Anche il 2023 si conferma un anno importante per il mercato del vino abruzzese. Cresce l’export di Montepulciano d’Abruzzo DOCG. Il vitigno, coltivato prevalentemente nel centro Italia, in particolare in Abruzzo, Molise e Marche, aveva registrato ottime performance anche nel 2022. L’anno scorso, infatti, le esportazioni del vino abruzzese avevano raggiunto i 229 milioni di euro di fatturato, con una crescita rispetto all’anno precedente del 8%, secondo i dati elaborati dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo.
L’area geografica in cui viene coltivato, che si estende dal mar Adriatico al Gran Sasso, con un dislivello di 3.000 metri garantisce una varietà climatica ideale per la maturazione delle uve utilizzate per la produzione del ‘Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo’ DOCG.
Da vent’anni, il vino è soggetto alla tutela dell’omonimo Consorzio, presieduto da Enrico Cerulli Irelli, che si occupa delle attività di promozione tra cui un piccolo tour promozionale che ha coinvolto la stampa di settore con tappe a Milano, Torino e Roma.
Il Consorzio
Il Consorzio nasce nel 2003 per tutelare, valorizzare e promuovere la prima denominazione di origine controllata e garantita della regione Abruzzo, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg. Obiettivo principale del Consorzio – presieduto oggi da Enrico Cerulli Irelli, al primo mandato, in carica dal 2018 – è costruire, nell’immaginario collettivo, lo spazio per un Abruzzo speciale, racchiuso tra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico.
Attualmente la denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg, si estende su una superficie totale di 172 ettari con una produzione annua di circa 400 mila bottiglie, di cui almeno il 60% è destinato al consumo nazionale, il resto all’esportazione.
Il Consorzio è composto da una trentina di aziende, che rappresentano il 90% della produzione. Il territorio della denominazione si estende su una superficie di 172 ettari, con una produzione di 600 mila bottiglie all’anno, di cui almeno il 60% è destinato al consumo nazionale. Il restante 40% è destinato all’esportazione, con una tendenza alla crescita di quest’ultimo in virtù della riapertura dei mercati esteri. Oltre il 70% delle aziende opera in regimi di qualità certificata come il Biologico, la Lotta Integrata, la biodinamica.
Il disciplinare prevede come minimo una quota del 90% di Montepulciano e ammette Sangiovese fino al 10%. Durante la prima tappa del tour promozionale, svoltasi al ristorante Opera di Torino, è stato spiegato come la stragrande maggioranza dei produttori vinifica Montepulciano in purezza. Normalmente si vendemmia fino a ottobre inoltrato con una resa massima di 95 quintali a ettaro, contro i 140 quintali ammessi per il Montepulciano doc.
Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg: territorio e varietÃ
Il territorio delle Colline Teramane è situato a nord dell’Abruzzo. Si tratta di un’area piuttosto vasta e variegata sia nella sua conformazione geografica, che nei microclimi, che nelle produzioni. Da un lato troviamo l’Appennino e il Gran Sasso, il massiccio montuoso più alto dell’Italia peninsulare; dall’altro la costa adriatica, caratterizzata da un clima mite, le cui perturbazioni, provenienti per lo più dall’area dei Balcani, si concentrano soprattutto nel periodo autunnale.
Colline Teramane DOCG viene imbottigliato nelle versioni Giovane e Riserva: per la prima è previsto un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di un anno, di cui almeno due mesi di affinamento in bottiglia. Nella versione Riserva il vino è sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno uno in botti di legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia.
Il vino è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee, profumo caratteristico, etereo, intenso, sapore asciutto, pieno, robusto ma armonico e vellutato, i sentori sono quelli della frutta rossa matura e delle spezie.
Export: la Germania in testa
In testa alla classifica dei paesi che amano di più il vino d’Abruzzo c’è la Germania che assorbe il 12% del 60% totale dell’export, seguita da Usa, Canada e Svizzera.
È quanto emerge dall’analisi condotta nel 2022 dall’Osservatorio Permanente Wine Monitor Nomisma, attivato nel 2019 dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo per rilevare in modo puntuale i trend dei vini regionali sui principali mercati e attuare una strategia di promozione e comunicazione sempre più efficace, con l’obiettivo di consolidare il primato della regione come meta enogastronomica.
Il mercato francese mette a segno un +57%, quello austriaco un +53%. In Asia ottime performance per la Corea del Sud che cresce del 25% e per il Giappone con il +19%, a dimostrazione di un apprezzamento che si evolve parallelamente alla conoscenza di questa regione vinicola.
Le esportazioni in Cina, dove ancora permane l’emergenza coronavirus, hanno subito un rallentamento economico che condiziona l’import di vino in generale. In generale i risultati sono stati positivi, se si pensa che il 2022 ha presentato molte criticità per i produttori e il mondo vino, passato repentinamente dall’emergenza sanitaria alla crisi dell’invasione russa dell’Ucraina.
Buone performance anche nella GDO
Con la ripresa dei consumi fuori casa, le vendite della distribuzione organizzata sono tornate a crescere, insieme al consumo diretto in ristoranti, bar, locali notturni, enoteche.
Nonostante il riposizionamento dei canali di vendita, anche nella grande distribuzione si è registrato un incremento del prezzo medio dei vini abruzzesi. Per il Montepulciano d’Abruzzo le vendite in bottiglia (da 0,75 l), che rappresentano due terzi delle vendite in valore e il 40% in volume, sono infatti cresciute del 2,6% a valore e del 2,4% a volume, con un aumento del prezzo medio del 7,8%.