Asti Docg e mercato russo: uno scenario deludente

Lo dichiara Giovanni Satragno, presidente dell’Associazione Produttori Moscato: “sono 10 milioni le bottiglie vendute in meno rispetto al 2014”.

russia_2744410bNon sono di certo buone notizie, quelle che arrivano da una delle più storiche associazioni di tutela del mondo vitivinicolo italiano. A causare questi deludenti scenari è il mercato russo, che continua ad emergere con risultati negativi e preoccupanti. Da una stima fatta infatti, il calo delle vendite, della gamma di Asti Docg si attesterebbe intono al -50%, un dato che allerta i produttori dei 52 comuni del Moscato, soprattutto in vista delle festività natalizie. “Le vendite di Asti spumante sono in calo, soprattutto a causa della crisi russa, con le spedizioni ormai fatte. Ciò che ha inciso maggiormente sulle mancate esportazioni verso la Russia – dice Giovanni Satragno, presidente Associazione Produttori Moscato – uno dei nostri mercati di riferimento, sono state l’incombente crisi monetaria e l’imposizione dell’embargo”.

A fare da rimbalzo e rincuorare la produzione è la performance del Moscato d’Asti, che piace soprattutto negli Usa. “Su 30 milioni di bottiglie prodotte – conclude Satragno – 20 milioni sono consumate in America, dove imperversa la Moscato mania”. Dunque lo spumante italiano più venduto nel mondo cede il passo, svilendo la cavalcata dell’ultimo decennio. Per cercare di arginare questo trend si sono attivati i maggiori attori del territorio al fine di trovare una terapia capace di rianimare i consumi. E’ infatti proposta dell’Assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, di allargare l’area d’imbottigliamento “fuori dalla zona di produzione”. Un’apertura che piace a molti imbottigliatori che oggi possono etichettare Asti docg con proprio marchio solo affidandosi a industrie del triangolo Asti-Alessandria-Cuneo, ma che vede ancora scettici le principali organizzazione del settore.

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