Anteprima Montepulciano: presentate le nuove annate del Nobile

Montepulciano ha presentato le nuove annate in commercio in anteprima il Vino Nobile 2020, la Riserva 2019 e le 12 Pievi

E’ il turno del Vino Nobile di Montepulciano in anteprima che da tradizione in febbraio apre le porte di casa, la Fortezza, agli operatori e agli appassionati. La scorsa settimana, presso la Fortezza di Montepulciano, i produttori sono tornati in presenza per far conoscere le nuove annate in commercio dal 2023: La 2020 del Nobile e la 2019 della riserva. Due annate che sicuramente hanno dimostrato il massimo e che si presentano con profili molto variegati nei calici. La ben nota schiettezza dei tannini si è integrata bene in alcuni assaggi sia nel 2020 Annata che nella riserva 2019.

Le dodici Pievi che troveremo nelle etichette del Nobile

Tra le aziende che producono Vino Nobile di Montepulciano ci saranno più di 40 aziende che presenteranno l’annata 2022 “Pieve”, con 500 mila bottiglie, circa il 7% della produzione totale di Nobile, e che sarà incentrato su un vino da Sangiovese in prevalenza con eventuali vitigni complementari solo da varietà di antica coltivazione locale. Manca solo il via libera da parte del Ministero e le UGA saranno ufficialmente integrate nel disciplinare di produzione, lavoro previsto per il 2025. Le Pievi rappresentano una antica suddivisione del territorio di epoca tardo romana e longobarda.

Le pievi

  • Cervognano,
  • Caggiole,
  • Gracciano,
  • Le Grazie,
  • Argiano,
  • Valardegna,
  • Cierliana,
  • San Albino,
  • Valiano,
  • Badia,
  • San Biagio
  • Ascianello

Nobile di Montepulciano e la certificazione “equalitas” per la sostenibilità

Dal 2022 quella del Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione italiana ad aver raggiunto la certificazione di sostenibilità secondo la norma Equalitas. Per arrivare a questo risultato, che è solo un tassello di un percorso in divenire, si sono impegnate gran parte delle imprese vinicole del territorio.

Il 75,8% delle aziende di Montepulciano, per l’esattezza, ha contribuito con le proprie attività al raggiungimento della certificazione. Quale sia stato il modo in cui ciascuna cantina ha contribuito a farlo, ha cercato di scoprirlo il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che, proprio in occasione dell’Anteprima, ha chiesto ai propri associati con quali attività abbiano privilegiato questo obiettivo.

«Essere una denominazione sostenibile è un impegno non solo rivolto al territorio, ma anche alle persone che lo abitano – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – come Consorzio non abbiamo solo guardato alle attività agronomiche e produttive, ma anche alla divulgazione di queste nei confronti dei cittadini di Montepulciano, dei tanti turisti che ospitiamo durante l’anno e anche dei più piccoli con attività didattiche in collaborazione con le scuole e con l’Anteprima di quest’anno, la prima da quando siamo certificati, abbiamo voluto spiegare meglio quanto sia fondamentale il lavoro di ogni singola impresa vinicola».

Le “best practices” delle aziende e come viene visto l’impegno del Consorzio

I trattamenti in vigna

La totalità delle aziende ha dichiarato inoltre di aver ridimensionato l’utilizzo di fitofarmaci e fitosanitari in campo. Il 98% delle aziende ha ridotto i trattamenti convenzionali in vigna. Il 59% ha messo in campo pratiche legate alla cosiddetta agricoltura integrata. Quasi il 70% delle imprese ha scelto l’agricoltura biologica, il 3% quella biodinamica.

Sicurezza, ambiente e formazione

L’84,4% negli ultimi cinque anni ha investito in formazione e sensibilizzazione sui temi di sicurezza e ambiente. In tempi di scarsità di acqua, il 69,7% delle imprese vinicole del territorio dichiara di aver attuato pratiche per la riduzione dell’utilizzo di risorse idriche per il processo di vinificazione e il 97% ha guardato alla salvaguardia della biodiversità. Sul fronte della CO2 il 75,8% dichiara di aver avviato pratiche per la riduzione di emissione di gas climalteranti e anche messo in piedi attività di recupero o riciclo di materiali proveniente da scarti di produzione (il 72,7%). Essere sostenibili è un vantaggio anche ai fini della comunicazione e promozione del vino: lo pensa il 78,8% delle imprese.

