Vino e salute: al via a Napoli i lavori del Simposio 2023 Assoenologi

Simposio 2023 Assoenologi: ecco i principali interventi

Al via ieri 13 gennaio il Simposio 2023 Assoenologi, che prosegue i suoi lavori nella giornata di oggi.

Vino e salute il tema centrale di questa nuova edizione, che pone al centro delle argomentazioni, gli spinosi temi di medicina e vino, alcol e alimentazione consapevole.

A Napoli il mondo della scienza e quello della produzione enologica si sono incontrati per porre l’attenzione sul consumo consapevole di ogni sostanza alimentare.

Le figure che hanno presieduto il Simposio 2023 Assoenologi

Ha aperto i lavori, come al Simposio 2022, Riccardo Cotarella, il presidente Assoenologi, con il professor Luigi Moio, presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv).

“Noi, cari colleghi- ha affermato Riccardo Coratella entrando subito nel vino delle argomentazioni- abbiamo la mission di difendere il nostro settore ne di farlo anche a nome degli stessi produttori. Il tema del convegno è chiaro, l’attacco frontale nei confronti di vino e dieta mediterranea non può essere sottovalutato. Le varie vicende che vedono il vino messo alla gogna per colpa di tante e troppe “bande” che costringono il mondo enologico a stare in allerta, sempre. Ecco il motivo del Simposio. Dimostrare scientificamente che ci sia fondamento in quello che è posto avanti da tutto il mondo del vino e parlare di modalità di consumo, non di salubrità del vino. Bere moderato prima di tutto, ma anche l’invasione di campo dei non competenti. Come noi enologi ci rivolgiamo ai medici per avere risposte su vino e salute, chi parla di vino deve rivolgersi a chi il vino lo conosce da vicino.

Il rapporto vino e salute è sempre stato un eterno contrasto, fatto di momenti di demonizzazione e momenti di risoluzione. La storia del vino è antica e l’OIV conferma il proprio sostegno alla missione di questo Simposio.

L’interesse nei confronti della salute non si è mai spenta da parte di tutto il mondo del vino. Tanto è vero che numerosi sono stati gli articoli scientifici nel corso degli anni che hanno trattato la materia”.

A lui si sono susseguiti:

  1. Orazio Schillaci, ministro della salute;
  2. Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste;
  3. Luc Djoussè, direttore di ricerca del Dipartimento di Medicina della Harvard Medical School;
  4. Vincenzo Montemurro, cardiologo, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Cardiologia;
  5. Giorgio Calabrese, medico dietologo, presidente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute;
  6. Rosario Iannacchero, neurologo e presidente Società Italiana Studio Stroke;
  7. Francesco Cognetti, presidente Confederazione Oncologi Cardiologi ed Ematologi;
  8. Marco Deriu, docente di Bioingegneria al Politecnico di Torino;
  9. Massimo Marchino, direttore del Servizio sanitario di Orvieto;
  10. Savina Nodari, docente di Cardiologia all’Università di Brescia;
  11. Rosanna Lambertucci, giornalista attiva nelle tematiche riguardanti la salute;
  12. Andrea Pancani, vicedirettore Tg La7;
  13. Vittorio Cino, direttore generale di Federvini;
  14. Nicola Tinelli, coordinatore Ufficio politico Uiv.

L’intervento di Orazio Schillaci

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha affermato che bisogna “promuovere la conoscenza al fine di espandere la consapevolezza del consumatore e promuovere un corretto consumo del vino prevenendo gli abusi“.

A tal fine ha parlato della necessità di “campagne nelle scuole promosse dal Ministero della Salute per prevenire l’abuso”.

Il principio chiave del Governo è quello di sostenere il prodotto italiano senza penalizzarlo e, contemporaneamente, di salvaguardare la salute umana.

La parola a Francesco Lollobrigida

Forte anche l’intervento di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, che ha affermato: “promuoviamo il nostro vino nel mondo. Il settore per l’Italia intera è strategico. Vino e salute è un congresso che arriva al momento giusto in questi giorni in cui si sta applicando l’etichetta della salute nel vino, in alcuni Paesi. La commissione EU non ha mosso obiezione dinanzi tale appicazione. Noi ci prendiamo l’impegno di contrastare questo uso “offensivo” dell’ etichetta della salute nei nostri vini. Come? Prima di tutto facendo sistema e sostenendo chi già fa bene, chi crea qualità ed eccellenza. In tutto il mondo si parla di comunicare la “salute” nel modo giusto. Ma l’applicazione del bollino colorato nei prodotti è un condizionamento che scagiona i prodotti delle grandi multinazionali a scapito del prodotto artigianale. Forti delle nostre ragioni abbiamo ostacolato il nutriscore posticipando al 2024 la sua possibile applicazione. Non possiamo utilizzare oltremodo la parola vino anche in quelli che sono i nuovi prodotti dealcolizzati. Serve una distinzione tra uso e abuso”.

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