Anteprima Chianti Classico 2023: i 30 anni di Collection del Gallo Nero

750 calici alla Leopolda per la Collection del Chianti Classico 2023

Presenti 206 produttori, 750 etichette in degustazione, di cui 161 Chianti Classico Riserva, 136 Gran Selezione, 34 campioni in anteprima della 2022, per la trentesima edizione della Chianti Classico Collection 2023, numero record di espositori alla Stazione Leopolda. Espositori che presentano le ultime annata di Chianti Classico annata, Riserva e Gran Selezione alla stampa e ai professionisti del settore. Tra le novità di quest’anno l’apertura al pubblico, l’anteprima del cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero” e cinque wine tour guidati. Ma non solo, perché il Chianti Classico presenta finalmente le UGA, che si troveranno in etichetta a partire dal prossimo anno nella Gran Selezione, quando si festeggierà anche il centenario della denominazione.

Guarda il video della Chianti Classico Collection 2023

Il video della Chianti Classico Collection 2023.

Continua il trend positivo per la denominazione del Gallo Nero

Presentati i dati di vendita del 2022, anno che ha registrato una crescita in fatturato della denominazione del 17% sul 2021 e del 46% sul 2020 (dati Oss.Maxidata). Positive le vendite con un incremento del 6% (in numero di bottiglie) rispetto al triennio precedente.

Migliora il valore di uva e sfuso con +10% rispetto all’anno precedente. Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si conferma la tendenza alla crescita in volume e valore delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione che nel 2022 hanno rappresentato, congiuntamente, circa il 45% della produzione e il 56% del fatturato.  

In particolare, si evidenzia la crescita in valore del Chianti Classico Gran Selezione e del fatturato generato da questa tipologia (si veda comunicato stampa dedicato), soprattutto nei mercati esteri. A 8 anni dalla sua introduzione, il mercato conferma quindi il grande interesse per questa tipologia di altissima qualità, riconoscendone una netta crescita in valore.

Gran Selezione, anno da record con +30% di vendite

In meno di 10 anni si è passati da 33 a 164 produttori e 203 etichette di Gran Selezione: una crescita costante negli ultimi anni, a testimonianza dell’ampia adesione a questo progetto da parte della base sociale.

In termini di volumi prodotti, la Gran Selezione si attesta stabilmente al 5% della produzione totale di Chianti Classico, ma genera un fatturato del 13% sul valore totale della denominazione. Quest’ultimo dato è in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, inserendosi in un trend di apprezzamento della tipologia già in atto nel 2019 e nel 2021.

Grande spinta sui principali mercati interni ed esteri. L’anno scorso si è chiuso con il 30% di vendite in più rispetto all’anno precedente, in un contesto di una sostanziale stabilità della denominazione.

Novità per il Gran Selezione

L’interesse verso questa tipologia è stato sostenuto negli anni dal lavoro del Consorzio in termini di comunicazione, scommettendo sulle potenzialità di questa tipologia come massima espressione di territorialità. Il progetto consortile della Gran Selezione andrà incontro a un’ulteriore evoluzione a breve, con l’aumento della percentuale minima di Sangiovese ammesso (da 80% a 90%), l’ammissione dei soli vitigni autoctoni come complementari e la possibilità di inserire in etichetta una delle nuove Unità Geografiche Aggiuntive. Questo passo, molto atteso dai mercati, andrà a definire maggiormente una tipologia che si è affermata via via come motore trainante della denominazione in termini di valore percepito. L’attenzione mediatica che attraggono le etichette di Gran Selezione, da anni presenti nelle riviste di settore con i punteggi più alti, ha avuto ripercussioni positive su tutti i vini Gallo Nero. Dimostrazione di questo è la crescita congiunta della Riserva, solidalmente affermatasi in percentuali sempre crescenti dall’introduzione della Gran Selezione.

