Sembra rallentare l’export di vino nel 2022: ecco i dati di UIV-Vinitaly
Dopo i dati confortanti del 2021 (il Made in Italy nel 2021 ha chiuso in attivo la propria bilancia commerciale per circa 6,7 miliardi di euro), un pesante segno negativo relativo all’export di vino nel 2022 caratterizza i dati dei primi mesi. Causa principale il rallentamento delle vendite in Asia (Giappone e Cina), con un -15,9% per l’Italia, contro una media generale a -5,6% e la Francia a -0,6%.
In Asia, con la Cina in piena emergenza Covid (-15,6 l’Italia, -20% l’import generale) e con il Giappone che riduce gli acquisti dal Belpaese dell’8,1%, a fronte di una crescita generale della domanda di oltre il 22%.
Il bilancio in negativo pesa sull’export dei vini del Belpaese, che segna il passo sia rispetto alla media import globale, sia nei confronti dei principali competitor.Â
Quanto ai Paesi del Nord America, Usa e Canada in primis, le vendite registrano un segno positivo, ma con dati decisamente sottotono (+6,9% contro un +11,9% della Francia e +10% della media generale).
Quali vini trainano l’export di vino nel 2022?
I vini più venduti in America, che continuano a mantenere alto l’onore del Belpaese sono, ancora una volta, gli sparkling, con un +16,3% in valore. Si arresta la crescita dei fermi imbottigliati (-0,1%) a fronte di un +16,5 dei neozelandesi, trainati dal Sauvignon blanc.
In controtendenza gli ottimi dati del mercato canadese (+23%), dove il made in Italy fa 3 volte meglio della domanda generale di vini esteri e diventa market leader, superando in un colpo solo Stati Uniti e Francia.
Male, infine, in Asia, con la Cina in piena emergenza Covid (-15,6 l’Italia, -20% l’import generale), ma anche con il Giappone che riduce gli acquisti dal Belpaese dell’8,1%, a fronte di una crescita generale della domanda del Sol Levante di oltre il 22% (con la Francia a +23,6%).
Il parere di Unione Italiana Vini
Stando alla nota stampa di Unione italiana vini, “mai come in questo difficile periodo sarebbe importante aumentare la presenza all’estero delle aziende. Purtroppo non sarà probabilmente così, poiché il settore si trova costretto a dover rinunciare a gran parte dei fondi nazionali (passati da 27 milioni di euro a 9,2 milioni) destinati alla promozione presso i Paesi extra-Ue (Ocm Promozione)”.
Il brusco taglio dei Fondi Ocm potrebbe portare a gravi effetti in termini di competitività con un mercato che, invece, sembra mantenere alte le vendite all’estero. Per questo “Uiv chiede un’attenzione specifica del Governo su questo tema, condividendo la possibilità di individuare ulteriori risorse da destinare alla promozione delle imprese del vino, inclusi gli strumenti internazionalizzazione di Ice”.