Enofili Winemaking la scuola che accompagna gli aspiranti enologi in azienda

Dall’idea di Marco Ingrassia nasce Enofili, un nuovo strumento di formazione professionale per entrare nel mondo del lavoro

Enofili Winemaking nasce nel 2022 da un’idea di Marco Ingrassia il quale ha voluto con questo progetto colmare il gap che a volte si trova tra gli studi e la pratica in azienda. Per fare ciò ha affidato il compito a Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia per Vinoway e Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival, il più giovane ad aver mai ricevuto questo riconoscimento, che insegnerà e trasmetterà le più moderne e attuali tecniche viticole ed enologiche agli studenti.

Si studia sui libri ma si fa anche molta pratica in vigna e in cantina

Il programma di studi, che comprende sia una parte teorica che una parte pratica, seguirà un calendario “stagionale”. Gli studenti infatti avranno la possiblità di vedere personalmente ogni aspetto pratico che avviene per la produzione di una bottiglia di vino e per questo si troveranno spesso tra i filari o in cantina piuttosto che in classe.

La prima edizione è iniziata il 13 marzo di quest’anno e terminerà non prima della vendemmia 2022, è suddivisa in 6 appuntamenti di 2 mezze giornate ciascuno alternando la teoria alla pratica:

  1. Potatura secca
  2. Selezione del germoglio
  3. Analisi uve
  4. Vendemmia e vinificazione
  5. Controllo e assaggio del vino in affinamento
  6. Scelta del packaging e imbottigliamento concludono il percorso e, come premio finale per la buona riuscita del corso, i partecipanti possono portarsi a casa il vino imbottigliato.

Curiosi di saperne di più? Vi presentiamo il team di Enofili

Enofili Winemaking è una community che si pone come obiettivo quello di completare la formazione nel settore enologico. Parlateci di voi, chi siete, come è nato questo progetto e quale è il percorso formativo che offrite.

Marco Ingrassia

Marco: “Sono un giovane laureato in Viticoltura ed Enologia e come accade nella maggior parte dei corsi di studi universitari italiani, il mio, non è stato un percorso formativo a 360 gradi, se non per la parte teorica. Spinto anche dalla delusione di un mondo lavorativo che non lascia spazio e margine di crescita, se non nei mesi della vendemmia, ai neolaureati, decido di creare un progetto tutto mio, Enofili.

Per spiegarvi meglio cosa vuole essere Enofili basta guardare il nostro logo rappresentato da 2 cerchi di diverse dimensioni che si uniscono in un cerchio più grande. Questo rappresenta il legame covalente tra due atomi (il professionista e il non professionista) che mettono in comune delle coppie di elettroni andando a formare un’ unica molecola contenente networking, condivisione, progetti, opportunità di lavoro, formazione”.

Enofili Winemaking
Enofili Winemaking – il logo
Per quanto riguarda Enofili Winemaking invece, il discorso è un po’ più semplice da spiegare

Marco: “Troppo spesso sentiamo parlare di giovani che lamentano un sistema che non li coinvolge in tutte le operazioni da fare, dalla vigna alla cantina, perché le aziende assumono soltanto per il periodo della vendemmia e li saluta con un “ci sentiamo per l’anno prossimo”, come se il vino si facesse soltanto in cantina.

Enofili Winemaking nasce proprio per cercare di soddisfare il bisogno di giovani enologi e non, di avere quella visione dinamica completa e far conoscere loro come pensano e si muovono le aziende vitivinicole quando si immette nel mercato un nuovo prodotto.

Per questo abbiamo pensato ad un percorso formativo strutturato in 6 appuntamenti offline (potatura, potatura verde, analisi uve, vendemmia, degustazione, filtrazione e imbottigliamento) con visita a 4 aziende produttrici di Orange Wine (Radikon, Damijan, Skerlj, Keber). Insieme a Nicola Biasi e Dino De Marchi, proprietario di Albafiorita, azienda dove svolgeremo tutte le operazioni.

Porteremo i partecipanti ad avere più consapevolezza e daremo loro la possibilità di produrre un Orange wine ottenuto da varietà resistenti procedendo insieme, step by step dalla vigna alla cantina

Marco: “Oltre a questo, abbiamo pensato ad un percorso online strutturato in 10 webinar, coordinati da Cristina Mercuri, che insieme ai suoi ospiti, parlerà dì tematiche inerenti alle operazioni di stagione da svolgere. Abbiamo iniziato il percorso online insieme a Marco Simonit e continueremo con professori universitari, agronomi, ricercatori scientifici, enologi, master of wine e produttori, al fine di offrire una visione panoramica di tutto quello che si può fare nel mondo vino”.

Nel vostro programma gli studenti avranno la possibilità di “sporcarsi le mani” e fare il proprio vino. Perché avere un approccio pratico è così importante e ritenete che questo non sia sufficientemente approfondito nel percorso di studi superiori e universitari enologici italiani?

Nicola Biasi

Nicola: “Premesso che gli studi teorici sono fondamentali e basilari devo dire che il “fare vino” è un lavoro pratico che bisogna saper fare se si vuole fare l’enologo.

Toccare con mano, fare i travasi e accorgersi della consistenza delle fecce, che in un vino in malolattica o post assumono dei colori quasi metallici e fluidi, è fondamentale. Senza parlare del periodo della vendemmia, l’odore e la struttura delle vinacce di un rosso in macerazione non si capiscono da un libro o da un dato analitico.
Lavorando in cantina ci si rende conto di troppi dettagli che da un ufficio o da un’aula non si possono cogliere.
Senza dimenticare poi che per dare indicazioni o ordini su un determinato lavoro bisogna davvero prima averlo fatto e saperlo fare”.