L’identità del consumatore tipo del Chianti Classico

Andando ad analizzare in dettaglio chi siano gli appassionati della punta della piramide qualitativa del Chianti Classico, si nota subito che la domanda principale è di origine statunitense (gli USA sono il primo mercato per il Gallo Nero, 37%), senza variazioni significative in termini di volumi rispetto all’anno precedente, ma con una crescita del fatturato del 18%.  Un simile scenario lo offre anche la Svizzera, dove di fronte a un aumento dei volumi dell’8%, il valore del venduto è cresciuto di un terzo. Un caso a parte invece la Francia. Sono proprio i cugini d’Oltralpe ad aver incrementato la domanda del 50%, con una disponibilità di spesa generosa (136%).

In sintesi, sono gli appassionati dei mercati maturi, ove negli anni il Consorzio e le aziende hanno investito con continuità, grazie anche a programmi dell’Unione Europea come il fondo OCM Vino per i paesi terzi e il regolamento 1144 per il mercato europeo.

“Il successo della Gran Selezione non deve stupire” – Presidente del Consorzio Giovanni Manetti

“Questa tipologia, che era una novità assoluta nel panorama normativo italiano nel 2014, si traduce come massima espressione di territorialità nel bicchiere”, dichiara il Presidente Giovanni Manetti. “È questo il vero valore aggiunto che il consumatore riconosce e chiede oggi. La risposta entusiasta del mercato in questo 2022 pieno di soddisfazioni è solo un passo verso una sempre maggiore sintonia tra chi è appassionato di vino e chi lo produce: l’amore e l’interesse per il territorio in cui esso viene prodotto. E la Gran Selezione sempre più rappresenta questo legame”.

Guarda l’intervista alla Direttrice del Consorzio Chianti Classico:

Intervista Carlotta Gori, direttrice Consorzio Chianti Classico.

Mercati, export e consumi interni

Nel 2022 c’è stato un grande interesse da parte della stampa internazionale nei confronti della Gran Selezione e del Chianti Classico, in particolare ricordiamo la copertina di una delle più prestigiose riviste di settore americane, con il logo del Gallo Nero in primo piano.

Tra i maggiori mercati del Chianti Classico gli USA nel 2022 hanno registrato un boom di vendite, complice il dollaro forte ma anche la crescita del Chianti Classico. Il 37% delle bottiglie di Chianti Classico sono state infatti vendute su questo mercato contro il 33% dell’anno precedente (+12%).

Stabile, al secondo posto, il mercato interno dove oggi viene venduto il 19% del totale dei vini Chianti Classico commercializzati. Segue il Canada al terzo posto (10%), un mercato che negli ultimi anni ci ha regalato grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio intravede ancora ottime potenzialità di crescita.

Buona anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%): un paese dove il Consorzio Vino Chianti Classico continuerà ad investire anche nel 2023 con vari eventi e attività promozionali. Poi, ancora fra i mercati consolidati, ricordiamo la Germania al 6%, un mercato che è e sarà oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile insieme a Svezia e Francia (paesi target nell’ambito del progetto triennale MEET).  

Una nota particolare vogliamo appunto dedicarla alla Francia, mercato con bassi volumi di vendite (circa 1% del totale) ma fatto di consumatori attenti ed esperti, che nel 2022 ha riconosciuto il valore medio più alto ai vini Gran Selezione, e incrementato in generale le vendite dei vini a denominazione, segnando un +60% sui volumi di Chianti Classico acquistati rispetto all’anno precedente.

A seguire: Paesi Scandinavi (5%), Svizzera (3%), Benelux (3%), Giappone (2%) e Corea del Sud (2%).

Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero particolare; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici (due terzi della produzione viene venduta nei primi tre mercati), i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.

“Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali – dichiara Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio – e, in particolare, del trend positivo degli Stati Uniti e del Canada e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero.  Da alcuni anni il Consorzio sta investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante e capillare nei vari paesi di riferimento”.

Le UGA del Chianti Classico

“Molto importante per questo è il progetto delle Unità Geografiche Aggiuntive – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio – Fra i suoi obiettivi principali vi è infatti quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio e aumentare la qualità in termini di identità e territorialità. L’attenzione alla qualità da noi non è mai mancata e per i produttori di Chianti Classico cercare di produrre vini sempre più ‘trasparenti’ ovvero capaci di esprimere sempre di più il territorio in cui sono prodotti, è di vitale importanza ed è quello che richiede sempre di più anche il mercato. L’introduzione del nome dell’Unità Geografica in etichetta servirà ad intercettare e soddisfare l’interesse di quei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.