Il 72,7% dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano è molto soddisfatto delle attività verso la sostenibilità intraprese dal Consorzio per la denominazione (mediamente soddisfatto il 18,2%, abbastanza il 9,1%). La totalità dei produttori è convinta di aver contribuito anche così al rafforzamento della denominazione, anche investendo in accoglienza in cantina (il 97%).

Montepulciano distretto del vino sostenibile

Quello dell’Anteprima del Nobile di Montepulciano è “Un appuntamento ormai imperdibile”, afferma il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi. Gli addetti ai lavori hanno incontrato oltre 40 produttori in presenza, ben oltre la metà della denominazione, per conoscere le nuove annate in commercio, le tante attività, novità e i progetti futuri che stanno confermando la nostra Docg una delle più dinamiche d’Italia. Come ad esempio gli aggiornamenti sul progetto Pievi, ma anche tutte le attività legate a “Montepulciano, distretto del vino sostenibile”.

Rinvenuta una pergamena del 1350, tra i primi documenti originali al mondo a parlare di tracciabilità del vino

Uno dei documenti più rari (a oggi ritenuto il primo per datazione) legati alla vendita di qualità e che testimonia l’esistenza di un distretto produttivo e di commercializzazione del vino di Montepulciano. E’ il ritrovamento che la Società Storica Poliziana, in collaborazione con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ha fatto attraverso i suoi studi e ha presentato in esclusiva e per la prima volta all’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano che è partita oggi con la giornata della stampa internazionale presso la Fortezza. Un rarissimo contratto di mercatura che riporta la data del 17 ottobre 1350, conservato presso il fondo Madonna de’ Ricci (Crociferi) dell’Archivio di Stato di Firenze. «Un ritrovamento che è avvenuto nei mesi scorsi, grazie al lavoro che stiamo facendo insieme alla Società Storica Poliziana per ricostruire la storia del vino a Montepulciano – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – e che oggi abbiamo potuto presentare alla stampa di tutto il mondo per dimostrare quanto la tradizione vinicola nel nostro territorio sia importante, fin da tempo remoto».

Una pergamena che allunga di duecento anni la storia del vino a Montepulciano

Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha avviato negli ultimi anni una serie di ricerche sulle tracce dei vini storici poliziani, e sull’importanza di questi nella vitivinicoltura toscana e nazionale del passato. In questo senso è stato rinvenuto il documento del 1350. Si tratta della registrazione notarile di una società di commercializzazione e esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei del Pecora di Montepulciano, attraverso l’intervento del mercante Jacopo di Vanni di S. Fiora. La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia come ci dice il Repetti nel suo famoso dizionario (Firenze, 1839) che il “vino squisito di Montepulciano, … s’inviasse all’estero da tempi assai remoti” e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.

Dati export e consumo interno del Nobile di Montepulciano

Nel 2022 le esportazioni hanno rappresentato il 68% dei movimenti di mercato e restano il principale canale di sbocco anche se negli anni passati si era arrivati al 78%.

La torta è divisa tra Europa e paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa il 30%. Cresce l’Asia con il 2,5% della quota totale. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche rispetto al 2022, è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 27% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 70%.

Il restante 32% viene commercializzato in Italia. Cresce negli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2022 ha raggiunto e superato il 30%. Nel territorio nazionale il 43% delle vendite è in Toscana, al nord viene venduto il 31,6% e al Sud il 5,40%.

«Numeri importanti che danno ragione al percorso di promozione che abbiamo intrapreso negli ultimi anni, puntando non solo all’estero, soprattutto nei paesi dove registriamo crescite, ma anche in Italia», ha sottolineato Andrea Rossi, presidente del Consorzio.

Related Posts

Ultimi Articoli