Assemblea Chianti per il rinnovo dei Consiglieri del Consorzio
Si è svolta venerdì 10 giugno, nella sede di Confartigianato Firenze, l’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti. All’ordine del giorno il rinnovo dei consiglieri, tra cui sono risultati eletti: Ritano Baragli per la Cantina sociale Colli Fiorentini; Rolando Bettarini per la Fattoria di Piazzano; Bernardo Guicciardini Calamai del Castello di Poppiano; Vasco Torrini dell’azienda agricola Torrini e Gianni Zipoli delle Cantine Leonardo Da Vinci.
Nell’occasione, il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi ha avuto modo di toccare alcune argomenti caldi, nella sua relazione ai soci. Tra i punti salienti, il Chianti che guarda al futuro con un pizzico di ottimismo, grazie alla fine delle restrizioni per il Covid e la prossima vendemmia che potrebbe riportare la produzione intorno agli 800 mila ettolitri, dopo cinque anni di calo. Allo stesso tempo, un grido di allarme per l’aumento dei costi di energia e materiali (+10%) dovuto al conflitto russo ucraino.
Consorzio Chianti, +10% prezzi per caro energia
“Questa situazione, con alti costi per l’energia e per i materiali, sta portando problematiche alle aziende – ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, nella sua relazione ai soci – Abbiamo calcolato un rincaro di circa il 10% sui prezzi, che sta frenando il mercato del vino. Questo non è certo di buon auspicio visto che tra pochi mesi siamo in vendemmia e questa situazione porta molti pensieri”.
I rincari pesano sulle aziende che, non potendo scaricare i rialzi sul prodotto finale, assorbono totalmente i costi aggiuntivi, mettendo a rischio la propria redditività. “Fare aumenti di costi sullo scaffale del 10% è improponibile – continua Busi -. Anche il prodotto sfuso è aumentato da 130 euro a ettolitro fino a 180-200 a ettolitro. E’ impensabile che il mercato possa accettare un prezzo così elevato”.
Proprio in quest’ottica presidente del Consorzio ha lanciato un appello e una richiesta di aiuto al sistema bancario. “Ci auguriamo che il sistema bancario ci possa dare una mano per traghettare le aziende fuori da questo momento – ha aggiunto Busi -. Chiediamo più erogazione di finanziamenti, la possibilità di posticipare le rate dei prestiti e altre forme di sostegno. La priorità adesso è riuscire a reggere di fronte a questa ulteriore tempesta, che sappiamo essere passeggera, per andare verso un 2023 che sarà più roseo”.
Vendemmia e produzione, le grandi note positive per il futuro del Chianti
Da una parte è doveroso affrontare il problema dei prezzi, dall’altra però il mondo si sta finalmente riaprendo dopo oltre due anni di pandemia. Come ha sottolineato il presidente anche in occasione di Vinitaly, nel periodo di emergenza pandemica il Chianti ha visto aumentare notevolmente le vendite, grazie soprattutto alla spinta proveniente dalla grande distribuzione. “Significa – continua Busi – che la gente apprezza il Chianti e quindi il graduale ritorno alla normalità porterà una nuova crescita del mercato. Anche le aziende enoturistiche stanno vedendo una ripresa, il turismo è in crescita in tutte le zone del Chianti con tantissimi turisti che chiedono di fare tour delle cantine e degustazioni. Senza restrizioni è chiaro che si marcerà più velocemente”.
Un’altra nota positiva arriva direttamente dalle vigne. Quest’anno è attesa una vendemmia particolarmente ricca, come non se vedono da almeno cinque anni. “La produzione quest’anno c’è – dice ancora Busi .- Da qui a settembre dobbiamo sperare che non ci sia siccità, né le grandinate del passato. Se tutto va bene, l’uva quest’anno c’è e dopo 5 anni si dovrebbe tornare a una produzione normale, intorno agli 800mila ettolitri, e questa sarebbe una bella boccata di ossigeno”.