Chianti Classico. L’Atlante dei Vigneti e delle UGA

Chianti Classico
Chianti Classico

Alessandro Masnaghetti, autore del volume di recente pubblicazione “Chianti Classico. L’Atlante dei Vigneti e delle UGA”, ennesimo contributo nella mappatura dei vigneti delle più importanti zone viticole del mondo, ha tenuto undici brevi seminari su ciascuna delle Unità Geografiche Aggiuntive.

L’annata 2022 ha prodotto circa 260 mila ettolitri

Il Chianti Classico 2022 si presenta sotto ottimi auspici: per quel che riguarda l’andamento stagionale, non si sono avute gelate primaverili, quando il rischio di danni sui nuovi germogli della vite è molto alto, né particolari eventi di grandine. In tarda primavera è iniziato il caldo, che è stato costante per tutta l’estate, ma senza picchi eccessivi: le viti si sono quindi potute adattare da subito alle alte temperature. La siccità dei mesi estivi non ha inciso sullo sviluppo dei grappoli: le piogge primaverili hanno permesso alle viti di attingere a buone riserve di acqua e nutrienti minerali durante i mesi più siccitosi. Inoltre, le temperature, pur rimanendo alte durante il giorno, si sono abbassate negli orari notturni, con un’escursione termica che ha permesso al Sangiovese il regolare sviluppo fenolico. A metà agosto si sono verificati fenomeni di pioggia anche prolungati, garantendo così temperature più miti e un’ulteriore riserva idrica di grande importanza per il raggiungimento ottimale della maturazione delle uve. Infine, lo stato sanitario dei grappoli portati in cantina è stato molto buono: il caldo prolungato e l’umidità modesta, già dalle prime ore della giornata, hanno facilitato la gestione della difesa sanitaria, tenendo molto bassi i rischi di malattie. La vendemmia del Sangiovese è iniziata in leggero anticipo, verso il 10 settembre e si è chiusa, come di consueto, dopo circa un mese. Dai primi assaggi, i vini Chianti Classico 2022 si presentano in generale molto equilibrati, con una forza acida non eccessiva, tannini dolci e maturi.

L’annata 2021 ha prodotto 265 mila ettolitri

Andamento stagionale regolare con piogge del periodo primaverili, buono sviluppo vegetativo, mesi estivi più siccitosi con difformità nei tempi di crescita dei germogli, dovuta ad alcuni giorni dopo Pasqua che hanno fatto registrare temperature sotto la media stagionale, fermando momentaneamente lo sviluppo vegetativo nelle aree più fredde del Chianti Classico.

A livello sanitario, non c’è stata alcuna pressione da parte di malattie fungine (oidio e peronospera). L’estate è stata asciutta con solo qualche sporadica pioggia nel mese di agosto, ma le riserve idriche accumulate nel periodo primaverile hanno permesso di evitare lo stress della pianta; per quanto riguarda le temperature, l’andamento dei mesi estivi è stato abbastanza regolare senza eccessive ondate di calore.

Inoltre, a partire dalla fine del mese di agosto le temperature, pur rimanendo abbastanza alte durante il giorno, si sono abbassate notevolmente negli orari notturni. Questa importante escursione termica ha, in generale, consentito un ottimale completamento della maturazione delle uve. I tempi della vendemmia 2021 sono stati in linea con quelli delle ultime annate, con l’inizio della raccolta delle uve di Sangiovese intorno al 20 di settembre.

Le uve portate in cantina erano sane e di elevata qualità; presupposti, questi, per un’altra ottima annata di Chianti Classico, un vino che si prefigura già di buona struttura, con tannini fini e maturi e un interessante profilo aromatico.

Master del Chianti Classico

Attesissima la terza edizione del concorso nazionale “Master del Chianti Classico”, organizzato da Associazione Italiana Sommelier Toscana in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico. Gli aspiranti ambasciatori del Chianti Classico, sommelier che hanno dimostrato particolari virtù professionali, saranno giudicati da una giuria di esperti.

