Fondazione Edmund Mach presenta lo studio sui suoli dei vigneti trentini

Si chiama “I suoli dei vigneti trentini, dalla zonazione agli strumenti di gestione” il nuovo studio presentato ieri, giovedì 30 giugno, da Fondazione Edmund Mach e Cavit. La ricerca, racchiusa in ben 431 pagine, si presenta come uno strumento utile per i viticoltori trentini per conoscere il proprio territorio e saperlo sfruttare al meglio. Anche in ottica di viticoltura sostenibile in Trentino.

Studi e ricerche viticoltura ed enologia: l’impegno di Fondazione Edmund Mach e CAVIT

Ci sono voluti dieci anni – si legge in una nota della FEM – per mettere insieme tutti i dati sui suoli dei vigneti trentini. A questi hanno lavorato figure professionali diverse, da geologi a pedologi, passando per agronomi e tecnici della filiera vitienologica trentina. Tutto questo ci restituisce “la prima fotografia completa e approfondita sui suoli dei vigneti trentini. Perché solo dalla conoscenza della risorsa suolo – continua la nota -è possibile puntare al miglioramento delle performance produttive e qualitative dei vigneti”.

“Con grande sensibilità scientifica e intuito – ha evidenziato il Presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani – CAVIT ha promosso questa iniziativa scientifica dedicata alla conoscenza dei suoli trentini. Iniziativa culminata nella interessante e articolata pubblicazione che viene presentata oggi. Il libro si sposa con quella visione di sistema che caratterizza il Trentino, sempre auspicata e fortemente necessaria per dare valore al territorio. E, in questo caso specifico, per dare impulso ad una agricoltura innovativa e sostenibile“.

Non è la prima volta che Fondazione Edmund Mach propone un’indagine sul rapporto vino e sostenibilità. Qualche anno fa, infatti, solo per citare un esempio, aveva proposto un progetto sull’impatto del cambiamento climatico sul vino.

Oggi, la collaborazione vincente tra FEM e CAVIT ci restituisce un utile strumento per la viticoltura in Trentino. La ricerca, infatti, si è svolta “nell’ambito del progetto PICA (2011-2014) finanziato da CAVIT, con il contributo della PAT-APIAE (L.P. 6/99) e proseguita con successivi studi e approfondimenti”. Curatori della pubblicazione Duilio Porroe Giacomo Sartori.

studio suolo vigneti trentini

I numeri dello studio sui suoli dei vigneti trentini

Non solo il tempo necessario per mettere insieme i dati è rilevante – 10 anni, come già detto – ma anche il numero dei materiali raccolti e dei rilevamenti fatti ha dell’incredibile. Solo per riportarne alcuni, lo studio ha richiesto 1.577 trivellate. Il risultato? 364 profili pedologici studiati, 1.110 campioni di suolo raccolti e analizzati. Numeri che “sommati a quelli già presenti in banca dati e armonizzati ammontano ad un totale di 3.094 trivellate, 636 profili, 2.096 orizzonti e relativi campioni di suolo analizzati – continua la nota -. E 5.101 campioni fogliari esaminati provenienti da 1.175 siti differenti”.

Quello che ne emerge è una grandiosa banca dati pedolologici e agronomici che rappresenta uno strumento utile ai viticoltori. Sono loro, infatti – si legge nella nota – “i primi responsabili della conservazione dei suoli. Per scegliere gli interventi da realizzare sul suolo durante la coltivazione e gestione del vigneto, in primis la disponibilità di acqua e di nutrienti”.

“Grazie agli studi del progetto Pica CAVIT favorisce da anni lo sviluppo sostenibile del territorio trentino, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Il volume presentato oggi rappresenta un progetto editoriale e divulgativo che, grazie anche alla collaborazione con Fondazione Mach, fornisce preziose informazioni per una gestione viticola evoluta” ha concluso il Presidente di Cavit, Lorenzo Libera.

studio suolo vigneti trentini

Lo studio sui suoli dei vigneti trentini: il libro

Dati, analisi, ma anche foto. All’interno del libro, infatti, si trova un consistente “apparato iconografico, con mappe e immagini”. Tutto questo, “fotografa i suoli dei vigneti trentiniindividuando 151 unità tipologiche di suolo con le loro caratteristiche pedologiche ed agronomiche in termini idrologici e nutrizionali. E fornendo anche indicazioni relative alle potenzialità di vigore delle viti”.

Come si è arrivati a tutto questo? Attraverso una ricerca rigorosa, certo, ma anche articolandolo su diversi momenti.

“Lo studio è stato sviluppato in varie fasi, a partire dalla fotointerpretazione e dalla risultante carta dei pedopaesaggi, dai rilievi di campagna per l’individuazione delle unità tipologiche di suolo fino alle analisi di laboratorio su suolo e foglie. Eecuperando anche una serie di analisi storiche fin dagli anni Novanta, alle analisi climatiche e agli studi sul bilancio idrico della coltura”.

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