Furto nel mondo del vino, “non è la prima volta, si deve investire nella tracciabilità”

Furto di 9mila bottiglie di Costasera Masi, il re dell’Amarone. 

Ancora una volta ci troviamo a leggere articoli di cronaca relativi ad un recente furto di bottiglie di vino. Si tratta questa volta di 1.500 casse di Costasera Amarone di Masi Agricola Spa, pari a un carico di un Tir. L’appropriazione indebita è avvenuta nel magazzino dell’operatore di logistica internazionale del vino di cui l’azienda si avvale da anni. Si parla di circa 9.000 bottiglie, di Costasera Amarone della Valpolicella Classico DOCG, annate 2017 e 2018, rubate dalle scorte che erano pronte per la spedizione.

“Si presume – riferisce Masi in una nota – si tratti di un furto deliberato, dal momento che quanto mancante si riferisce al solo Amarone Costasera; indenni gli altri pregiati vini Masi immagazzinati negli stessi locali”.

L’Amarone Costasera è a tutti gli effetti il prodotto-bandiera di Masi, che recentemente ha celebrato le 250 vendemmie dell’azienda. L’Amarone della Valpolicella è stato spesso nominato tra i grandi rossi italiani da invecchiamento apprezzati a livello internazionale.

furto vino amarone

Non è la prima volta che assistiamo a furti a danno del mondo del vino

Non è la prima volta che i grandi vini Italiani entrano nel mirino della criminalità. Ricordiamo il recente furto di Brunello subito dalla Tenuta Col d’Orcia, l’azienda del conte Francesco Marone Cinzano. La notte tra il 20 ed il 21 gennaio 2018 i ladri hanno rubato oltre 1.000 bottiglie. Tutte esclusivamente di Brunello, dall’ultima in commercio alle vecchie annate di Riserva Poggio al Vento.

Sempre a Montalcino era avvenuto nello stesso periodo un furto da 900 bottiglie all’Azienda Cupano, anche in questo caso di Brunello e Brunello Riserva. Alcune casse ritrovate erano poi state ritrovate in maniera fortuita nella macchia che circonda Montalcino.

In quell’occasione l’Arma dei Carabinieri di Montalcino avevano confermato che ladri miravano a rubare esclusivamente certi vini e su certi formati, segno che esistono dei canali specifici su cui piazzarli per la vendita.

L’importanza della tracciabilità del vino per risalire al vino in caso di furto

Se ai tempi dei furti a Montalcino ci si affidava alla tracciabilità garantita dalla fascette del Consorzio, l’Azienda di Masi aveva adottato il sistema di tracciabilità “dal vigneto alla tavola”.

Questo sistema permette l’individuazione immediata di ciascuna singola bottiglia. le informazioni fanno riferimento a lotto di produzione, data e ora di imbottigliamento, sigle di algoritmo incisi sul vetro della spalla delle bottiglie. Masi ha invitato la clientela italiana e internazionale, qualora dovesse riscontrare anomalie distributive nel mercato in relazione a prezzo, quantità o modalità dell’offerta, a segnalare all’azienda i codici dei prodotti sospetti, al fine di poterne definire l’origine.

Come avviene il tracciamento della filiera del vino

Quando un vino viene tracciato vuol dire che tutta la sua “vita”, dalla raccolta dell’uva all’imbottigliamento. Durante tutta la lavorazione che trasforma l’uva in vino vengono infatti tracciati:

  • gli spostamenti e i travasi
  • le aggiunte di prodotti
  • i filtraggi e le lavorazioni

Tutto questo grazie ad un meticoloso lavoro del cantiniere, che mediante un lettore RFID manuale si occupa di tenere traccia e registrare tutte queste informazioni. Le informazioni inserite durante il ciclo produttivo di ogni partita di vino saranno poi accessibili al produttore per avere uno storico di dati da poter inserire nel proprio gestionale. Mentre il cliente potrà informarsi su tutta la storia che sta dietro la bottiglia che sta bevendo.

furto vino tracciabilità

Durante la fase di imbottigliamento è possibile applicare delle etichette ibride RFID/NFT. Ciò permette di utilizzare il tag in duplice modo:

  • il RFID permette al produttore dileggere e scrivere decine di tag contemporaneamente, così da snellire il processo di gestionet
  • l’NFT permette al cliente di leggere l’etichetta “smart” tramite il proprio smartphone

La bottiglia di vino che arriva in tavola è in questo modo dotata di un tag che è in grado di raccontare la sua storia, nei minimi dettagli. Massima trasparenza per il cliente e massima efficienza per il produttore. Tutti gli attori della filiera, inclusi i consumatori, avranno dunque la possibilità di accedere alle informazioni riferite ai prodotti che vengono validate e custodite attraverso la tecnologia blockchain. Utilizzando identificatori esistenti, come un QR code sulla bottiglia, sarà possibile conoscere la provenienza del vino, i diversi profili aromatici e dati inerenti gli standard normativi per la certificazione biologica, biodinamica o di sostenibilità.

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