Certificazione Epd del vino. Si riscrivono le regole con un team italiano.

Nuove regole per l’Environmental Product Declaration. Sono quattro le aziende italiane che hanno firmato il nuovo protocollo enoico Epd.

Nasce in Svezia ma è riconosciuto a livello internazionale. Il sistema legato al vino per la certificazione Epd, Environmental Product Declaration, porta un po’ di italianità nelle nuove Product Category Rules (Pcr).

Non è un modello del tutto nuovo poiché Cantine Riunte e Civ lo avevano già adottato nel 2006. Le novità si hanno nel nuovo protocollo vede le firme del Prosecco Docg Bortolomiol, La Fattoria La Maliosa, Indaco2, Roberto Cipresso Winecircus, oltre all’agronomo Lorenzo Corino.

Si parte dal calcolo dell’impatto ambientale che ha una bottiglia di vino e dalla definizione di linee guida. Quest’ultime indicano le regole per un adeguato ciclo di vita della filiera produttiva al fine di raggiungere la certificazione ambientale Epd.

Si tratta di una certificazione fondamentale per le aziende, poiché denota una grande attenzione sulla propria produzione e sull’impatto ambientale. Per accedere alla certificazione Epd, le aziende dovranno far riferimento alle Pcr.

La definizione delle regole ha seguito un iter iniziato a gennaio 2020 con la pubblicazione di un documento, reso oggetto di consultazione pubblica. Revisionato e modificato dalla Commissione Tecnica dell’International Epd System, il documento è stato pubblicato sulla piattaforma svedese si Environdec – Epd International AB.

Antonella Manul, Fattoria La Maliosa, ha dichiarato di essere orgogliosa del risultato ottenuto, merito di un importante lavoro di squadra. Ciò servirà a qualificare ulteriormente il settore.

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