Le api nei vigneti e la biodiversità a difesa del made in Italy

A Vinitaly il talk “Dove le api incontrano il vino” ha portato a importanti riflessioni sulla biodiversità

Cosa ci fa un’arnia in prossimità dei filari di uva? E che legame c’è tra le api e gli apicoltori e la tutela della biodiversità dei tanti vigneti italiani?

A questi semplici quesiti cha dato una risposta il talk dal titolo “Dove le api incontrano il vino”, che si è svolta nell’ambito di Vinitaly 2023. Il primo ad intervenire è stato il Dirigente del Mipaaf Luigi Ricci specificando che “Vinitaly è il contesto perfetto per dimostrare che le api hanno un ruolo fondamentale nella viticoltura, e in generale in tutto comparto agricolo. Il nostro intento è sempre quelle di fare attività di divulgazione, perché la conoscenza è fondamentale per la crescita di tutti i settori e dell’innovazione”.

Il talk è un’iniziativa organizzata nell’ambito del progetto di comunicazione “Generazione Honey”, promosso da Agri Rete Service, società di servizi di Confcooperative. In collaborazione con l’associazione Miele in Cooperativa e realizzato grazie al finanziamento del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il parere degli esperti tra studi e falsi miti

Moderati dalla giornalista Rai Chiara Giallonardo, hanno preso parola il professore Antonio De Cristofaro dell’Università del Molise e l’entomologo Paolo Fontana, ricercatore della Fondazione Edmund Mach.

Il primo falso mito da sfatare è stato quello legato alla pericolosità delle api in prossimità dei vigneti. “É vero che le api vanno a visitare le uve in maturazione- afferma Paolo Fontana – e la paura dei viticoltori è quella che possano danneggiarle. In realtà le api vanno a prelevare il succo degli acini che sono già feriti e danneggiati da agenti metereologici o da uccelli e vespe. Gli studi in laboratorio dimostrano no solo che le mandibole delle api non sono in grado di ferire gli acini, ma che gli acini botritizzati esposti alle api non hanno evidenziato più marciumi. Sembra proprio che l’azione delle api sia in grado di risanare gli acini danneggiati”.

Le api garantiscono inoltre una crescita esponenziale della biodiversità, “l’ape che risiede nei vigneti è un potente bioindicatore. – ha spiegato il professore Antonio De Cristofaro – Ci dice molto sul comportamento del viticoltore e sull’ecosistema stesso del vigneto. Nell’ambiente circostante alle viti si trovano spesso piante spontanee la cui persistenza è dovuta alla presenza di impollinatori. Su queste piante vivono tantissimi insetti fitofagi (delle piante spontanee) assolutamente innocue per il vigneto, che agiscono contro tanti funghi e nemici della vite. Sono così continuamente garantiti agenti di biocontrollo per il vigneto”.

L’esperienza diretta della cantina Orsogna che ha fatto della biodiversità uno stile di vita

I due etimologi hanno evidenziato come il vigneto, con opportuni accorgimenti agronomici, possa rivelarsi un ambiente idoneo all’allevamento delle api. La presenza delle api in vigna è infatti in ascesa, e a mostrarci come tra api e vigneti il comune denominatore sia l’amore e il rispetto per il territorio, è proprio una cantina.

Ad intervenire è stato l’enologo Camillo Zulli, direttore della cantina biodinamica Orsogna, in provincia di Chieti. L’azienda vanta una superfice di vigneti 100% biologici, e ha prodotto una linea di vini dedicata alla biodiversità e alle api, lanciata nel 2016 realizzata con i lieviti estratti dal polline. “Crediamo così tanto nella biodiversità che in autunno seminiamo essenze che ci danno la possibilità di pascolare le pecore durante l’inverno e ad aprile maggio portano le api nel vigneto. Le api sono oltretutto il bioindicatore per eccellenza – ha dichiarato Zulli – e non sono in alcun modo una minaccia alle vigne, perché non riescono a perforare gli acini d’uva”.

Le istituzioni si schierano a favore della del miele

Al talk ha partecipato anche il Direttore Generale Luigi Polizzi che ha sottolineato l’importanza di una campagna di comunicazione come quella di Generazione Honey che fa informazione sul settore apistico, per il quale il Ministero ha istituito un fondo ad hoc. “L’impegno dell’amministrazione è di contemperare la sostenibilità ambientale, che è uno dei pilastri della Pac, insieme alla tutela della competitività delle aziende. Ma abbiamo fatto anche altro, puntando sulla concentrazione dell’offerta e sul rafforzamento delle reti delle associazioni di produttori, oltre a lavorare per collegare sempre di più il mondo della ricerca con quella della produzione”.

A concludere il talk “Dove le api incontrano il vino” è stato Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’agricoltura con delega al miele. “La difesa del made in Italy passa anche attraverso la difesa delle api e della tutela della biodiversità. Consideriamo il miele un settore di punta dell’agroalimentare italiano che può offrire opportunità di crescita economica anche ai giovani. Sono stati raddoppiati i finanziamenti a disposizione delle aziende apistiche ed è in via di definizione anche l’istituzione di un tavolo permanente sul miele. Siamo convinti che per dare nuova visione al settore occorra puntare sul confronto e la partecipazione”.

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