Vino e metaverso: perché la realtà virtuale può essere una buona opportunità per il settore enologico

Negli ultimi anni il mondo enologico e quello tecnologico hanno iniziato ad interagire sempre di più, arrivando a sviluppare soluzioni che uniscono tutto ciò che riguarda il prodotto vino con la nuova realtà digitale di cui molto si parla: il metaverso.

Avevamo già visto come le nuove soluzioni tecnologiche potessero giovare al settore, parlando per esempio del rapporto tra vino e intelligenza artificiale.

Prima di entrare nello specifico, è bene fare una premessa su cosa sia effettivamente il metaverso. Sebbene sia un concetto complesso, infatti, potremmo definirlo come una serie di realtà, fisiche e virtuali, interconnesse vicendevolmente.

Vediamo nello specifico come funziona quando parliamo della filiera vitivinicola. 

Cos’è il metaverso e perché è importante per il mondo del vino

All’interno del metaverso gli utenti “reali” possono interagire tra loro in diversi modi utilizzando gli avatar, ovvero delle loro rappresentazioni virtuali.

È importante perché non solo si ha la possibilità di viaggiare all’interno di diversi mondi virtuali, ma soprattutto perché, all’interno degli stessi gli utenti hanno la possibilità di acquistare beni o servizi, vivere esperienze, scambiarsi informazioni ed entrare in contatto con diverse realtà.

Utilizzare il metaverso può quindi essere una strategia vincente anche per i produttori di vino?

Nell’intervista a Riccardo Brunori, l’esperto in digital business, parlando del rapporto tra vino e metaverso, ha affermato: “Consiglio ai produttori di entrare nel metaverso, di posizionarsi oggi, che siamo all’inizio, diversificando ed ampliando cosi i canali di relazione con i consumatori e se andrà come i grandi big hanno previsto è molto probabile che possa essere una delle migliori decisioni prese per il futuro della propria impresa”.

Degustazioni, visite virtuali e vendita di vino: le opportunità di business offerte dalla realtà virtuale

I produttori e gli stakeholders della filiera vitivinicola possono utilizzare il metaverso in diversi modi.

Sono diverse, ad esempio, le aziende che lo utilizzano per creare delle degustazioni di vino “immersive”, permettendo agli utenti di visitare vigneti e cantine virtualmente, eliminando in questo modo qualsiasi barriera geografica.

Questo è ciò che fa per esempio Second Winery. Si tratta di una piattaforma basata sulla creazione di una realtà 3D, tra Italia, California, Argentina e Africa, tramite cui gli utenti possono accedere a una serie di esperienze. Ad esempio, hanno la possibilità di fare dei tour attraverso alcune tra le migliori cantine al mondo, ma anche di partecipare a laboratori di diverso tipo, come quelli sulla vendemmia e l’assemblaggio del vino.

Ci sono poi community virtuali in cui gli appassionati di vino si scambiano opinioni e feedback su etichette, cantine o esperienze nel settore. Questo diventa un ottimo strumento anche per migliorare l’interazione tra i clienti e le aziende vinicole stesse, che possono confrontarsi coi consumatori finali, migliorando così sia la customer experience che il loro prodotto.

Vendita, espansione nei nuovi mercati e creazione di nuovi prodotti virtuali

Molto importante è sicuramente l’aspetto più legato al business dell’industria del vino, che il metaverso agevola, offrendo nuove interessanti opportunità.

Parliamo della possibilità di raggiungere nuovi clienti, di entrare in nuovi mercati in cui il prodotto ancora non è presente o, addirittura, di crearne da zero. Il digitale annulla infatti la distanza e permette, almeno a livello potenziale, un’espansione che sarebbe impossibile fisicamente.

Il metaverso può far unire produttori, cantine, consumatori e altri esperti della filiera in un unico punto, senza limiti geografici o temporali.

Interessante a questo proposito è la realtà di Vinophila, che si definisce “un’expo digitale permanente in realtà immersiva 3D”. All’interno di questa fiera virtuale, è possibile per gli utenti partecipare a seminari, eventi e degustazioni e passare tra gli stand degli espositori. In più, cantine, operatori commerciali ed istituzioni hanno la possibilità di entrare in contatto tramite una piattaforma creata ad hoc per il B2B.  

Oltre alle esperienze e alle visite, il metaverso può cambiare anche l’esperienza di vendita delle bottiglie di vino. Vediamo come.

© Vinophila

NFT, il vino come prodotto nel metaverso

Come il mondo dell’arte, anche quello del Food and Beverage è stato travolto dalla realtà dei Non fungile token, i tanto discussi NFT.

Grazie alla tecnologia blockchain su cui si basano, infatti, gli NFT non sono riproducibili o modificabili in alcun modo. Questo è molto importante nel metaverso perché, grazie a questa tenologia, gli utenti possono creare, scambiare e comprare oggetti non alterabili, la cui proprietà è accertata e immodificabile fintanto che non venga ceduta.

Anche quando parliamo di bottiglie di vino è possibile acquistare certificati NFT, che garantiscono la proprietà e l’autenticità del prodotto, riducendo la speculazione sul mercato e il rischio di contraffazione dello stesso.

Dal punto di vista della promozione e della comunicazione legata al vino, poi, la percezione della bottiglia come prodotto raro ed elitario, accresce l’engagement legato al produttore. 

Quali sono le nuove realtà che sfruttano NFT e metaverso per la vendita del vino?

I nuovi progetti puntano proprio sull’idea di esclusività del prodotto, più che su una competizione in termine di prezzi delle bottiglie.

Questo è quello che fa per esempio la startup CellarVerse: crea degli NFT che rappresentano unicamente beni fisici – ergo, bottiglie di vino – all’interno di una realtà del metaverso. Qui, ogni utente, col proprio wallet digitale, potrà acquistare, tramite la criptovaluta Ethereum o, semplicemente, la propria carta di credito, gli NFT rappresentativi delle bottiglie di vino tra quelle che le cantine affiliate hanno messo in vendita. La bottiglia fisica rimane conservata presso il produttore fintanto che l’acquirente decide, pur essendo sempre di proprietà di quest’ultimo e visionabile sul metaverso.

Un’altra realtà molto interessante di cui avevamo già parlato è quella di Enonautilus, dedicata all’enoturismo e al territorio.

Si tratta di uno spazio in cui produttori possono raccontare i propri prodotti ad un connesso pubblico di wine lovers. In questo metaverso, tra i molti luoghi, c’è anche la NFT Wine Gallery, una vera e propria galleria in cui sono esposte opere d’arte. A questi artwork vengono legati dei pacchetti composti dall’opera digitale, un numero specifico di bottiglie che Enonautilus spedisce all’acquirente e un tour (digitale o fisico) dei luoghi in cui è stato prodotto il vino.

© Enonautilus

Metaverso e vino, una realtà diversa ma piena di possibilità

In conclusione, possiamo dire che, sebbene il metaverso sia una realtà ancora in forte espansione – e vista da alcuni con un po’ di diffidenza -, è sicuramente un nuovo mezzo che assicura a un settore come quello enologico un numero di nuove opportunità affatto trascurabile. L’apertura al digitale e alle nuove tecnologie può dare una spinta in più ai settori più tradizionali, proprio perché permette di fare leva su nuove funzionalità, sfruttando tecnologie all’avanguardia, e di osservare il prodotto da nuovi e inaspettati punti di vista.

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