Analisi e previsioni di Federvini sull’export di vino italiano

Il 2022 si è chiuso con dati da record per quanto riguarda l’export di vino italiano, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Federvini elaborato da Nomisma e TradeLab. Grazie alla ripresa del turismo e al cambio favorevole euro/dollaro siamo in attesa di un nuovo record nel 2023 per l’export agroalimentare italiano. Questo dopo aver superato i 59 miliardi di euro a fine anno (+16 rispetto al 2021) trainato anche dalle vendite oltre frontiera di vini, spiriti e aceti. Per il vino in si prevede un record delle esportazioni (8 miliardi, +12%), così come per gli spirits (1,7).l  Buono anche il risultato per gli aceti, in particolare gli aceti balsamici, che chiudono l’anno con una crescita delle esportazioni (a valore) del 15%.

Sarà quindi un 2022 da ricordare per il settore Wine e Spirits made in Italy, nonostante fossero tante le ombre e le incertezze. Infatti le previsioni del 2022 da parte degli organismi internazionali (Fmi, Ocse, Ue) erano concordi su un rallentamento della crescita quest’anno.

A cosa si deve quesa continua crescita dell’export del vino?

Federvini attribuisce l’inaspettata crescita principalmente a tre fattori:

  1. l’andamento del cambio euro-dollaro che ha permesso di compensare gli aumenti dei costi di produzione e recuperare competitività sui mercati legati al dollaro come Usa e Canada
  2. la ripresa del turismo a livello globale, che ha dato impulso ai consumi di vini e spiriti nel canale Horeca fortemente penalizzato durante la pandemia
  3. infine la diversificazione dei mercati, come strategia adottata da molte aziende che guardano ai Paesi emergenti come Tailandia e Vietnam, dove nei primi 8 mesi del 2022 il valore dell’export del vino è cresciuto rispettivamente del 158% e 82%

“I dati sulle performance del nostro export evidenziano l’importanza della diversificazione dei mercati – spiega Micaela Pallini, presidente di Federvini, in un’intervista al Quotidiano Nazionale – Tale strategia può essere coadiuvata da un lato dalla leva promozionale e dall’altro da una maggiore proattività dell’Unione europea nel concludere ulteriori accordi di libero scambio con i Paesi extra-Ue. È evidente che ci muoviamo in uno scenario complicato e in continua evoluzione, non si escludono rallentamenti economici nel 2023 che dovrebbero interessare alcuni mercati europei come l’Italia e la Germania”. 

L’importanza del mercato extra Ue per il vino

Dieci anni fa, i mercati dell’Ue pesavano per circa il 57% sul valore dell’export, dopo la Brexit nel 2021, si è arrivati al 39%. Questo scenario ha determinato un diverso approccio ai mercati di destinazione e ha sollecitato un allargamento degli spazi commerciali da presidiare verso nuove realtà emergenti. Oggi l’Asia pesa per il 7% sull’export complessivo di vino italiano, nonostante per il mercato Cinese ci sia ancora una situazione di stallo.

export vino asia

Il mercato degli spirits ha mantenuto salda la leadership nel mercato statunitense dove registra un aumento a valore del 23%, tuttavia la dipendenza dai primi 5 mercati è diminuita nel corso del tempo: se nel 2011 la concentrazione dell’export per la categoria nei top mercati di sbocco era pari al 65,8%, dieci anni dopo è diminuita al 58,3% per calare ancora al 53,7% nel 2022».

L’Italia è anche al secondo posto come esportatore di vino in Sudafrica dopo la Francia. Lo rileva l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, secondo cui nel periodo gennaio-settembre 2022 il valore delle importazioni di vino e spumanti in Sudafrica sono aumentate del 60% rispetto allo stesso periodo del 2021. 

Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Federvini, con la crescita del mercato dei consumi fuori casa registrata nei primi 9 mesi del 2022, anche quelli di vini e spiriti sono tornati a crescere (+38%), generando 1,1 miliardi di consumazioni, valore destinato ad aumentare fino a 1,5 miliardi con la chiusura dell’anno. Le performance migliori appartengono ai canali di consumo serali, che nel 2021 più di altri avevano sofferto le chiusure dovute alla pandemia.

Related Posts

Ultimi Articoli