Anteprima Sagrantino annata 2019 presentata ad “Amontefalco”

Annata a cinque stelle, valutata con 95 centesimi. Così il Sagrantino 2019 fa capolino nello storico delle migliori annate di Montefalco presentate nella nuova Anteprima “Amontefalco”

Montefalco presenta in questi giorni l’anteprima della sua annata 2019 del Montefalco Sagrantino Docg, valutata con 5 stelle e 95/100, insieme alle Doc Montefalco e le Doc Spoleto, in una Anteprima che cambia nome in “Amontefalco”.

Andiamo tutti “Amontefalco 2023”

Montefalco presenta in anteprima tutti i vini del territorio

Il cambio di nome dell’evento non è solo un restyling di facciata, ma indica anche un sostanziale cambio di passo, lo spostamento di un punto di vista, un campo che si allarga su di un territorio. E anche il desiderio di non avere gerarchie in un progetto che trova compimento in una dimensione orizzontale.

Al centro, perciò, c’è Montefalco che non è solo territorio di vino, ma è terra per il vino, vocata alla produzione di vini di qualità che suggeriscono emozioni e restituiscono in un sorso il valore della storia, la bellezza della vita in questi luoghi unici.

La Montefalco di oggi, il Sagrantino e non solo

Le dolci colline intorno a Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo hanno dimostrato da sempre una straordinaria confidenza con la vigna e il vino, su più fronti e grazie al contributo di numerose varietà autoctone.

La tradizione è poliedrica: accanto all’uva simbolo della zona ce ne sono altre di eccezionale valore come Trebbiano Spoletino e Grechetto, tra quelle bianche, e Sangiovese, tra quelle a bacca nera.

Montefalco, i comuni che appartengono a questa denominazione, e Spoleto sono da sempre delle grandi “terra per il vino”, come testimoniano i numerosissimi documenti storici che raccontano le sue colline vocate alla viticoltura.

Il Sagrantino di Montefalco

Pochi vini, in Umbria, riescono a rappresentare il concetto di terroir come il Montefalco Sagrantino Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) che può essere prodotta esclusivamente nel territorio collinare di Montefalco e in parte nei comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo. Il vitigno Sagrantino, varietà autoctona della zona, dimora qui da tempo immemore, tanto che era già coltivato dai primi frati francescani.

La legenda dei falchi di Federico II che diede nome al Sagrantino

Il nome deriva da una storia antica e affascinante, recentemente riportata alla luce e racconta di una miracolosa guarigione dei falchi del Coccorone

Il 13 Febbraio del 1240, in uno sconosciuto castello dell’Umbria detto Coccorone (letteralmente: cima del colle), alcuni dei falchi “sagri” preferiti dall’Imperatore Federico II caddero in una pericolosa malattia. Non essendoci medicine utili, i falchi sembravano destinati alla morte quando l’Imperatore chiese al fidato Teodoro di Antiochia una soluzione. Questi rispose che solo un infuso fatto con zucchero, alcool e petali di violetta (il così detto Violaceum) poteva aiutarli ma che non c’era tempo sufficiente per prepararlo. Dopo aver riflettuto, si decise di mettere dei petali di violetta nel vino locale, particolarmente dolce, e farlo bere ai rapaci. La mossa risultò azzeccata e i falchi sagri guarirono.

Il Coccorone cambia nome e diventa il monte del falco

È per questo motivo che il vino più tipico di Montefalco prende il nome di Sagrantino, cioè del falco sagro! Non solo, il lieto evento fece addirittura cambiare nome alla città che da allora si chiama Montefalco, cioè “il monte del falco”.

Nel 1451 il noto pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, chiamato dai francescani ad affrescare l’abside della loro chiesa, alludeva forse al Sagrantino dipingendo la bottiglia di vino rosso sulla mensa del cavaliere da Celano, negli affreschi dedicati alla vita di San Francesco.


L’annata 2019 in vigna

L’annata 2019 è iniziata a rilento a causa di una stagione invernale abbastanza secca ma prolungata, almeno fino alla metà di Marzo. Ciononostante, la ripresa vegetativa è stata più o meno regolare: le abbondanti piogge di Aprile e Maggio, con temperature piuttosto fredde per il periodo, hanno portato un notevole accumulo idrico nei terreni, compensando di fatto le scarse precipitazioni invernali. Il periodo più caldo della stagione è stato registrato tra l’ultima settimana di Giugno e la prima di Luglio, cui sono seguiti giorni siccitosi ma senza picchi calorici, fino alla metà di Agosto. La fine di questo mese e l’inizio di Settembre hanno conosciuto sporadici eventi temporaleschi in grado di riequilibrare la maturazione delle uve. La seconda metà di Settembre è stata asciutta, permettendo una vendemmia ottimale (iniziata leggermente in ritardo
per Sagrantino e Trebbiano Spoletino), protrattasi fino alla fine di Ottobre.

L’annata 2019 in cantina

L’ottima annata, condita da sufficienti dotazioni idriche, un prolungato periodo vegetativo e una graduale maturazione, ha permesso di portare in cantina uve perfette sotto ogni punto di vista e di altissimo livello qualitativo. In particolare le varietà tardive, come il Sagrantino e il Trebbiano Spoletino, hanno giovato delle piogge di inizio Settembre e del periodo asciutto della raccolta. Tutti fattori decisivi nella realizzazione di vini molto equilibrati e fini, capaci di unire struttura, freschezza e dinamismo. Il quadro aromatico generale dei vini è elegante, ricco di dettagli e sfumature. L’ottima acidità e le parti “dure”, peraltro perfettamente risolte, lasciano immaginare un futuro luminoso per questi vini dal lunghissimo invecchiamento.


Leggi anche: Anteprima Sagrantino 2018

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