Fine del contenzioso tra Consorzio Valpolicella e Famiglie Storiche: si guarda al futuro in nome della denominazione

Dopo otto anni arriva l’accordo fra Il Consorzio dei Vini Valpolicella e Famiglie Storiche

In data 18 maggio 2023 il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e la società Famiglie Storiche, con un comunicato stampa congiunto, dichiarano di la fine di ogni contenzioso tra loro pendente, avente ad oggetto l’utilizzo della Docg “Amarone della Valpolicella”.

Il Consorzio e Famiglie Storiche condividono l’obiettivo di agire, ciascuno per quanto di propria competenza, per lo sviluppo della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni della Valpolicella, favorendo un clima di equa competizione tra produttori, rispetto reciproco, collaborazione e dialogo. Ribadiscono inoltre l’importanza della difesa della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni del territorio e della loro promozione in Italia e all’estero, con l’obiettivo di favorire la loro conoscenza e di consolidarne il successo, nell’interesse di tutta la collettività.

Il comunicato allega le firme dei due presidenti Christian Marchesini (Consorzio Tutela Vini Valpolicella) e  Pierangelo Tommasi (Famiglie Storiche).

L’origine e la fine del contenzioso fra Consorzio Valpolicella e Famiglie Storiche

La diatriba ha avuto origine dalla questione dell’uso del marchio “Amarone” all’interno della denominazione “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, ovvero le 13 Cantine riunitesi dal 2009 (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi Agricola, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato). Queste Cantine si riconoscevano nei valori di storicità e artigianalità, e si erano unite per far conoscere e preservare non solo i vini, ma anche una delle più strategiche zone di produzione vitivinicole italiane: la Valpolicella.

Il presidente del Consorzio Christian Marchesini, commentò così tale decisione: «Il termine Amarone va innanzitutto correlato alla Valpolicella, come impone il disciplinare di produzione. Non va usato in maniera laudativa, quasi esistesse un Amarone di serie A e di serie B».

A seguito di un confronto avviato dal Consorzio con il ministero dell’Agricoltura sul tema della gestione del marchio che spetta appunto al Consorzio, nel 2015 ha avuto inizio anche un’azione legale. I primi due giudizi (rispettivamente 2017 e nel 2019) hanno dato ragione all’istituto di tutela della Valpolicella. In particolare il Tribunale di Venezia stabilì che le Famiglie Storiche non potevano più utilizzare il termine “Amarone” per qualificare la loro associazione.

Il cambio di nome in “Le Famiglie Storiche” e il percorso verso la pace

Al termine di una disputa legale, l’Associazione ha cambiato il proprio nome in, semplicemente, “Le Famiglie Storiche”, mantenendo intatti i principi e i valori fondanti.

Arriviamo così allo scorso febbraio quando il presidente del Consorzio Christian Marchesi a margine di Amarone Opera Prima dichiarò “Ci siamo visti, abbiamo preso un caffè e siamo vicini da casa. Una delle attività del Consorzio è ricomporre le fratture. Ci stiamo lavorando. Quel che conta è che stiamo dialogando. E la candidatura Unesco della tecnica dell’appassimento uve dell’Amarone e del Recioto potrà contribuire a riconcialire” concluse Marchesini.

“Se le Famiglie decideranno di rientrare nel Consorzio, ne saremo molto lieti – dichiara oggi marchesini – Con Tommasi c’è un dialogo sul futuro”.

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