Etichetta sanitaria vino: in Irlanda è legge. Reazioni e polemiche

La legge che istituisce un nuovo regolamento che modifica l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie è stata formalmente approvata dal Ministro della Salute irlandese, Stephen Donnelly. Questo cambiamento senza precedenti nella legislazione europea è stato annunciato ufficialmente dal Ministero della Salute di Dublino nella mattinata di oggi, lunedì 22 maggio 2023. L’etichetta sanitaria sul vino, tuttavia, non sarà applicabile da subito: entrerà in vigore a partire dal 2026.

Etichetta sanitaria irlandese vino: il contenuto della nuova legge

Il vino come le sigarette

In qualità di pioniera in Europa, la nuova legge irlandese prevede che le etichette di bevande alcoliche riportino informazioni dettagliate come il contenuto calorico, i grammi di alcol presenti nel prodotto, oltre a degli avvertimenti chiari sulle potenziali complicanze sanitarie che possono derivare dal consumo di alcol. Questi includono avvertenze sui pericoli dell’assunzione di alcol durante la gravidanza e sui rischi legati a malattie epatiche e tumori potenzialmente letali dovuti all’abuso di alcol. Sostanzialmente, si tratta di una etichetta omologa a quella applicata ormai diverso tempo fa sui pacchetti di sigarette, etichetta che almeno per il tabacco è andata con il passare del tempo “aggravandosi”, passando dal mero avvertimento testuale fino all’esplicita esplicazione fotografica.

Questa misura, tuttavia, non entrerà in vigore immediatamente, ma sarà attuata dopo un periodo di transizione di tre anni, diventando operativa dal 22 maggio 2026. Il Ministro Donnelly ha espressamente mostrato il suo orgoglio per questo passo avanti unico nel suo genere, augurandosi che altri Paesi possano seguire l’esempio dell’Irlanda.

“Sono lieto che l’Irlanda sia il primo Paese al mondo a compiere questo passo e a introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici”, ha spiegato il ministro ampiamente soddisfatto. “Non vedo l’ora che altri Paesi seguano il nostro esempio”.

Etichetta sanitaria vini health warning: critiche e controversie sulla nuova legge

Nonostante l’approvazione da parte del Ministro della Salute irlandese, la nuova etichettatura alcolica irlandese ha suscitato diverse critiche. Molti Stati dell’UE, inclusa l’Italia, insieme a membri del WTO e produttori di bevande alcoliche, hanno criticato la legge, considerandola una barriera “ingiustificata e sproporzionata” al commercio. Oltre ai Paesi più affezionati al vino, come Francia e Spagna, insieme all’Italia hanno espresso le proprie perplessità anche altri Paesi al di fuori dell’Unione europea, come gli Stati Uniti e Canada, il Regno Unito e la Nuova Zelanda, l’Australia e Cuba, così come il Messico.

A dispetto delle polemiche, la Commissione europea ha dato il suo assenso alla proposta irlandese. Tuttavia, la questione sarà dibattuta nel corso di una riunione del comitato avente come oggetto l’accordo TBT, acronimo che sta per “Technical Barriers to Trade”, ovvero “Barriere tecniche al commercio“, prevista per il 21 giugno. Le associazioni di produttori di vino, birra e distillati, sia a livello europeo che nazionale, hanno presentato reclami ufficiali alla Commissione UE, chiedendo di avviare una procedura di infrazione contro l’Irlanda.

È il caso della CEEV, ma anche di Federvini, di Confagricoltura e dell’Unione Italiana Vini che si sono affiancate all’associazione europea che riunisce le compagnie vinicole nel condannare fermamente il Paese irlandese e la volontà di introdurre un’etichetta health warning, vista come un ostacolo non indifferente al commercio del settore. Se Lamberto Frescobaldi (UIV) concordava con la richiesta della CEEV di presentare una denuncia alla Commissione Ue contro l’Irlanda, puntualizzando inoltre sul fatto che nei Paesi più amanti del vino ci fosse meno abuso di alcol, Massimiliano Giansanti (Confagricoltura) e Micaela Pallini (Federvini) insistevano sulla differenziazione tra consumo di vino e abuso di alcol, evidenziando le palesi incompatibilità tra la proposta irlandese e il quadro normativo dell’Unione europea.

La posizione dell’Italia sull’etichetta sanitaria irlandese

Francesco Lollobrigida, Ministro italiano dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, ha espresso forte disappunto riguardo alla scelta irlandese. “Lavoreremo, insieme al collega Antonio Tajani, con il quale ci stiamo confrontando in queste ore, per capire come contrastare questa scelta dell’Irlanda, di concerto anche con le altre nazioni europee come Francia e Spagna, solo per citarne alcune, che con noi hanno sottoscritto un documento di forte critica all’azione irlandese”. L’obiettivo, ha proseguito Lollobrigida, è quello di tutelare “un mercato europeo che sia rispettoso dei prodotti di ogni nazione”.

L’Irlanda continua il suo percorso

Nonostante le resistenze, l’Irlanda ha confermato la sua decisione e, con il consenso della Commissione Europea, prosegue il suo percorso. Dal 2026, le etichette di vino, birra, whisky e di altri alcolici commercializzati nel paese, dovranno conformarsi al nuovo regolamento, riportando gli avvertimenti sanitari previsti dalla legge.

Nel Paese del trifoglio l’alcolismo è una problematica piuttosto critico, visto che secondo un rapporto dello Health Research Board risalente al 2016 l’abuso di alcol qui uccide a un ritmo piuttosto elevato: 3 persone al giorno. Il consumo medio annuo è stato quantificato in 11 litri. L’indagine evidenziava il forte legame tra il consumo eccessivo di alcol e l’aumento della mortalità, in particolare nella fascia di età giovane (15-39 anni). Inoltre, stando ai dati Oms, l’Irlanda è il secondo Paese per binge drinking, fenomeno che prevede abbuffate alcoliche molto diffuso tra i giovani.

Nell’Unione europea, l’obiettivo condiviso è quello di favorire una corretta informazione al consumatore e prevenire l’abuso di alcol, cercando tuttavia di evitare penalizzazioni per specifici prodotti o distorsioni del libero scambio.

Le federazioni e le associazioni delle aziende vinicole italiane ed europee concordano sul fatto che la lotta all’abuso di alcol dovrebbe basarsi principalmente sull’educazione, piuttosto che su misure punitive che potrebbero penalizzare prodotti o settori in cui non esistono particolari criticità.

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