil futuro dei fine wines appare roseo, proprio per l’essenza stessa del segmento che rappresentano, che pare non essere stato minimamente toccato dalla pandemia.

“Nel corso degli anni- ha affermato Piero Mastroberardino, Presidente IGM- la nostra collaborazione con Wine Monitor ha consentito la realizzazione di ricerche rilevanti nella comprensione delle dinamiche business del nostro settore, soprattutto attraverso focus specifici sui mercati internazionali. Dalla crisi pandemica in poi abbiamo invece concentrato il nostro sforzo sulla comprensione dei cambiamenti occorsi nella ristorazione e nella distribuzione in Italia dei fine wine, che sono il focus del lavoro delle diciotto aziende che compongono il nostro gruppo”.

Fine wines: lo studio

Lo studio ha analizzato le vendite nella Grande Distribuzione italiana e nel canale off-premise, dal 2019 ad oggi, con una suddivisione per:

  • categoria
  • denominazioni
  • fascia di prezzo.

Oggetto dell’analisi gli assortimenti dell’e-commerce di settore, Tannico, Vino.com e Callmewine.

Nelle tre piattaforme è stato mappato l’assortimento di fine wine, ovvero delle bottiglie di prezzo superiore ai 20 euro; il fatturato cumulato nel 2021 ha raggiunto i 94 milioni di euro, contro gli 11 milioni di cinque anni prima.

“Per le famiglie IGM – ha concluso Mastroberardino – si tratta di informazioni importanti, che trovano riscontro nelle nostre rispettive esperienze aziendali, soprattutto quelle maturate nel corso degli ultimi mesi nel corso dei quali siamo stati protagonisti di diverse “missioni”, in Italia e all’estero. Sono dati che esamineremo con attenzione e che forniranno ulteriori spunti di riflessione. Dati attendibili su base continuativa sono un supporto importante per le nostre decisioni, a complemento della instancabile lena e passione con cui raccontiamo di giorno in giorno il vino italiano di alto pregio”.

L’indagine

L’indagine ha cercato di comprendere la percezione degli italiani rispetto ai criteri che definiscono i fine wines.

In una scala da 1 a 10, i requisiti che hanno ottenuto i “voti” più alti (da 8 a 10) nell’identificazione di un fine wine sono:

  • qualità eccellente- 64%
  • prezzo elevato- 61%
  • prodotti da cantine storiche e prestigiose- 57%.

Le regioni riferimento per la produzione degli stessi sono Toscana, Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia.

 

 

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