“Si rinnova la collaborazione tra l’Associazione Italiana Sommelier ed il Consorzio del Gallo Nero – commenta il presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – per eleggere il prossimo ambasciatore del vino Chianti Classico”.

“La competizione – ricorda – è stata sospesa negli ultimi due anni a causa della pandemia ma l’entusiasmo dei nostri sommelier nel prepararsi a questa opportunità non è mai venuto meno”.

“Tra i partecipanti abbiamo soprattutto toscani – anticipa – ma anche sommelier provenienti da altre regioni e questo ci conferma quanto il prestigio del Master del Chianti Classico sia percepito anche al di fuori dei confini regionali”. 

Il vincitore 2023 sarà il successore di Daniele Palavisini, detentore del titolo attribuito nell’ultima edizione tenutasi nel 2020, si terrà il 14 febbraio e prevede uno scontro diretto tra i quattro migliori risultanti dalla prima prova scritta.

Gli ambassador del Chianti Classico 2023

Dopo la nomina, nel 2020, del Doktor Jens Priewe ad ambasciatore ad honorem del Chianti Classico in Germania, la trentesima edizione della Chianti Classico Collection vede nuovamente la nomination di due ambasciatori di lingua tedesca: si tratta di Christian Eder della rivista Vinum per la Svizzera e Othmar Kiem di Fastaff per l’Austria. Svizzera e Austria sono due mercati storici per il Chianti Classico che insieme assorbono annualmente oltre il 4% delle vendite di Gallo Nero. Mentre il mercato svizzero è un mercato consolidato che mantiene di anno in anno un volume di vendite di Chianti Classico pressoché stabile (rappresenta oltre il 3% del totale delle vendite di Chianti Classico), l’Austria è un mercato più piccolo (oggi rappresenta circa l’1%).  

L’Olio DOP Chianti Classico

Sul palco della Collection sale anche un altro protagonista dell’agroalimentare toscano, l’olio Dop Chianti Classico, con possibilità di assaggiare gli oli di trenta aziende “Gallo Nero”, tra un alice e un altro di Chianti Classico, e assistere al seminario di ieri sulla DOP verde curato dal tecnico del Consorzio, l’agronomo Roberto Rappuoli.

“Gli oliveti della zona del Chianti Classico si sono dimostrati robusti e resilienti di fronte ad una stagione che ha messo a dura prova le capacità tecniche e agronomiche degli olivicoltori del Chianti Classico. Il risultato si è concretizzato nella produzione di un olio DOP vivace e ricco di sfumature – dichiara Gionni Pruneti, Presidente del Consorzio Olio DOP Chianti Classico – ed abbiamo potuto constatare che l’attenzione alle novità, negli oliveti e nei frantoi, gli adattamenti colturali ad un clima ormai modificato e la consolidata cultura olivicola, giocano un ruolo fondamentale nella produzione di un prodotto così qualitativo, come è la DOP Chianti Classico”.

Il cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero”

Non è usuale che un Consorzio del mondo del vino si trasformi occasionalmente in produttore cinematografico. Eppure, tutti gli ingredienti per una produzione di livello erano proprio nel nostro territorio: paesaggi degni di una scenografia da Oscar, una trama affascinante e ricca di suspence, maestranze locali capaci di riassumere tutto su pellicola.

Al Maggio Musicale Fiorentino è stato presentato il cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero”, prodotto dal Consorzio Vino Chianti Classico, che narra, per la prima volta sul grande schermo, il mito che avvolge l’origine del marchio che contraddistingue tutte le bottiglie di vino Chianti Classico.

Grazie a una produzione attenta e di alto livello, a cura dell’agenzia Swolly, che ha coinvolto più di 60 maestranze prevalentemente chiantigiane, è stato realizzato un cortometraggio di circa 15 minuti, che nelle tinte scure rievoca perfettamente l’atmosfera medioevale in cui è ambientata la leggenda.

