Originario della fascia costiera dell’alta Toscana, tra le zone di Massa Carrara e della bassa Lunigiana, il Vermentino Nero è un vitigno autoctono a bacca rossa associato a una mutazione del più celebre Vermentino Bianco per via delle loro somiglianze ampelografiche.
Subito dopo il secondo dopoguerra ha quasi rischiato l’estinzione, per poi tornare in vigore nel corso degli anni Ottanta grazie alla passione e alla determinazione di alcuni produttori locali che, con lungimiranza, ne hanno ripreso la produzione proponendolo sia in uvaggio, sia un purezza.
Attualmente, il Vermentino Nero è presente in modo complementare nel Colli di Luni Rosso DOC e nell’uvaggio del Rosso Toscana IGT e del Rosso e Rosato Val di Magra IGT.
Storia del vitigno autoctono toscano Vermentino Nero
Le notizie in merito alle origini del Vermentino Nero sono molto scarse, ma è altamente probabile che sia nato sulle colline costiere dell’alta Toscana, dove tuttora è abbastanza diffuso. Un primo riferimento si trova nel bollettino del Comizio Agrario di Massa del 1874, dove rientra tra le uve da coltivare in collina per la produzione di vini di lusso.
Successivamente, è citato da Giuseppe De Astis nel 1937, ma è solo nel 1965 che si ottiene una descrizione decisamente più accurata all’interno de “I principali vitigni di vino coltivati in Italia”, scritto a quattro mani da N. Breviglieri ed E. Casini.
Come accennato, il vitigno è stato salvato dall’estinzione negli anni Ottanta grazie al supporto di alcuni viticultori della zona, in particolare di Pierpaolo Lorieri, che ha dedicato sforzi ed energie allo studio e alla selezione del Vermentino Nero nel suo Podere Scurtarola. I suoi studi, infatti, hanno permesso di affermare che il vitigno non ha nessun sinonimo ed è presente solo e soltanto nei territori del Candia dei Colli Apuani, in Lunigiana e sui Colli di Luni.
Altra scoperta importante riguarda la sua presunta parentela genetica con il famoso Vermentino Bianco, legata alla somiglianza delle loro foglie, smentita del tutto.
Pierpaolo Lorieri è riuscito, nel tempo, a valorizzare questa chicca enologica del panorama vinicolo non solo toscano, ma nazionale; il vitigno presenta per natura delle difficoltà sia nella gestione, sia nella tendenza a fornire raccolti molto abbondanti caratterizzati da acini mediamente grossi e polpa consistente e incolore che portano alla produzione di vini dalla colorazione molto delicata ma con una forza tannica piuttosto bassa.
Territorio e produzione del vitigno autoctono toscano Vermentino Nero
Come sottolineato, il Vermentino Nero viene oggi coltivato principalmente nelle zone del Candia dei Colli Apuani, della Lunigiana e dei Colli di Luni, tutti territori molto vicini tra loro ma con differenze a livello sia microclimatico, sia geologico alle quali il vitigno si mostra estremamente sensibile.
I terreni del Candia dei Coli Apuani sono molto poveri, composti prevalentemente da arenarie e scisti rossi. Queste condizioni si rivelano parecchio stressanti per il vitigno, che riesce comunque a crescere pur contenendosi nella vigoria e offrendo un’uva con un’alta concentrazione polifenolica.
Un altro aspetto riguarda la maturità dell’uva: alcuni produttori locali, infatti, puntando sulla spiccata acidità di questo vitigno, lasciano maturare i grappoli oltre la fine di settembre spostando a vendemmia a fine ottobre, con l’obiettivo di raccogliere un’uva maggiormente ricca di zuccheri e tannini. Così facendo, si può ottenere un Vermentino Nero più strutturato e longevo, come il Vernero di Pierpaolo Lorieri.
Le terre dei Colli di Luni, invece, sono più ricchi di argilla e questo permette al Vermentino Nero di vivificare mantenendo le sue caratteristiche fresche e fruttate attraverso una fermentazione in acciaio e macerazioni di 4-5 giorni. Il vino ottenuto presenta tannini appena pronunciati, che permettono al prodotto di essere gustato fresco (intorno ai 14°C) in abbinamento con i migliori piatti tipici toscani.
A prescindere dalla vinificazione, l’uva prodotta in questi territori consente di produrre vini eleganti, caratterizzati da colori delicati ma molto lucenti e profumi fruttati con note leggermente pepate e carnose. Il loro gusto è fresco, lievemente piccante e il tannino accompagna il retrogusto fruttato che è possibile percepire sul finale.
Caratteristiche del vino e del vitigno Vermentino Nero
Ogni vitigno si distingue dall’altro e può essere definito unico nel suo genere attraverso le sue caratteristiche ampelografiche. Nel caso specifico del Vermentino Nero è possibile individuare questi tratti distintivi:
- la sua foglia è media, grande, di forma pentagonale trilobata o pentalobata;
- il suo grappolo è mediamente compatto, di grandezza media, con forma cilindrica o piramidale;
- il suo acino ha dimensione medio-grande, di forma sferoidale e ovoidale, con una buccia di media consistenza, pruinosa e di colore blu-nero.
Per quanto riguarda il vino, invece, il Vermentino Nero si presenta di colore rosso rubino intenso, con riflessi tendenti al viola, particolarmente consistente e vivace. Il suo profumo è persistente, fine, floreale, con note speziate particolarmente evidenti. Alcune varianti, sul finale, presentano un retrogusto leggermente amarognolo.
Come abbinare il vino Vermentino Nero in tavola
Il Vermentino Nero è un vino che si sposa amabilmente con i piatti crudo sia di mare, che di terra. É perfetto per gli aperitivi, soprattutto a base di formaggi di pecora a pasta molle come il Marzolino, prosciutto toscano e fave fresche. Ottimo sa servire insieme a caprini freschi, fritti di paranza e spaghetti con arselle alla versiliese.
Nel caso in cui si volesse gustare da solo, è consigliato servirlo a una temperatura di 18-20°C in bicchieri a calice di media dimensione con stelo alto.