Francia, la produzione di vino cala del 2%

La produzione di vino in Francia dovrebbe calare del 2% quest’anno, con grandi disparità tra le regioni dopo che alcuni vigneti sono stati gravemente colpiti da malattie fungine, mentre il bel tempo in altre regioni ha aumentato la produzione potenziale, ha dichiarato il ministero dell’Agricoltura francese.

In totale, la produzione di vino francese dovrebbe raggiungere quasi 45 milioni di ettolitri quest’anno, all’interno di un intervallo iniziale compreso tra 44 e 47 milioni, previsto il mese scorso, e leggermente al di sopra della media (+1%) rispetto alla media quinquennale (2018-2022).

Secondo il Servizio Statistiche e Previsioni (Ssp) transalpino, il 2023 segnerà il sorpasso della Francia sull’Italia (che prevede una produzione di circa 43 milioni di ettolitri). Per la prima volta dopo anni l’Italia non sarà il maggior produttore mondiale di vino, come ha confermato recentemente anche un’analisi della Coldiretti in riferimento alla vendemmia in corso lungo la Penisola e Oltralpe, che potrebbe concludersi con uno storico sorpasso dal punto di vista dei volumi. 

“Tuttavia, la situazione dei diversi vigneti è contrastante. Gli attacchi di peronospora a Bordeaux e nel sud-ovest e la siccità in Linguadoca e Roussillon stanno compromettendo il potenziale di raccolta”, ha dichiarato il ministero.

Altrove, la situazione era più favorevole nonostante la presenza del fungo della botrite alla fine della campagna.

La situazione, regione per regione

Il ministero prevede che la produzione di vino nella regione di Bordeaux diminuisca del 9% rispetto all’anno scorso e del 17% rispetto alla media delle ultime cinque vendemmie. Anche nel Sud-Ovest la combinazione di Peronospora, Oidio, Botrite e grandine fa presagire un calo della produzione rispetto allo scorso anno e alla media quinquennale, compreso tra il 6% e il 18%, con i bianchi generalmente meno colpiti dei rossi.

Nel frattempo, nella Champagne le buone condizioni meteorologiche hanno aiutato i grappoli non danneggiati a raggiungere un peso record quest’anno, portando a un potenziale produttivo del 24% superiore alla media.

Saint-Émilon, France

Il clima caldo delle ultime settimane ha favorito una vendemmia precoce nella maggior parte delle regioni produttrici.

Lo spettro del cambiamento climatico

Qualche settimana fa il servizio di statistica del Ministero dell’Agricoltura Francese (Agreste) aveva restituito un output positivo. Questi dati tuttavia potrebbero essere diversi da quelli del bilancio finale, proprio a causa delle ondate di calore che hanno colpito il Paese nelle ultime settimane. In alcune zone, la temperatura ha raggiunto picchi di 43 gradi con allerta in ben 19 dipartimenti. Come ha spiegato il magazine Vitisphere, questi sbalzi avranno un impatto sul racconto, ma anche sulla logistica, rendendo difficile la programmazione delle vendemmie.

Esistono comunque notevoli variazioni tra le diverse regioni vitivinicole a causa delle condizioni meteorologiche avverse e delle malattie delle viti. In Gironda, la produzione è in calo del 9%, nel Sud-Ovest del 6%, nel Midi dell’8%, con l’eccezione del Gard che mantiene la produzione stabile. Allo stesso tempo, la Valle del Rodano e la Provenza registrano una diminuzione del 2% rispetto all’anno precedente, ma un aumento del 2% rispetto alla media quinquennale.

In Borgogna e Beaujolais, l’aumento previsto è del 11% rispetto al periodo 2018-2022, mentre la Valle della Loira e l’Alsazia registrano rispettivamente incrementi del 19% e del 5%. La regione di Champagne potrebbe subire una diminuzione del 2% a causa dell’incidenza della botrite sui raccolti.

Domanda in calo, lotti in distruzione

In aggiunta a ciò, diverse regioni vinicole francesi, in particolare la zona di Bordeaux, sono in difficoltà per una serie di problemi che vanno dal cambiamento delle abitudini di consumo, alla crisi del costo della vita e alle conseguenze del Covid-19.

Il calo della domanda di vino ha portato una sovrapproduzione, prezzi in forte calo e gravi difficoltà finanziarie per almeno un produttore su tre. L’Unione Europea ha destinato un fondo di 160 milioni di euro, innalzato a 200 dal governo francese, per distruggere i lotti di vino in eccesso e venire incontro ai viticoltori in crisi. Una scelta obbligata che deriva dal fatto che l’alcool recuperato dalla distruzione della produzione di vino in eccesso potrà essere venduto come disinfettante per la pulizia, per i profumi o come prodotto per le mani.

Nell’approvare gli aiuti di emergenza per il settore a giugno, la Commissione europea aveva dichiarato che il consumo di vino è stato stimato in calo del 7% in Italia, del 10% in Spagna, del 15% in Francia, del 22% in Germania e del 34% in Portogallo. I vigneti più colpiti sono quelli che producono vini rossi e rosati in alcune regioni di Francia, Spagna e Portogallo. 

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