Eleonora Galimberti di Enozioni approfondisce le caratteristiche del linguaggio del settore tra tendenze digitali, social e, di nuovo e finalmente, dal vivo
Eleonora Galimberti professione wine influencer e (soprattutto) mamma, è autrice di Enozioni, Atelier Digitale, omonimo blog e profilo social molto seguito in ambito vino e stile.
Laureata in Comunicazione d’Impresa e Pubbliche Relazioni prima di un Master in Food & Beverage management in SDA Bocconi e del diploma di sommelier Ais, nel suo curriculum c’è anche un’esperienza di sei anni alla corte dello stilista Giorgio Armani. Proprio i suoi esordi professionali hanno segnato un fondamentale imprinting nel suo percorso. Con lei analizziamo le attuali tendenze della comunicazione enologica.
Nella fase che stiamo vivendo il ruolo della comunicazione digital è sempre più forte, ma certi fenomeni stanno dilagando. Dirette social, iniziative digitali e degustazioni da remoto hanno rapidamente raggiunto la saturazione? Quali sono i linguaggi più efficaci per promuovere il vino oggi? Cosa fai tu con Enozioni?
“Credo che la pandemia e il lockdown abbiano condizionato positivamente la diffusione degli strumenti digitali, anche da parte di chi fino ad allora non aveva ancora sperimentato le potenzialità comunicative. Ma il digitale è e sarà sempre un di più che può compensare e/o integrare la realtà, ma non sostituirsi ad essa. Il ritorno all’enoturismo, alle degustazioni, alle visite in cantina e agli eventi testimoniano che l’esperienza, l’autenticità e lo storytelling sono le risorse più efficaci per comunicare il vino. Prima di essere brand o azienda, il vino è oggetto culturale di consumo quotidiano, la sua natura esperienziale lo rende infatti un perfetto “oggetto sociale” perché l’esperienza del bere è qualcosa che coinvolge chi la vive a 360°, profondamente legata a tutta la sfera emozionale delle sensazioni che nascono nell’attimo della degustazione stessa. Per questa sua natura così particolare e sociale, il vino si presta bene ad essere raccontato attraverso i social media, entrambi infatti contribuiscono a costruire relazioni”.
Chi cerca sui social un vino o un’azienda, cosa si aspetta di trovare in termini di immagini, contenuto e storie davvero interessanti e diverse?
“Contenuti sempre creativi e originali che raccontino i vini in una narrazione coinvolgente, che assume i connotati di un viaggio virtuale, lasciando trasparire la filosofia aziendale, il racconto del territorio, della vinificazione e dell’etichetta, con i suoi possibili abbinamenti. Chi vuole comunicare online in maniera professionale, crea sempre un piano editoriale, un piano strategico dei contenuti pensati per trasmettere la “wine experience” attraverso parole e immagini, anticipando così il contatto con la natura e la degustazione che avverranno quando il cliente avrà modo di raggiungere la cantina o di acquistare la bottiglia”.
Quali strategie adotti con Enozioni per una cantina per rinnovarsi costantemente nel suo modo di comunicare e proporsi, in termini di storytelling, eventi e idee?
“Lo storytelling è una risorsa di comunicazione fortissima e anche un pilastro importante del branding emozionale, cioè quella strategia di costruzione di brand value basata su creazione, mantenimento e rafforzamento del legame emotivo fra il brand e il suo pubblico di riferimento. Sempre che, naturalmente, le storie raccontate siano autentiche e stimolanti. Padroneggiare questa tecnica di comunicazione in modo consapevole ed efficace rappresenta quindi una grande opportunità. È tutta una questione di emozioni. Raccontare un’etichetta, comunicare il vino e l’esperienza in un territorio o in cantina, utilizzare le giuste parole e immagini, guidare chi ci osserva in quello che è un mestiere fatto di pazienza, dedizione, cura e tecnica: in poche parole, quando racconti una storia coinvolgente, crei un’esperienza che “germoglia” poi nei potenziali clienti, portando risultati che durano nel tempo.
Gli influencer possono contribuire a rendere più accessibile il vino, sdoganando paroloni e luoghi comuni troppo complicati?
“Certo, la comunicazione digitale chiama a un linguaggio più democratico, immediato, facile, fresco, competente ma non estremamente tecnico, altresì emotivo, che susciti interesse e stimoli viva partecipazione. I wine influencer sono i nuovi comunicatori (digitali), professionisti accreditati e impegnati quotidianamente nello sviluppo di contenuti sempre interessanti per il pubblico. Lo storytelling è fondamentale in comunicazione – ancora di più nel marketing del vino – e se raccontare è il primo passo per vendere (soprattutto a livello internazionale) attraverso la collaborazione dell’ influencer “giusto” e del tone-of-voice più adatto, è possibile.
Creato il contatto online, oggi si parla di esperienze diversificate da proporre una volta in cantina per incentivare e rafforzare il trend dell’enoturismo. Secondo la tua esperienza quali sono gli esempi più innovativi?
“Oltre al vino c’è di più! C’è infatti tutto un mondo da scoprire, conoscere e vivere: storie, persone, luoghi, sensazioni, emozioni. Il vino moltiplica le opportunità di storytelling di un territorio, da cui partono infinite declinazioni. È diventato importante per una cantina proporre esperienze diversificate che consentano ai viaggiatori di conoscere il vino da punti di vista differenti, e contribuiscono al tempo stesso a promuovere l’enoturismo: trekking e bike tour tra i vigneti, vendemmia manuale con l’agronomo, cooking class in cantina, pic nic al tramonto, trattamenti benessere e vinoterapia che sfruttano i principi dell’uva e del vino”.
(Giovanni Pellicci)