Aumento costi produzione vino: le cantine pagheranno 1,1 miliardi in più

Con l’aumento dei costi di produzione vino, la filiera vitivinicola italiana potrebbe veder compromessa la sua competitività sui mercati internazionali. È quanto emerge dallo studio Censis- Alleanza Cooperative Agroalimentari ‘Vino, La febbre dei costi’. Una situazione che il vino italiano condivide anche con altri settori e le cui conseguenze si iniziano già ad avvertire.

Perché i costi di produzione vino nel 2022 sono in aumento

Che ci fosse un rincaro nei materiali per la produzione di vino si era notato già a fine 2021. Il Corriere Vinicolo denunciava allora una “bolletta” da pagare di 800 milioni di euro  per far fronte alla crisi di materie prime e trasporti. E, di conseguenza, una revisione dei listini.

Oggi, a 2022 inoltrato, la situazione non sembra essere cambiata, anzi. Secondo lo studio Censis- Alleanza Cooperative Agroalimentari ‘Vino, La febbre dei costi‘ il conto che sta per abbattersi sulla filiera vitivinicola italiana è – come riporta Ansa – di oltre 1,1 miliardi di euro. Il motivo? L’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime, che va ad aggiungersi a una situazione internazionale di tensioni.

“Un carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che andrà a erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità competitiva sui mercati internazionali”, ha detto il Coordinatore Vino di Alleanza, Luca Rigotti. Rigotti ha poi spiegato che il calcolo si basa sui 13,6 miliardi di fatturato 2021 della filiera e su una variazione del 10,5% dei costi di produzione tra febbraio 2021 e lo stesso periodo 2022.

aumento costi produzione vino

Aumento materie prime produzione vino: quali sono

Quando si pensa all’aumento di costi della produzione vino nel 2022 si immagina prevalentemente gas e luce. Ma c’è di più.

“A contribuire in modo sostanziale all’incremento dei costi, precisa il rapporto, sono le componenti dei prodotti energetici per una media del 31,4%, dai carburanti (+38,3%), all’elettricità (+16,7%), ai lubrificanti (+70%)”.

Cresce anche il prezzo dei fertilizzanti e concimi utilizzati in vigna, in salita del 32,3%.

C’è poi la carenza di vetro e carta per la produzione di imballaggi per vino che porta i prezzo di questi materiali a un’impennata. “Tra gennaio 2021 e lo stesso mese del 2022, quindi al netto degli effetti della guerra, si vede il prezzo del vetro crescere dell’8,5%. C’è poi aumento del costo del sughero del 9,4% e della carta fino al 30%.

“A tutto questo – ha proseguito Rigotti – si aggiunge il nodo della reperibilità e dell’approvvigionamento dei materiali. Da qui la necessità di trovare nuovi strumenti, sulla linea di quelli già emanati dal Governo, per cercare di mitigare gli effetti della crisi e non perdere ulteriori margini di competitività. Ma anche che l’Ue intervenga per mettere un tetto condiviso al prezzo dell’energia e del gas. Valutando la possibilità di svolgere il ruolo di acquirente unico sul mercato”.

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