Etichetta unica, Frescobaldi (UIV): “Pronti a lavorare con l’Ue”

Agli Stati Generali del Vino si è parlato anche di etichetta unica europea, di nuovi vigneti e di sostenibilità.

Agli Stati Generali del Vino, l’etichetta unica diventa una prospettiva più concreta, dopo le polemiche di questi mesi sull’health warning europeo. E’ in questa sede che l’Unione Italiana Vini dà il suo via libera alle raccomandazioni inserite sull’etichettatura. Il patto è evitare una “babele allarmistica” controproducente.

“Siamo pronti a lavorare con l’Ue”, conferma Frescobaldi, che ha messo sul tavolo anche il tema dei nuovi vigneti. Il Presidente UIV ha esposto la sua relazione nel panel “Le politiche e il quadro regolamentare dell’UE per il settore del vino”.

Inoltre ha ricordato la necessità di definire cosa si intende per sostenibilità a livello europeo, di rivedere il sistema delle autorizzazioni e di difendere il modello di consumo del bere responsabile.

L’etichetta unica agli Stati Generali del Vino

Chiamato a commentare il fatto che il consumo eccessivo può fare male alla salute, il presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi ha parlato dell’ipotesi di un’etichetta unica.

“Siamo pronti a lavorare con la Commissione per un claim unico a livello europeo”, ha dichiarato, “all’interno della norma vitivinicola, senza ricorrere a soluzioni allarmistiche, Nutriscore o – peggio ancora – lasciare che ogni Stato membro, decida da sé”.

Il teatro del nuovo capitolo della discussione sull’health warning è stato il Campidoglio a Roma. La cornice era proprio quella degli Stati generali del Vino indetti dalla rappresentanza italiana di Parlamento e Commissione Ue.

Sostenibilità e norme

Un altro argomento caldo all’ordine del giorno è quello della sostenibilità del vino. A questo proposito il presidente UIV sollecita passi avanti sempre in sede europea.

“Sappiamo che la Commissione Ue sta lavorando a una norma quadro”, ha continuato Frescobaldi. “E’ una buona notizia perché il nostro settore ha la maturità per poter disporre di una norma europea specifica in materia di sostenibilità“.

“Al contempo”, ha aggiunto, “vi è anche la necessità di veder armonizzate le regole attraverso uno standard unico e non – è il caso attuale anche in Italia – definite secondo variegate norme e standard privati e altrettanto variegati loghi e certificazioni”.

Tempi duri per il vino

Secondo il presidente Uiv, il vino – uno dei settori chiave del made in Italy – sta attraversando un periodo complicato. Per questo è importante agire su riforme strutturali, in Italia e in Europa.

“In tempi non sospetti”, ha detto, “evidenziavamo l’esigenza di adeguare il potenziale viticolo alle richieste di mercato attraverso un ridimensionamento di una produzione incontrollata, da oltre 6 miliardi di bottiglie l’anno“.

“Oggi, con i consumi in contrazione su scala globale, ribadiamo la necessità di contingentare la produzione anche attraverso la riforma del sistema di assegnazione per le autorizzazioni di nuovi impianti”, ha spiegato.

Il nodo dei nuovi vigneti

“Non è più accettabile una distribuzione a pioggia di nuovi vigneti per un totale di quasi 7 mila nuovi ettari l’anno”, secondo il Presidente dell’UIV.

Le autorizzazioni dovrebbero invece insistere nelle aree più competitive, che non generano giacenze e secondo seri criteri di ammissibilità e priorità, anche basati su aspetti ambientali”, ha chiosato.

Sul fronte ambientale, ha concluso, Frescobaldi sarà fondamentale “raggiungere una progressiva riduzione dell’impiego dei fitofarmaci“.

La soluzione potrebbe essere orientare “in ottica green la prossima programmazione finanziaria relativa alle risorse del Piano nazionale di sostegno”.

Record giacenze: i dati

Tra le varie problematiche c’è il record di stock in cantina a fine luglio ed export verso i Paesi extra Ue in peggioramento – specie negli Stati Uniti – per le imprese italiane del vino.

Sono i dati emersi dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly da elaborazione di dati di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e i numeri sulle vendite nei Paesi terzi relative al 1° semestre di quest’anno secondo le ultime rilevazioni delle dogane.

Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si è aperta con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri. Equivalgono a oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri.

Etichetta unica? Intanto c’è il Decreto Etichettatura

A proposito di Etichettatura, in questi giorni è scoppiata la polemica sul Decreto che prevede l’indicazione dei vitigni utilizzati sulle retroetichette.

Tra chi ha espresso la propria posizione fortemente contraria c’è il Consorzio tutela vini Abruzzo. L’ente rivendica l’utilizzo esclusivo del nome Montepulciano per i vini prodotti in Abruzzo.

Su questo punto, ovviamente, non sono d’accordo le altre zone dove si coltiva il vitigno Montepulciano.

A monte dell’etichetta unica, il caso dell’Irlanda

Intanto è diventato ufficiale. L’Irlanda sarà, a partire dal 2026, il primo Paese dell’Unione Europea a dotare tutte le bevande alcoliche di un’etichettatura riportante i rischi per la salute.

Sono i pericoli derivanti, appunto, dal consumo di alcol, compresi quelli legati ai tumori.

A confermare la decisione è stata la firma del Ministro della Salute Stephen Donnelly del Public Health (Alcohol) (Labelling) Regulations 2023 e sulle restanti disposizioni della Section 12 of Ireland’s Public Health (Alcohol) Act.

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