Confagricoltura Piemonte: i risultati del sondaggio sul mercato del vino

L’indagine dell’organizzazione degli agricoltori del Piemonte sul mercato del vino: calano le vendite in Italia, tengono invece le esportazioni. Giacenze in aumento e ordini in calo per i prossimi quattro mesi.

Emergenza sanitaria in atto e modelli di consumo che cambiano. Mentre le imprese vitivinicole fanno i conti con gli effetti della pandemia, Confagricoltura Piemonte realizza un sondaggio rendendo protagoniste le proprie aziende: risultati alla mano e ottenute informazioni utili l’obiettivo, adesso, è quello di programmare per tempo l’adozione di interventi di riequilibrio dell’offerta.

“Il mercato del vino sta cambiando profondamente – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  perché il canale della ristorazione e dei bar si è ridotto fortemente e, in alcuni casi, pressoché annullato; si recuperano spazi nella distribuzione organizzata – ha aggiunto Allasia – dove i margini però sono ridotti all’osso. Fortunatamente tengono le esportazioni ma le prospettive non ci lasciano tranquilli”.

“La vendemmia 2020 – ha spiegato inoltre Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – pur con produzioni pressoché nella norma è risultata superiore ai livelli dello scorso anno e, per alcune tipologie di prodotto, le prospettive di commercializzazione risultano critiche. In attesa di poter riprendere l’attività commerciale e promozionale, per agevolare le vendite sul mercato interno e le esportazioni, abbiamo sottoposto alle imprese un questionario, riferito ai primi 11 mesi del 2020“.

L’organizzazione degli agricoltori del Piemonte, che annovera al suo interno le più prestigiose firme dell’enologia regionale, ha preso in indagine un campione significativo di cinquanta produttori composto per il 36% da aziende con una superficie inferiore a 5 ettari di vigneto, il 25 % con la superficie tra il tra i 5 e 10 ettari, il 30% tra i 10 e i 20 ettari e il 9% oltre i 20 ettari.

Ma veniamo ai risultati: ebbene, 32% dei viticoltori imbottigliatori intervistati produce meno di 10.000 bottiglie, il 41% da 10 a 50mila bottiglie il 27% oltre 50mila bottiglie. L’82% dei vitivinicoltori nei primi undici mesi di quest’anno evidenzia  un calo complessivo di vendite (il 31% ha avuto una flessione superiore al 30%); il 7% rileva vendite stazionarie, mentre l’11% registra un aumento, seppur contenuto.  Il 77% denuncia un calo delle vendite in Italia; il 7% ha mantenuto le posizioni, mentre il 16% incrementato la commercializzazione.

Per quanto riguarda le esportazioni, stando ai risultati del sondaggio, il 69% dei viticoltori imbottigliatori denuncia un calo delle vendite; il mercato è stazionario, invece, per il 23%, mentre l’8% ha incrementato le vendite. Il 52% degli intervistati ha mantenuto stazionari i prezzi di vendita delle bottiglie, il 41% ha applicato una politica di sconti per poter mantenere i volumi, ma c’è anche un 7% che è riuscito ad aumentare i prezzi.

Infine, per quanto riguarda le giacenze alla produzione, il 23% delle cantine mantiene i volumi stazionari rispetto allo stesso periodo del 2019, ma il 56% evidenzia un aumento degli stoccaggi (dei quali il 12% oltre il 20% dei volumi); il 16% ha le scorte in calo. A preoccupare maggiormente è la situazione degli ordini per i prossimi quattro mesi, rispetto allo stesso periodo 2019-2020: il 72% degli intervistati evidenzia ordini in calo (dei quali il 23% oltre 30%); per il 19% il portafoglio ordini è stazionario, mentre il 9% delle cantine ha ordini in crescita.

Dal questionario, oltre ai dati suddetti, sono emerse interessanti indicazioni sulle misure necessarie da attuare per affrontare l’emergenza. Dalle interviste emerge un clima di sfiducia nei confronti degli interventi sinora adottati dalle istituzioni pubbliche: per gli imbottigliatori di vini di qualità aderenti a Confagricoltura, infatti, “gli aiuti economici sono una goccia nel mare e non sono mirati alla salvaguardia delle imprese agricole”. Traducendo il concetto in numeri, solo il 9% delle aziende che hanno partecipato al questionario reputa utili gli interventi varati dal Governo; il giudizio migliora per quanto riguarda le iniziative adottate dalla Regione Piemonte, con il 21% che giudica la distillazione di crisi una misura positiva per alleggerire il mercato. L’88% degli intervistati ritiene che non si siano tenute in debita considerazione le indicazioni della filiera vitivinicola.


Tra i suggerimenti raccolti da Confagricoltura, dunque, un intervento di detassazione, la moratoria sui mutui e, soprattutto, un effettivo snellimento della burocrazia. A risultare necessario, infine, un processo che indirizzi la politica vitivinicola verso la valorizzazione della qualità: “che si tratti di vendemmia verde, distillazione o stoccaggio – hanno suggerito le imprese – gli interventi dovranno riguardare i soli vini doc e docg, vero patrimonio da proteggere”.

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