Alberto Mazzoni: l’IMT e il vino delle Marche

Un maxi Consorzio unico nel suo genere, che si occupa della promozione e della tutela di ben 16 Denominazioni marchigiane. L’intervista completa sul prossimo numero de IGV

L’IMT (Istituto Marchigiano di Tutela vini) è una realtà unica nel suo genere, che oggi esprime l’82%

Nella foto: Alberto Mazzoni. Ph. Pamela Bralia
Nella foto: Alberto Mazzoni. Ph. Pamela Bralia

dell’export delle Marche e il 45% della superficie vitata regionale. Se cercate il Consorzio del Verdicchio di Jesi o della Lacrima di Morro non li troverete. Troverete invece al loro posto un maxi Consorzio che si occupa di promozione, valorizzazione e, nel prossimo futuro, di enoturismo. A raccontarcelo è Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto fin dalla sua nascita.

Di cosa si occupa l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini?

“L’Istituto è nato nel 1999 su volontà di 18 aziende, oggi siamo invece 800 aziende, rappresentiamo il vino nelle province di Macerata, Ancona e Pesaro Urbino. L’idea è quella di fare sistema, affrontare insieme la globalizzazione, mettendo insieme piccoli e grandi produttori per affrontare uniti i mercati esteri”.

Qualche successo che le fa piacere ricordarci?

“I risultati che stiamo raccogliendo sono numerosi: in questi 16 anni di attività sono cambiate molte cose, come la qualità dei nostri prodotti e lo spirito di adesione dei nostri soci. Basti pensare che il Verdicchio, uno dei nostri vini portabandiera, è stato per il 2015 il bianco più premiato d’Italia (risultati ottenuti incrociando i punteggi delle guide) – vai all’articolo. Inoltre siamo anche molto contenti del sodalizio con Elisa di Francisca, campionessa di scherma nata a Jesi e oggi ambasciatrice del Verdicchio nel mondo – vai all’articolo. Con lei ha preso il via la OW8A8054Rcampagna di comunicazione Verdicchio: talenti si nasce, campioni si diventa!“.

Quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro?

“Con l’Ocm vino abbiamo investito oltre 2 milioni e mezzo di euro, destinando le azioni di promozione verso i Paesi Terzi, in particolare verso Cina, Giappone, Usa, Canada e Sud Est Asiatico. Sono i mercati per noi interessanti, attraverso i quali si spostano i nostri produttori e nei quali vogliono andare a presentare le loro eccellenze e il nostro territorio. Credo che sia importante che, oltre all’azione dell’Istituto, ogni produttore sia protagonista indiscusso e ci metta la sua faccia, raccontando la sua storia e la sua visione. Puntiamo molto inoltre sull’incoming e sulla promozione corale del nostro territorio, creando sinergie fra cibo, vino, sport, cultura, paesaggio. Alcune novità, in questo senso, sono in arrivo…”.

L’intervista completa sul prossimo numero de I Grandi Vini. 

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