Con motivazioni ben diverse dal Belpaese, vengono messe in luce tutte le crepe della norma.
Non si placano le polemiche riguardo alla normativa europea che dal 1° gennaio 2015 prevede che ogni paese possa aumentare dell’1% la superficie di ettari vitati in proporzione a quelli già presenti. Dopo il caos delle domande in Italia, stavolta le critiche provengono dalla Francia.
Le problematiche che affliggono i cugini d’Oltralpe sono diverse da quelle dei produttori del Belpaese, ma mostrano allo stesso modo tutte le crepe e le criticità che hanno accompagnato la normativa fin dalla sua nascita. Inizialmente, si era parlato infatti, di concedere ampia libertà di manovra ai vari paesi per l’impianto di nuovi vitigni, poi si è giunti alla soluzione attuale dell’1%, numeri troppo stretti per la Francia.
Ogni anno in media la superfice viticola francese si ritira dell’1,4%, dunque l’1% consentito dalla normativa europea non garantisce la crescita del potenziale produttivo, ma ne rallenta solamente il declino. Ecco perché nel 2018 le cose potrebbero già cambiare, partenendo dalla regione di Bordeaux. Per il prossimo anno è già stato programmato l’impianto di 600 ettari, e per quello successivo ci sarà un incremento del 36%, pari a 216, per un totale di 816 nuovi ettari vitati.