La comunicazione del vino tra revisione Ocm e istanze salutiste: i temi del convegno di chiusura di Slow Wine Fair

Quello che emerge dal convegno di chiusura di Slow Wine Fair è che l’impianto creato negli anni dall’Unione Europea volto a supportare la promozione del vino è in bilico.

La prossima revisione delle regole fissate dall’Ocm è vicina e in alcuni Paesi europei sono sempre più forti le voci che si levano nel criticare il vino per ragioni legato all’abuso di alcol.

Questi temi non possono lasciare indifferenti sia le cantine sia tutto il mondo che ruota attorno al vino, da chi lo vende a chi lo racconta.

È stato questo il focus dell’ultimo convegno in programma alla Slow Wine Fair di Bologna, dove autorevoli voci hanno affrontato la problematica da più punti di vista, a partire dal via libera che la Commissione UE ha dato all’Irlanda per l’introduzione degli health warning nella retroetichetta delle bevande alcoliche e al Beating Cancer Plan che colpevolizza eccessivamente il vino. 

Attraverso i suoi esponenti, il settore si è unito con compattezza nella difesa di un principio basilare: il vino italiano non è un prodotto alcolico come gli altri, ma prima di tutto è un frutto della terra, espressione di una cultura antica e dei territori di origine, e nella dieta mediterranea gioca un ruolo importante, se consumato con moderazione.

Ecco dunque che gli interventi dei relatori hanno affrontato tutte le sfumature di questa levata di scudi.

Gli interventi al convegno di chiusura di Slow Wine Fair

Roberto Sarti

Il coordinatore del tavolo di lavoro Vino e Salute UIV, ha sottolineato come in Italia il vino sia di accompagnamento al pasto e un consumo responsabile ben diverso per cultura e consapevolezza rispetto all’abuso che se ne fa in diversi Paesi del nord Europa e che proprio su questo bere responsabilmente vadano incentrate le azioni di comunicazione, mantenendo come punto di forza l’equilibrio tutto italiano fra vitigni, vino, territorio e l’efficacia dimostrata finora dall’Ocm in termini di crescita dell’export (raddoppiato in poco più di un decennio).soprattutto per le piccole aziende.

Alessio Planeta

Il convegno ha dato voce anche al comparto dei produttori: la cantina siciliana Planeta Winery che ha lanciato la proposta di utilizzare una parte dei fondi Ocm per la promozione del consumo consapevole del vino così da unire le esigenze economiche delle filiere a quella comunitaria di tutela della salute pubblica. Alessio Planeta ha ricordato anche il valore aggiunto di una viticoltura etica e sostenibile nella comunicazione del vino, come sta dimostrando la certificazione SOStain, da lui ideata, specifica per la regione Sicilia, a cui hanno aderito per il momento oltre 35 aziende. 

Silvano Brescianini

Il presidente del Consorzio Franciacorta, ha ricordato come la storia abbia insegnato che il proibizionismo non funzioni e che il vino Italiano va difeso e promosso con tutte le risorse possibili, come cultura e strumento per costruire ponti ed esempi virtuosi, citando gli USA come caso di un mercato di successo per l’import e allo stesso tempo una rilevante nazione produttrice, senza che questo trend abbia inciso negativamente sulla società.

Valentina Petroli

L’intervento dell’Ufficio Agroalimentare e Vini, Ice-Agenzia ha illustrato le azioni e il programma di Ice a sostegno delle imprese di settore, con focus sulla loro internazionalizzazione grazie anche agli oltre 80 uffici Ice all’estero, fornendo strumenti di promozione e di formazione interna e di supporto alla partecipazione a fiere ed eventi in tutto il mondo. 

Il messaggio finale emerso da questo convegno è univoco: la necessità di stare uniti, cercando di superare le differenze regionali (l’Emilia Romagna è l’unica regione italiana ad aver un coordinamento regionale dei fondi Ocm) e lavorando per ottenere una regia centrale che definisca i parametri degli interventi a tutela del vino italiano e della sua promozione. 

Al convegno hanno partecipato anche Giangiacomo Bonaldi Gallarati Scotti, presidente Federdoc, Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio e, in collegamento da Bruxelles, Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo Socialists & Democrats alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.

(Giulia Spagnol)

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