Il racconto infatti si snoda nel corso di una notte, in un non meglio precisato anno di epoca medioevale, in cui si decisero le sorti dei Comuni di Firenze e di Siena, piagati da una guerra sanguinosa per la supremazia sulle ricche terre del Chianti Classico, crocevia fondamentale tra le due città. Le cronache dell’epoca attestano ampiamente gli scontri, numerosi e continui, durante il Medioevo tra i due Comuni, floridi e potenti, ma si tramanda anche una leggenda, vero e proprio mito fondativo della cultura chiantigiana. Anziché perseverare nella guerra, le due città si accordarono per fissare il confine dove si sarebbero incontrati due cavalieri, che dovevano muoversi dalle rispettive città al canto del gallo. I Fiorentini, con un astuto espediente, tennero a digiuno l’animale designato a cantare all’alba, un gallo nero, e fecero sì che il gallo levasse il suo caratteristico verso nel cuore della notte, dando il via al cavaliere fiorentino con largo anticipo. Fu così che da vero deus ex machina un gallo nero riportò la pace e l’unione in quelle terre martoriate.

La leggenda incarna in modo quasi fiabesco la sintesi tra la durezza della contesa per quelle terre e l’aspirazione alla pacificazione e all’unione che sarebbe seguita alla fine del conflitto. Ed è questo che il breve film La Leggenda ha voluto catturare e restituire al pubblico, traducendosi in un racconto filmico di ampio respiro, non vincolato dai tempi sempre più ristretti della comunicazione odierna affidata ai social media, ma dando il giusto tempo allo svilupparsi dell’azione e delle emozioni. Sono infatti tratteggiati psicologicamente i personaggi, non più bidimensionali miniature medioevali, ma persone a tutto tondo, tese nell’impegno di porre fine a una guerra sanguinosa, la cui drammaticità irrompe fin dai primi secondi della proiezione.

A contribuire alla portata emozionale, complice una sapiente fotografia, le colline del Chianti Classico e le due location degli accampamenti, il Castello di Brolio e il Castello di Gabbiano, avvolti nella luce delle fiaccole, a rappresentare le capitali orgogliose del territorio tra di esse compreso, oggi unito dalla denominazione Chianti Classico, dove si produce il vino ancora oggi conosciuto come Gallo Nero.

“Il nostro è il Consorzio più antico d’Italia, fondato all’inizio del secolo scorso da 33 coraggiosi e lungimiranti produttori di vino. Per comprendere però come mai questi 33 produttori nel lontano maggio del 1924 scelsero un Gallo Nero come simbolo, bisogna fare un passo ancora più indietro nel tempo”, dichiara il Presidente Giovanni Manetti. “È ampiamente attestato il legame storico del Gallo Nero con le terre chiantigiane fin dal Medioevo, ma è una leggenda che racconta come sia nato questo uso, tutt’oggi in vigore e più forte che mai. Questo è un vero e proprio mito fondativo che narra come un animale comune nelle campagne toscane sia diventato un eroe che pose fine alle contese per il territorio dell’odierno Chianti Classico, unificandolo con una pace duratura tra i due Comuni in guerra, Firenze e Siena. È in questo simbolo che si riconoscono non solo centinaia di produttori di vino e di olio Chianti Classico, ma anche tutta la comunità che abita questo territorio: è sinonimo di un’identità condivisa. E al di fuori dei nostri confini sono milioni le bottiglie dove campeggia il Gallo Nero, amate dagli appassionati di vino di tutto il mondo”.

I registi sono Daniele Palmi e Matteo De Nicolò, di Swolly Studio (swolly.it), un team creativo specializzato in spot pubblicitari e visual design, con esperienza nella comunicazione del vino e del food. Lo stile comunicativo di Swolly punta ad essere fuori dagli schemi cercando di unire in ogni progetto: estetica, genialità e divertimento. Daniele Palmi (regista) e Francesco Corsi (designer), entrambi nati tra le colline chiantigiane, hanno ideato quasi 10 anni fa questa factory di professionisti specializzati in video, brand identity, graphic design, e digital marketing.

Le aziende partner

Presenti anche delle aziende partner: Pecorino Toscano DOP, Gorgonzola DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Pomodoro Pachino IGP, Oliva La Bella della Dauna DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico tradizionale di Modena DOP.

Related Posts

Ultimi Articoli