A chi vi rivolgete e quanti iscritti avete in questo primo corso? E come sono questi aspiranti enologi e che aspettative avete con loro?

Marco: “Il target a cui ci riferiamo è molto ampio. In questa prima edizione abbiamo avuto sette iscritti ed è stato il numero ideale. I partecipanti si sentono molto più coinvolti e soprattutto ne escono fuori delle giornate molto interattive, dove il confronto è alla base di tutto. Inoltre abbiamo dato la possibilità di partecipare anche solo ad un singolo appuntamento ad un massimo di 3 persone, arrivando ad avere 10 partecipanti ad appuntamento.

Partecipare ad un percorso formativo così ampio insieme ad un grande professionista come Nicola è davvero una grande esperienza. Siamo molto soddisfatti dei partecipanti di questa prima edizione, sono tutti giovani vogliosi di mettersi in gioco, imparare sempre di più, scoprire i segreti di Nicola e hanno tutti una motivazione e un approccio molto professionale, dai neo laureati in enologia ai farmacisti e commerciali appassionati, che sperano, un giorno non troppo lontano, di poter rivalutare il terreno di famiglia e fare della loro passione, un lavoro vero e proprio.

Sono dei ragazzi con un’età compresa tra i 22 e i 35 che arrivano principalmente da Toscana, Lombardia, Veneto ed Emilia. E tra i ragazzi che hanno voglia di imparare insieme a loro, mi ci metto anche io, che arrivo dalla Sicilia”.

C’è un tema in particolare che ritenete sia davvero attuale nel vostro programma?

Martina Casagrande

Martina: “Sicuramente uno dei temi più attuali che affrontiamo nel nostro programma è quello della sostenibilità.

Un argomento che dovrebbe essere fondamentale per tutti al giorno d’oggi. Iniziare a lavorare con Nicola per me ha significato, anche, scoprire il mondo delle varietà resistenti e vedere con i miei occhi quanto, effettivamente, possa essere concreta e reale la sostenibilità applicata a viticoltura ed enologia. Un traguardo ormai raggiunto anche da alcune delle aziende che Nicola segue, e non solo. Inserire le varietà resistenti nel programma di Enofili è stata quindi una scelta quasi scontata.

Far conoscere questa realtà a giovani enologi o comunque a coloro che si approcciano con interesse al mondo del vino è la strada per poter continuare a praticare viticoltura salvaguardando il più possibile il nostro futuro e quello delle prossime generazioni”.

Siete molto attivi nei social network. Ci potete spiegare in che modo e quali utilizzate?

Marco: “Riteniamo che i social siano un mezzo fondamentale, ma non sono tutto. Il modo in cui lavoriamo con i social è sempre stato attraverso l’interazione e la costruzione di rapporti sociali che partono da un telefono e finiscono davanti ad un calice di vino.

Motivo per cui lavoriamo tanto su Instagram per i contenuti, ma soprattutto con i gruppi telegram per tutte le comunicazioni e per gli scambi di idee. Alla base dei nostri valori ci sono il networking e la condivisone e pensiamo che una comunicazione basata sul “parlo io e voi ascoltate” sia ormai passata e molto spesso utilizzata da influencer, figura che non ci appartiene.

Stiamo lavorando anche ad un blog dove l’utente sia al centro dei contenuti e possa raccontare, mettendo  a disposizione della community, le proprie esperienze lavorative soprattutto all’estero, in modo da creare consapevolezza e curiosità al lettore e fargli posare il telefono sul comodino insieme alle ansie e la paura di intraprendere un viaggio lontano dai propri cari.

Il nostro settore è fantastico perché ti lascia libero di essere ciò che vuoi, e viaggiare per lavoro è sicuramente l’esperienza più gratificante e formativa che si possa fare”.

Potete darci qualche anticipazione su come proseguirà il progetto Enofili Winemaking?

Marco: “Come sarà la seconda edizione di Enofili Winemaking al momento è troppo presto per dirlo, ma sicuramente è un progetto molto ambizioso che vuole creare consapevolezza all’utente ed offrire finalmente un percorso analogico, basato su relazioni ed esperienze vere e formative che molto spesso in questo mondo così digitale e veloce tendono a mancare.

Ci sono tante idee ma non ci piace parlarne, preferiamo i fatti e al momento la vera consapevolezza che abbiamo, è la voglia di formare i professionisti del futuro e aiutarli ad avere una visione dinamica del mondo vino”.

Cristina Mercuri, nella parte online cosa insegnerete?

Cristina: “Il progetto Enofili Winemaking online si svolgerà su 10 webinar coinvolgendo esperti e professionisti da tutto il mondo. Il programma di incontri segue il processo produttivo dalla vigna al calice. Si parla di potatura e vecchie viti con esperti del calibro di Marco Simonit, fino ad arrivare ai processi di gestione QA QC di grandi produttori come Gallo o Chateau St Michelle. Parleremo anche di marketing e comunicazione coinvolgendo sempre i massimi esperti mondiali e Master of Wine.

Il valore aggiunto di un percorso del genere è quello di fornire gli strumenti per avere un approccio critico, aperto e contemporaneo. Conoscere altre culture o altri metodi permette di accogliere le sfaccettature della realtà che non si possono cogliere sui libri di scuola”.

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