La quantità di vino invenduto mette in crisi i vigneti di Bordeaux: i vignaioli chiedono l’estirpazione delle vigne

La regione francese di Bordeaux è rinomata per la sua tradizione vinicola secolare e ospita molti dei produttori di vino più famosi al mondo. Tuttavia, la quantità di vino invenduto mette in crisi i vigneti di Bordeaux, con molti piccoli produttori che lottano per sopravvivere.

Il passaggio tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo per i piccoli vigneron di Bordeaux non è stato dei migliori. Verso l’inizio di Dicembre 2022 infatti, più di un migliaio di produttori sono scesi nelle strade del centro di Bordeaux per chiedere di salvare le loro aziende. Si sono presentati sotto il Bordeaux Wine Council (CIVB), l’organizzazione commerciale locale, appendendo un manichino a un albero all’esterno dell’edificio per rappresentare le difficoltà finanziarie quotidiane degli operatori e il rischio di suicidio, ammucchiando sulla porta tralci di viti morte.

Il commercio di Bordeaux all’ingrosso si è fermato e per fronteggiare la crisi dei piccoli produttori i vigneron chiedono al governo francese di sovvenzionare l’estirpazione delle viti nelle zone meno prestigiose di Bordeaux. Tutto questo ovviamente ha un costo. Si tratterebbe di 150 mila euro, che però il governo non può stanziare per mancanza di fondi europei.

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Crisi ogni 10-15 anni per i vini francesi di Bordeaux

Le vendite di Bordeaux sfuso sono così scarse che il CIVB non ha pubblicato le quotazioni dei prezzi da ottobre. Un problema, quello relativo alla crisi dei vini di Bordeaux, che si ripropone ormai ogni 10-15 anni, perché la regione vinicola della Francia è alle prese la contrazione delle vendite di vini sfusi e le esportazioni non sono sufficienti a compensare il calo dei consumi in Francia.

Se nel dopoguerra un adulto francese medio consumava circa 150 litri di vino l’anno con una media di mezza bottiglia al giorno, oggi ne consuma 40 litri all’anno, prediligendo bottiglie di rossi più costosi e preferendo altre bevande come birra e cocktails.  

Già nel 2010, a seguito di un’analoga crisi dei prezzi, il CIVB aveva lanciato una strategia che prevedeva cambiamenti strutturali per fronteggiare la crisi come l’eliminazione della categoria più bassa di vino per favorire quelle superiori ed espandere la produzione vini rosati e spumanti.

Principali esportatori di Bordeaux

L’export di vino pregiato di Bordeaux cresce esponenzialmente anno dopo anno, raggiungendo Paesi “nuovi” come Svezia e Panama, ma la domanda dei vini entry-level e di fascia media (€20 euro o inferiore) è ancora bassa.

L’America rappresenta un mercato redditizio per il Bordeaux, in particolare per le cuvée di fascia media e premium, senza però essere interessata al vino sfuso e ai prodotti d’entrata delle zone meno conosciute dell’area bordolese. A risolvere il problema un decennio fa ci aveva pensato la Cina, dopo la crisi globale del 2008. La stessa Cina che aveva risolto la crisi del Bordeaux ora però registra un calo del volume di vendite del 27%. Il consumo è diminuito drasticamente, passando in 5 anni da 1,9 miliardi di litri a 1 miliardo.

Di quanto vino in eccedenza stiamo parlando?

Si calcola che, negli ultimi cinque anni, il raccolto medio annuo per la regione è stato di circa 480 milioni di casse, ma ne sono state vendute solo 440 milioni. Il vino invenduto è pari alla produzione di 10.000 ettari di vigneto

I dirigenti delle banche locali affermano che circa 500 coltivatori locali si trovano in gravi difficoltà finanziarie, senza alcuna prospettiva di ripresa. Abbandonare le vigne è illegale perché sarebbero veicolo per parassiti e malattie che si diffondono in altri vigneti. I produttori possono quindi coltivare la vigna col rischio di produrre vino da svendere o peggio da non vendere o estirpare le vigne. Soluzione, questa che costa 2.000 euro all’ettaro.

Che strategia adottare per il futuro?

Quello che chiedono i piccoli produttori bordolesi è una strategia d’uscita che preveda fondi per l’estirpazione di 10.000 ettari complessivi per risolvere il problema nel giro di un anno. Ma la politica attuale dell’Unione Europea vieta ai suoi Stati membri di utilizzare finanziamenti UE o nazionali per sovvenzionare la distruzione dei beni agricoli. 

Per i piccoli vignaioli di Bordeaux c’è anche un problema di tipo sociale: queste persone infatti coltivano vigneti da generazioni e ora che stanno arrivando alla fine della loro carriera professionale si sentono bloccati e senza futuro.

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