Le cooperative vinicole italiane “resistono” alla pandemia, con le vendite addirittura in aumento del 6% nei canali della Gdo e un incremento dell’export del 3%. A dirlo, un’analisi condotta da Wine Monitor Nomisma presentata nel corso di Vivite Talk del vino cooperativo, iniziativa organizzata da Alleanza Cooperative Agroalimentari.
Aumento del fatturato per 1 cantina cooperativa su 4
A presentare l’analisi – che arriva negli stessi giorni di un’altro studio condotto sempre dalla società di consulenza, ma sui consumi di vino rosato – Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor. “Nel corso del 2020 il 34% delle cooperative vinicole ha mantenuto stabile il proprio fatturato e un 41% lo ha visto in calo” afferma.

“L’analisi ha anche evidenziato – continua Pantini – come una cooperativa su 4 del campione intervistato (che numericamente rappresenta oltre il 50% del fatturato complessivo della cooperazione vinicola) abbia invece registrato un fatturato in aumento. Si tratta delle cooperative vinicole più grandi, con fatturati superiori a 25 milioni di euro. Che nel 6% dei casi hanno addirittura registrato un sensibile aumento, superiore al +15% rispetto alle performance registrate nel 2019, prima del Coronavirus”.
La resilienza delle cooperative vinicole italiane: all’Horeca rispondono le vendite su GDO e e-commerce
Fondamentale, per mantenere stabili le vendite delle cooperative vinicole italiane, la multicanalità. Lo sostiene anche Luca Rigotti, Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari.
“I dati emersi dallo studio di Nomisma sono la dimostrazione pratica che le imprese vinicole che operano in differenti canali hanno pagato meno la crisi. Questo grazie ad una compensazione che certamente non ha risolto le criticità, ma ha consentito di attenuare gli effetti negativi della pandemia e le contrazioni di mercato”.

Guardando nel dettaglio i diversi canali, lo studio evidenzia che:
- Vendite Horeca. La chiusura dell’Horeca ha portato ad una riduzione delle vendite per la quasi totalità delle imprese cooperative, senza distinzione dimensionale. Una tendenza che si riscontra, d’altronde, per tutte le aziende vinicole italiane, come sottolineato qualche giorno fa da Federvini.
- Vendite GDO ed e-commerce. In questo caso, sono le cooperative vinicole italiane più grandi ad essere state favorite. Oltre 25 milioni di fatturato. Numeri che attestano non solo la tenuta della GDO, ma anche la tendenza, in questo ultimo anno, di comprare vino online.
- Export. Dato significativo arriva anche dalle vendite all’estero delle cooperative vinicole italiane. Se l’export vino Made in Italy nel complesso ha registrato nel 2020 un calo pari a -2,4% in valore, quello della cooperazione – nonostante le maggiori difficoltà per il segmento dei vini sfusi – ha invece registrato una crescita, pari al +3%.
I piani per il futuro: digitale ed enoturismo, promozione OCM
L’evento è stato anche un’occasione per le cooperative vinicole italiane di guardare all’immediato futuro. Tra i temi fondamentali, incremento del digitale, l’importanza dell’enoturismo e rafforzamento vendite sui canali esteri.
“L’analisi – spiega una nota – ha messo in mostra diversi aspetti. Le cooperative puntano sulla presenza su siti di e-commerce e sui canali social, cosi come sull’enoturismo e sull’ospitalità. Oltre ad un consolidamento della presenza nella grande distribuzione. Un segnale di ottimismo viene dalla convinzione espressa da oltre la metà delle cooperative che ritiene che nel 2022 le vendite nel canale horeca ritorneranno agli stessi livelli del 2019″.
“Rispetto invece – conclude la nota – al rafforzamento della loro presenza sui mercati esteri, gli interventi più efficaci appaiono due. Le missioni per incontrare fisicamente i partner internazionali e la misura della promozione in ambito OCM“.

Cantine cooperative italiane e sostenibilità
Importante anche l’impegno delle cooperative vinicole italiane sul lato sostenibilità.
- Oltre il 50% delle intervistate ha già adottato azioni concrete per ridurre l’uso di input chimici e azioni per la valorizzazione dei sottoprodotti, la riduzione e il riciclo degli scarti di lavorazione.
- Il 51% ha incrementato le produzioni biologiche
- Il 20% dichiara di aver già avviato processi di transizione digitale e industria 4.0.
“Nonostante le buone performance della cooperazione nel 2020 – ha commentato nel suo intervento conclusivo Luca Rigotti – in prospettiva sarà necessario fare i conti con il vino giacente in cantina, complessivamente pari a 56 milioni di ettolitri al 31 marzo 2021 (+3,6% su base annua). Situazione che, anche in vista della prossima vendemmia, deve far riflettere rispetto alle più adeguate ed efficaci misure utili per gestire l’offerta”.