Vino e cantine biologiche, ecco perché il Consorzio Montecucco è tra i più green della Toscana

Un’indagine promossa dallo stesso Consorzio Montecucco rivela che l’85% della produzione dei soci è bio. Intanto, proseguono i progetti in ottica sostenibilità, per arrivare al 100% di aziende bio.

Di sostenibilità, tra le cantine socie del Consorzio Tutela Vini Montecucco, se ne parlava già prima che diventasse di “moda”. Tra queste colline, infatti – vuoi perché le vigne furono impiantate su terreni non coltivati o abbandonati, vuoi perché, le condizioni naturalmente favorevoli per la viticoltura non hanno mai richiesto interventi invasivi – alcune aziende non hanno mai fatto uso di tecniche dannose per l’ambiente.

Oggi, l’85% della produzione delle cantine socie del Consorzio di Tutela Vini Montecucco è biologico, mentre il 2% è in conversione. “L’obiettivo – afferma Giovan Battista Basile, alla guida del Consorzio – è arrivare un giorno al 100%”.

Consorzio Montecucco e cantine biologiche: i risultati della ricerca

I numeri appena illustrati sono aggiornatissimi. Arrivano, infatti, da un recente sondaggio promosso dallo stesso Consorzio che si è rivolto a un campione di 30 aziende socie. Lo scopo? Ricavare la percentuale di cantine biocertificate all’interno della DO Montecucco e di quelle in conversione.

Ne sono emerse percentuali altissime, che confermano i dati del 2020 registrati e condivisi da ARTEA (Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura). Già lo scorso anno, infatti, la DO Montecucco si era contraddistinta per essere una delle denominazioni del vino più attente alla sostenibilità in Toscana, con ben l’82% di Sangiovese DOCG biocertificato sul totale della produzione (hl/vino).

“I risultati di questa indagine ci portano non solo ad avere un riconoscimento di territorio ecosostenibile, ma ci incentiva a fare sempre meglio, considerato anche il numero di aziende attualmente in conversione – aggiunge Basile. Il nostro territorio è naturalmente vocato alla sostenibilità. E siamo certi di poter ottenere risultati ancora migliori di questi”.

cantine biologiche consorzio montecucco

Tradizione e legame con il territorio: così nascono i vini della DO Montecucco

Le cantine appartenenti al Consorzio Montecucco lavorano all’ombra del Monte Amiata, la vetta più alta della provincia di Grosseto. Un esempio virtuoso di viticoltura sostenibile in Toscana, che, tra queste terre, viene portata avanti da sempre, con passione e rispetto per la natura.

I comuni in cui è ammessa la produzione di vini Montecucco sono sette, tutti nella provincia di Grosseto: si tratta di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano. Qui vengono prodotti i vini Montecucco Sangiovese DOCG e Montecucco DOC. Molti di questi sono anche bio-certificati.

Oltre a un’alta percentuale di cantine biologiche, nei territori del Consorzio Montecucco troviamo anche le rese per ettaro tra le più basse in Italia: 70 q per ettaro.

“Non si parla solo di vigneti, ma anche di originalità del territorio, di rispetto della biodiversità, di pratiche agronomiche in armonia con l’ambiente, di studi e di ricerche volte al miglioramento e all’innovazione – spiegano dal Consorzio -. Tanti sono i progetti in ottica sostenibile che abbiamo portato avanti nel tempo. E altri ancora sono in cantiere”.

Consorzio Montecucco e rispetto del territorio: le iniziative del Consorzio per una viticoltura sostenibile

Per raggiungere risultati così virtuosi è necessario avere chiara la strada da percorrere.

“Abbiamo sperimentato metodi ecocompatibili di controllo delle avversità, a partire dall’utilizzo di mezzi biologici e non chimici e dalle buone pratiche agronomiche – aggiungono ancora dal Consorzio -. Ma non solo. Le aziende della DO Montecucco sono in prima linea anche nella promozione di studi e progetti di ricerca per l’innovazione nell’ambito dell’ecosostenibilità ambientale, portati avanti con importanti Istituti e Centri Universitari a livello nazionale”.

Tra questi, c’è il programma Organic Wine (Università di Firenze) che ha come obiettivo principale il miglioramento delle pratiche colturali attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologiche. Il tutto, secondo i criteri dell’agricoltura di precisione, per una minore dispersione nell’ambiente.

C’è, poi, Biopass ( acronimo di Biodiversità, paesaggio, ambiente, suolo, società) realizzato con il gruppo Agronomi SATA e in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano e la Fondazione Edmund Mach di S. Michele a/Adige). L’obiettivo del progetto è quello di analizzare la biodiversità e la vitalità del suolo e delle sostanze organiche in esso contenute, per poi progettare interventi mirati.

Dal Consorzio raccontano che l’impegno parte naturalmente dalle buone pratiche agronomiche, come la lotta biologica, l’utilizzo di prodotti naturali per favorire una maggior resistenza della vite o ancora l’utilizzo di impianti fotovoltaici in cantina e la bioedilizia”.

Un piano, dunque, a 360°, che rende le aziende vinicole del Montecucco protagoniste di un impegno green senza precedenti. Per continuare a fare vino – e farlo bene – nel rispetto della natura e di quanto essa ci dà.

Initiative carried out with FEASR financial instruments in 2014-2020 Rural Development Programmes of the Tuscany Region sub-measure 3.2.
Body responsible for information: CONSORZIO TUTELA VINI MONTECUCCO
 
 
 

 

Related Posts

Ultimi Articoli