Conflitto Russia Ucraina: le conseguenze per il vino italiano primo fornitore di entrambe

Le conseguenze per il vino italiano in Russia e in Ucraina potrebbero essere più pesanti rispetto a quelle di altri Paesi. Lo rivela una nota Ansa che riporta dati di Nomisma Wine Monitor e un’analisi di Denis Pantini dal suo profilo Linkedin. Il nostro Paese è, infatti, il primo fornitore di vino in Russia e detiene lo stesso primato anche a Kiev. Un duro colpo per alcune tra le principali denominazioni vitivinicole tricolori che, come tutto il resto del mondo, continuano a guardare con il fiato sospeso quanto accade in Ucraina.

conseguenze vino italiano russia

Export vino italiano in Russia: numeri in crescita da anni

Negli ultimi anni, l’export di vino italiano in Russia è cresciuto in maniera importante. Secondo l’analisi di Nomisma Wine Monitor, nel 2021 la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino italiano (+18% rispetto all’anno precedente). Numeri che hanno reso il nostro paese il suo primo fornitore.

Dati simili venivano registrati nel corso dell’anno anche dall’ufficio ICE di Mosca: le richieste di vino italiano in Russia fino a quel momento toccavano cifra +17.3%, +9,3% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tornando ancora più indietro, all’anno della Pandemia, nemmeno il Covid ha fermato l’export di vino italiano in Russia nel 2020: 101,7 milioni di fatturato nel primo semestre e primo posto davanti alla Francia e alla Georgia.

Focus export di vini italiani in Ucraina: quanto valeva nel 2021?

Tra i mercati più importanti per il vino italiano all’estero, un posto di sempre maggior rilievo era stato occupato, negli ultimi anni, anche dall’Ucraina.

“L’Italia rappresenta il primo fornitore di vino in Russia e Ucraina – continua la nota -.  Nel 2021, gli acquisti di vino italiano da parte di Russi e Ucraini  è stato di circa 400 milioni di euro, quasi il 6% di tutto l’export di vino del Bel Paese. Più ridotti ma fortemente in crescita (+200% negli ultimi cinque anni) gli acquisti dall’Ucraina: 56 milioni di euro, per un valore aggregato di circa 400 milioni di euro”.

E ora? Quali possono essere le conseguenze per il vino italiano in Russia e in Ucraina? A pochi giorni dall’inizio del conflitto, Unione Italiana Vini aveva tracciato un possibile scenario per l’export di vino italiano in Russia nel 2022. Ma la velocità con cui i fatti si stanno susseguendo fa nascere molte incertezze su quella che sarà la situazione futura.

champagne etichetta russia

Vini italiani più venduti in Russia e Ucraina: ecco quali denominazioni “rischiano” di più

Il mercato italiano dei vini in Russia rischia di più rispetto ai nostri vicini, Francia e Spagna.

“Per Francia e Spagna, gli altri top exporter che vendono vino a questi due mercati, il ‘danno emergente’ derivante dal conflitto è più ridotto – si legge ancora nella nota -. Si parla di 217 milioni di euro per i francesi, 146 milioni per gli spagnoli, vale a dire rispettivamente il 2% e 5% dell’export totale di vino”.

Tra le tipologie di vino più importate in Russia e che, di conseguenza, potrebbero risentire maggiormente delle tensioni internazionali ci sono alcune bollicine, come Asti Spumante.

“Nel caso dell’export di Asti Spumante in Russia parliamo della potenziale perdita di un quarto delle proprie esportazioni, così come del 20% delle vendite oltre frontiera di spumanti generici italiani o del 13% di vini frizzanti” sottolinea Denis Pantini, responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, come riportato dalla nota Ansa.

E per le altre tipologie? I vini preferiti dai consumatori russi e dell’Est Europa sono i vini frizzanti e spumanti dolci e con prezzi competitivi. Un gradimento che finisce inevitabilmente per colpire i produttori specializzati in queste tipologie, Italia in primis”.

“Anche per i vini fermi Dop italiani, Russia e Ucraina presentano fortunatamente incidenze marginali sulle relative esportazioni – aggiunge la nota -. Quelle più alte si riscontrano per i vini fermi siciliani Dop (8%) e per i vini bianchi Dop veneti (4%)”.

Infine, i dati dell’export in Russia del Prosecco, la denominazione che vende di più all’estero tra quelle italiane.

“Per il Prosecco, il peso di Russia e Ucraina per le relative esportazioni è inferiore al 5%,. Anche se va detto che negli ultimi tre anni (in piena pandemia) le vendite della nostra più famosa “bollicina” in questi due mercati erano raddoppiate”.

Guerra Ucraina – Russia: le conseguenze per l’agroalimentare e il vino italiano

Sull’argomento è intervenuta qualche giorno fa anche Coldiretti, che ha ricordato il possibile rischio di sanzioni russe per i prodotti agroalimentari italiani.

“In pericolo per l’Italia ci sono le vendite degli elementi base della dieta mediterranea come vino, pasta e olio in Russia – si legge in una nota di Coldiretti -. Prodotti che sono scampati all’embargo, ed hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Tra i prodotti italiani più venduti in Russia – precisa la Coldiretti – ci sono:

  • vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro
  • il caffè per 80 milioni di euro
  • l’olio di oliva per 32 milioni di euro
  • la pasta per 27 milioni di euro

Related Posts

Ultimi Articoli