Marsala: 250 anni di storia e la speranza di una rinascita

Woodhouse: l’inglese che 250 anni fa sbarcò a Marsala

Il prossimo anno si festeggeranno i 250 anni del vino fortificato più famoso d’Italia: il Marsala. Era proprio il 1773 quando una tempesta obbligò il mercante londinese John Woodhouse, ad approdare con la sua nave nel porto di Marsala, invece che a Mazara del Vallo. Frequentando le taverne della città ebbe modo di gustare un vino caratteristico della zona, il Perpetuum, simile al Madeira e al Porto. Un prodotto ottenuto invecchiando il vino in grandi botti alle quali annualmente veniva attinta una certa quantità, sostituita da vino giovane realizzando così una mescolanza perpetua.

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Fu seguendo questa fantasia che 250 anni fa Woodhouse decise di comprarne un certo quantitativo che caricò sulla nave, aggiungendo una certa quantità di grappa per favorirne la conservazione durante la traversata. Fu un grande successo. La città di Marsala vide concentrarsi investimenti in terreni e nella costruzione di cantine per la trasformazione del vino, con l’arrivo di altri facoltosi imprenditori inglesi come Benjamin Ingham e Joseph Whitaker. Nel 1833 approdò a Marsala anche l’italiano Vincenzo Florio che, nel giro di 20 anni, divenne uno dei più grandi produttori ed esportatori di vino Marsala in tutto il mondo.

Marsala, dopo 250 anni la necessità di un nuovo inizio

É questa la storia che fatto la fortuna dei marsalesi che all’epoca costruirono più di duecento bagli per far fronte alla richiesta italiana ed estera. Oggi la situazione è molto diversa. Benedetto Renda, presidente di Cantine Pellegrino racconta: “Quattro anni fa lanciammo “Marsala Revolution” , un nuovo modo di vivere questo vino che guardava soprattutto ai più giovani e al mondo della mixologist. Per questa ragione rivoluzionammo il packaging e il messaggio. Volevamo rendere contemporaneo un prodotto che veniva dal passato. Ci bloccammo però sul terreno delle vendite: il mondo della notte è diverso da quello della ristorazione e sono diversi gli agenti che vanno in giro a vendere il prodotto”.

“Ma non disperiamo – continua Renda – altre prospettive ci sono all’orizzonte”. L’imprenditore si riferisce in particolare alla volontà di ricostituire il Consorzio di Tutela del Vino Marsala, grazie alla riapertura di un dialogo con un altro nome storico del Marsalese, le Cantine Florio. “Con il nuovo direttore generale Giacomo Tarquini è stato possibile riprendere una conversazione a lungo interrotta. Certo, un consorzio non può essere fatto da due sole cantine – sebbene rappresentino una grossa quota di produzione – e quindi è importante ora concentrarsi sulla tessitura delle relazioni, cantine cooperative comprese, a patto che queste garantiscano l’intero processo di filiera produttiva e smettano di ragionare solo come luoghi di trasformazione”.

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Come si produce il Marsala da 250 anni

Per la creazione del vino adatto per la realizzazione del Marsala, da disciplinare definito come vino liquoroso, si deve partire dalle uve coltivate nella provincia di Trapani. Per quanto riguarda il Marsala Oro e Ambra le varietà sono Grillo, Catarratto, Ansonica, e Damaschino mentre per il Marsala Rubino sono Perricone, Nero D’Avola e Nerello Mascalese.

Ma il vitigno per eccellenza del vero Marsala è il Grillo. Fin da 250 anni fa le uve venivano lasciate surmaturare sulla pianta per accumulare zuccheri e portare il frutto a una maturazione completa di tutte le sue parti costituenti, dal raspo, al vinacciolo, alla buccia. É poi fondamentale lo straordinario lavoro in cantina, volto a estrarre l’anima dalle uve per poi giocare con le ossigenazioni al fine di creare un vino dall’alto tasso alcolico, dall’intenso profumo e dalla complessità dei sapori.

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Tipologie di Marsala

A seconda del colore del vino, del contenuto in zuccheri e del tipo di elaborazione, il Marsala si piò distinguere in:

  • Marsala Fine, a 17 gradi alcolici e con un invecchiamento minimo di 1 anno. E’ disponibile negli stili seccosemisecco o dolce
  • Marsala Superiore, con 18 gradi alcolici e 24 mesi di affinamento in botte. Anche in questo caso è disponibile in versione seccosemisecco e dolce
  • Marsala Superiore Riserva, un superiore particolarmente pregiato e strutturato, con 48 mesi di affinamento in legno
  • Marsala Vergine o Soleras, caratterizzato dalle decise note ossidative, dai profumi intensi, pungenti, floreali speziati, con note di liquiriziacannella e un frutto caramellato, mieloso, ma mai dolce. Infatti il Marsala Vergine non è mai dolce, resta sotto i 40 grammi di zucchero per litro
  • Marsala Vergine Stravecchio o Riserva, con affinamento fino a 120 mesi

 

 

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